1 – MedFantasy, premessa

Nel 2005 ho cominciato a parlare di MedFantasy: non era ancora qualcosa di concreto, ma – a mio modo di vedere – una fragorosa mancanza. Se la frase “Scrivi di ciò che conosci” è valida, se il Fantasy non è solo evasione dal reale, se viviamo in una terra ricca di Storia, Mito e Folklore, ho pensato che gli autori italiani  non avessero motivo di continuare a delineare mondi fantastici usando gli stilemi post-tolkeniani.Più passava il tempo, più studiavo il genere Fantasy e le sue origini, più mi convincevo di quanto fosse forte la necessità di mettere mano ai nostri patrimoni culturali. Se osserviamo gli antesignani del genere, George MacDonald, William Morris, Lord Dunsany e altri, è palese come le rispettive dimensioni parallele siano nate da tradizioni loro proprie.

In Italia ancora molti guardano a J.R.R. Tolkien come il fondatore del genere, eppure egli non solo è venuto dopo altri lavori, ma, scrivendo ll Signore degli Anelli, ha attinto alla tradizione fantastica che lo precedeva, interpretandola secondo la sua Visione del Mondo.

Se guardiamo a quelle nazioni che hanno cominciato da poco a produrre romanzi Fantasy, troviamo un Wolfgang Hohlbein, con la versione romanzata del Canto dei Nibelunghi (Hagen di Tronje, purtroppo introvabile), un Sergej Luk’janenko che con I Guardiani della Notte e successivi, trae ispirazione dai miti russi e dalla gangster-novel, tanto di moda in Russia. Inoltre, la Polonia ha conosciuto (dagli anni ’90 in poi) una sua produzione di Fantasy con Andrzej Sapkowskj, l’inventore di The Witcher, da cui è stato tratto un videogame cult.

Dunque, anche in questi paesi, molto dopo gli Inglesi, gli autori di successo hanno cominciato a scrivere Fantasy lavorando sulle proprie radici culturali. Appare ovvio quindi che, per fare Fantasy, non si può prescindere dai nostri Miti, Leggende e Storia.

2 – MedFantasy, cosa sarebbe?

MedFantasy è una terra da costruire, un potenzialità ancora inespressa, da raggiungere passo dopo passo. Il

Zeferina
Zeferina

nome è sintetico: “Med” sta per Mediterraneo, ma se ci si limita a riesumare coste bagnate da un mare rutilante di luci, città-stato in perenne lotta, Fauni, Anguane e Fade, non si raggiunge del tutto l’obiettivo, bensì si compie solo un passo intermedio: quello di “spolverare” gl’ingredienti. Per avere un MedFantasy compiuto ci vuole un mondo indipendente e a parte, avulso al nostro oppure connesso, ma sicuramente sia “Med” che “Fantasy”: entrambi i termini necessitano di un adeguato sviluppo.

Da notare che un’ambientazione italica nel Fantasy è coadiuvante all’obbiettivo finale, ma non necessariamente lo soddisfa del tutto. MedFantasy è, quindi, anche un percorso da intraprendere visto che siamo agli esordi.

E’ un bene che stiano uscendo libri come Zeferina di Riccardo Coltri o i romanzi di Mauro Corona, che persino Andrea Camilleri stia riproponendo le nostre ambientazioni e le nostre creature fantastiche.

3 – MedFantasy, di paletti, distinzioni, linee di demarcazione e fossati.

E’ forse la più naturale delle reazioni, quando si parla di MedFantasy, quella che lamenta “Ma io che sinora ho letto solo Terry Brooks, Marion Zimmer Bradley, Margaret Weiss/Tracy Hickman e compari, sono escluso dal discorso? Faccio male? Scrivo peggio?”

Spero che quanto ho detto sopra chiarisca il punto: siamo agli esordi di un cammino, e c’è sempre tempo per imboccarlo. Chi ama Brooks magari conoscerà il suo “A volte la magia funziona”, e forse avrà anche letto come, per l’autore, quel che interessa non è il Fantastico Puro, ma il punto di vista “diverso” sul reale, capace di rinnovare il già conosciuto facendolo brillare di luce propria. Si può anche citare “Sull’avere 19 anni” di Stephen King, dove l’autore afferma che, durante l’ideazione del suo mondo fantastico, era ispirato dal Signore degli Anelli, ma non interessato ai “gagliardi contadini in ambientazione scandinava”, e sentiva di dover trasferire l’ambientazione nella propria terra: gli Stati Uniti.

Un’altra reazione, più letteraria, è quella che afferma: “i movimenti letterari nascono dal basso”. Il sottoscritto vi assicura, in tal caso, di non essere autorità alta o bassa, ma solo un apprendista stregone. Ho cominciato tempo fa a parlare di MedFantasy e qualcuno ha ascoltato il mio discorso; narrazioni fantastiche con luoghi e personaggi di mito e folklore nostrano sono state edite o sono in procinto di esserlo. Siamo nell’epoca del web 2.0 e non sarebbe dinamica strana o nuova quella in cui qualcuno pone in circolo delle idee capaci di rimbalzare nella galassia del Fantasy in generale. Se ci sarà convinzione da parte di un certo numero di autori si creerà movimento, altrimenti bisognerà attendere il solito singolo folgorato dagli strali di Apollo.

Inoltre, la notazione più banale che ci possa essere: nessuno e niente impone di scrivere ambientazioni univocamente mediterranee! Si può fare, ma la libertà di sperimentazione è personale, il giudizio è del pubblico e il nostro mondo di realtà poliedriche non è forse un crogiolo di culture diverse? Non dico che bisognerebbe cancellare gli elfi, i nani, le ambientazioni scandinave, celticheggianti o nipponiche, ma sarebbe il caso di non dimenticare chi siamo e da dove veniamo.

Quello che, a mio modo di vedere, costituisce l’unico vincolo forte è il già citato punto di partenza: non scrivere fughe nel (supposto) Fantastico puro (cioè nell’immaginario collettivo, di cui si è inconsapevoli), ma raccontare storie su chi siamo, i nostri problemi, gioie e dolori, virtù e difetti.

A questo consegue – allora – che un punto di vista “latino” sia centrale.

Paletti costringenti, linee di demarcazione elettrificate, fossati con coccodrilli giganti – nella fase iniziale che stiamo vivendo – non ci sono e non ci possono essere. Resta a ognuno di noi sperimentare toponomastica, bestiari, tematiche, ambientazioni; ai lettori giudicare le nostre fatiche.

4 – MedFantasy, perché “mediterraneo” e non “italico”?

Una domanda semplice per una risposta semplice.

Perché non esiste “una” Italia, ma sussistono “le” Italie, soprattutto se analizziamo il nostro retaggio culturale. Noi siamo plurali e siamo belli così, scusate l’immodestia. Ogni regione, o frammento di regione ha alle spalle connessioni storico-culturali con popoli venuti da altrove: Etruschi, “Celti”, Fenici, Ostrogoti, Greco-Bizantini, Longobardi, Arabi, Normanni, Catalani-Spagnoli, Francesi, come anche Slavi e Austriaci.

Siamo un meticciato storico che non può reclamare altra purezza di sangue se non quella di essere “puramente ibridi”. Quindi una Med-LegaNord-Fantasy non ha nulla a che fare col sottoscritto e con la via che propone.

5 – MedFantasy, perché no?

Consideriamo a questo proposito la mania editoriale di suggerire agli esordienti una pubblicazione sotto

pseudonimo anglofono: non è così strano se poi nel manoscritto si narra del solito Brett da Blackmoor che deve scacciare l’oscura minaccia del solito Dagda-Moor, no?

Pensiamo, stando anche alle opere di David Gemmell e Scott Lynch con il suo Gli inganni di Locke Lamora, da cosa possano essere maggiormente attratti i lettori esteri: un nostro ricalcare i loro mondi “very english”, se non “arigato-nippo”, magari anche “wunder-teutonici”, oppure mostrarci per quel che, veramente, siamo?