Ad Alpharetta, in Georgia, c’erano proprio tutti.

C’era ovviamente Harriet McDougal, vedova ed editor di Robert Jordan. C’era suo figlio Will, nato dal primo matrimonio. C’era Tom Doherty, presidente della Tor Books. C’era Wilson Groom, cugino di Robert e a lui legatissimo, tanto da firmarsi “quarto di tre” per indicare che spiritualmente era così vicino a Robert e ai suoi due fratelli da sentirli davvero come fratelli propri. C’erano Maria Simmons e Alan Romanczuk, assistenti di Jordan rispettivamente da 12 e 8 anni. C’erano Jason Denzel, curatore del sito dragonmount.com che ospita il blog dello scrittore scomparso, e tante altre persone che gestiscono siti dedicati a La Ruota del Tempo.

E naturalmente c’era Brandon Sanderson, lo scrittore impegnato nel difficile compito di completare A Memory of Light.

La convention era dedicata alla saga in tutti i suoi molteplici aspetti, dai romanzi già pubblicati a quelli che ancora devono essere ultimati, dalla graphic novel in corso di realizzazione da L’Occhio del Mondo all’impatto che l’opera di Jordan ha avuto sull’intero mondo del fantasy.

I rappresentanti dei diversi siti presenti hanno iniziato a pubblicare le loro impressioni, e in qualche caso i commenti, al di là della dimostrazione di affetto verso la saga e il suo creatore, si sono rivelati decisamente interessanti.

Niente grossi spoiler, anche se qualcosa qua e là è trapelato, ma un affascinante viaggio in un modo estremamente complesso e variegato.

L’onore d’inaugurare le tre giornate è toccato a Jason Denzel, che per l’occasione ha realizzato una divertente riscrittura degli undici romanzi fino a ora pubblicati in lingua originale. Il testo, lungo 40 pagine e reso disponibile in formato PDF dallo stesso Jason (lo potete scaricare cliccando su questo link), è costituito da un lungo dialogo – interpretato alla convention dai vari Harriet, Wilson, Brandon e dagli altri “addetti ai lavori” – fra i vari protagonisti della saga.

Non si trattava di un riassunto per chi eventualmente facesse fatica a ricordare gli avvenimenti raccontati in parecchie migliaia di pagine, né dell’interpretazione di alcuni fra i dialoghi più significativi, ma di una parodia di alcune caratteristiche di Rand e dei suoi amici, per ricordare che uno degli scopi della narrativa è intrattenere piacevolmente il lettore.

Fra le varie battute, però, qualcosa di serio si nascondeva.

Nella terza pagina Rand chiedeva a Tam di Jain Farstrider, il più famoso viaggiatore degli ultimi anni ma da tempo misteriosamente scomparso nella Macchia. La risposta, che Jain non rivelerà la sua identità fino a A Memory of Light, implica la presenza di un mistero nascosto nella sua figura.

In effetti diversi siti avevano già compiuto alcune speculazioni sul viaggiatore, ma ancora non c’era nulla di concreto. Ora queste due righe implicano che le discussioni sorte in proposito non scaturivano dal nulla, ma che qualcosa da scoprire effettivamente c’è.

Altre due righe interessanti, forse collegate a queste, si trovano a pagina 9, dove Rand chiede a Tam se si incontreranno ancora. Il dialogo, collocato ne L’Occhio del Mondo durante l’attacco dei Trolloc, viene chiuso dall’uomo con un significativo “Naturalmente. Ho letto la traccia di A Memory of Light.” E anche qui lo spazio per le speculazioni è decisamente ampio.

Una quasi-risposta, invece, si trova nell’ultimo brano che getta un barlume di luce su ciò che deve ancora essere pubblicato. All’ormai classica domanda “chi ha ucciso Asmodean?”, dopo la risposta di rito “leggi e lo scoprirai” viene aggiunta l’affermazione che l’attesa per una risposta durerà fino al 3 novembre.

La domanda era stata già posta a Jordan in innumerevoli occasioni. Tanto che lui, che all’inizio pensava di aver lasciato sufficienti indizi perché il lettore potesse scoprirlo da solo, alla fine aveva deciso di fornire una risposta chiara e inequivocabile. Ora, insieme alla conferma che The Gathering Storm, prima parte del romanzo conclusivo, sarà effettivamente pubblicato in novembre, c’è anche l’indicazione che quest’interrogativo, sorto alla fine del quinto volume (I fuochi del cielo), troverà finalmente una risposta.

Una grossa anticipazione di ciò che leggeremo è arrivata il giorno dopo dalla voce di Tom Doherty.

Il suo commento parla dei Seanchan in rapporto a Tarmon Gai’don. Per non fare spoiler ai nostri lettori, però, preferiamo non entrare nel dettaglio e rimandare i più curiosi al resoconto di Richard Fife (anche in questo caso cliccate sul link)

In un’altra frase accenna ai tre ulteriori romanzi ipotizzati da Jordan ambientati nel suo mondo ma collocati al di fuori della linea temporale principale della storia, che dall’attacco dei Trolloc a Emond’s Field conduce a Tarmon Gai’don. Il protagonista di quest’ultima vicenda dovrebbe essere Mat.

Secondo quanto riferito, Doherty avrebbe detto di avere già pronti i contratti anche per queste storie progettate da Robert mentre Harriet e Sanderson gli sono sembrati più incerti, e probabilmente desiderosi di vedere prima quale accoglienza sarà riservata a The Gathering Storm e agli altri due volumi.

La fase successiva è stata dedicata alle spiegazioni tecniche sui tre volumi. Il motivo della divisione, come già anticipato, è legato alla dimensione finale di A Memory of Light, che qui, per la prima volta, viene indicata in 900.000 parole. Se questa nuova ipotesi fosse vera, si avrebbero tre tomi da 300.000 parole ciascuno.

Un’altra affermazione, fatta in questo caso da Harriet, riguarda i climax. L’intero A Memory of Light ne comprende sei, quindi la divisione è stata fatta inserendone due a volume. Il prezzo da pagare per ottenere quest’effetto è che non tutti i personaggi compariranno in tutti i volumi. Qualcuno, assente in The Gathering Storm, ritornerà in Shifting Winds, anche se questo titolo quasi certamente sarà modificato.

L’argomento è stato ulteriormente sviluppato il giorno dopo da Sanderson. Il quale è rimasto molto sul vago, evitando di fornire informazioni precise su ciò che avverrà, ma ricordando che alla conclusione di Knife of Dreams, undicesimo volume, si hanno fondamentalmente quattro trame variamente intrecciate fra loro. Alla fine di ognuna di queste trame c’è Tarmon Gai’don.

Secondo le sue parole, aveva quindi iniziato a portarle avanti come se stesse scrivendo quattro storie diverse che alla fine sarebbero state inframmezzate l’una con l’altra. La decisione relativa alla divisione del romanzo è stata presa quando aveva ormai completato la terza trama, e raggiunto le 400.000 parole.

The Gathering Storm sarà dedicato alle prime due trame, insieme a qualche sguardo sulle altre due. Il volume successivo si occuperà di queste ultime, e comprenderà alcuni assestamenti relativi alle prime due, così che ogni vicenda sarà portata allo stesso punto, pronta per l’Ultima Battaglia.

Il terzo romanzo, provvisoriamente intitolato proprio Tarmon Gai’don, ma il nome potrebbe diventare anche A Memory of Light, sarà dedicato al confronto finale.

La conferma che non sarà semplicemente un unico libro spezzato in tre parti arriva dall’affermazione che ciascun tomo avrà un prologo, e un capitolo 1 che inizierà con le parole “La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono…”

Il momento più commovente della convention c’è stato nel secondo giorno, dopo l’intervento di Harriet.

Pochi giorni prima di morire Robert Jordan aveva dedicato un intero pomeriggio e parte del giorno successivo a raccontare alla sua famiglia la trama di A Memory of Light. Le sue parole erano state registrate, e 17 minuti di questo nastro sono stati fatti ascoltare alle oltre 200 persone presenti in sala.

Il brano trasmesso nell’occasione è quello relativo al prologo. Non si trattava delle parole che troveremo scritte nel romanzo, quelle sono state decise da Sanderson, che ha realizzato la prosa definitiva. Il racconto riferiva la trama degli eventi, narrati dalla viva voce di Robert.

Leigh Butler, che ha realizzato uno dei resoconti presenti sul sito della Tor Books, ha definito la voce rauca ed esausta ma anche determinata. E ha aggiunto, spiegando che la sua non era mancanza di rispetto, che faceva accapponare la pelle. L’effetto di questo suono, unito alla scena narrata, ideata per creare un senso di sinistra anticipazione, era notevole. E indescrivibile, bisognava esserci per poterlo capire.

La scena in sé era semplice, e i suoi protagonisti principalmente personaggi anonimi, di quelli che raramente fanno la loro comparsa in un romanzo, a cominciare da un contadino seduto vicino al portico di casa impegnato a guardare un lontano banco di nuvole. Una delle quali si comporta in maniera totalmente diversa rispetto a tutte le altre nuvole che lui ha visto in precedenza.

La Butler preferisce non raccontare altro sia perché gli è stato chiesto di non effettuare registrazioni, sia perché un riassunto non renderebbe giustizia al brano. L’unica altra cosa che aggiunge è la ripetizione della frase “The storm is coming”. La tempesta sta arrivando. Ancora, e ancora, e ancora.

A fine ascolto, una buona parte dei presenti era in lacrime.

Anche Jason Denzel parla della stanchezza presente nella voce di Jordan, generalmente molto potente, e da lui paragonata a una forte tempesta. Malgrado ciò, l’effetto era impressionante. Spettrale e straziante, ma anche pieno di speranza. Ascoltare quelle parole è stato per lui un vero privilegio, e si augura che a pubblicazione della saga ultimata Harriet possa decidere di rendere disponibile la registrazione a tutti gli appassionati.

Per i più curiosi, nel suo forum è stato postato un breve riassunto del prologo. Ovviamente contiene spoiler, e potete trovarlo a questo link.

Nelle tre giornate Harriet e Brandon hanno anche parlato delle note lasciate da Robert. Pur senza entrare nei dettagli hanno spiegato in quale modo procedevano quando si trovavano a dover prendere una decisione riguardo a una scena per la quale esistevano più opzioni possibili relative al suo svolgimento.

Harriet in particolare ha tenuto a sottolineare che i romanzi 12, 13 e 14 non saranno opera di Robert Jordan, ma di Robert Jordan e Brandon Sanderson.

La loro volontà è sempre stata quella di non avere un ghostwriter – ammesso che fosse possibile, vista la difficoltà insita nel simulare lo stile di Jordan – impegnato a imitarlo pedissequamente, quanto qualcuno in grado di catturare lo spirito dell’opera, portandovi all’interno la propria esperienza di autore. Solo questa scelta, e l’utilizzo di ogni frammento di testo lasciato dall’autore scomparso, avrebbe significato onorare la sua memoria, là dove fingere che non fosse morto senza aver terminato il romanzo avrebbe significato insultarla.

Il lavoro svolto da Sanderson viene spiegato anche in quello che dovrebbe essere il testo del risvolto di copertina:

“A Memory of Light è stato parzialmente scritto da Robert Jordan prima della sua prematura scomparsa nel 2007. Brandon Sanderson, autore comparso nella classifica dei bestsellers del New York Times per la sua serie Mistborn, è stato scelto dall’editor di Jordan – sua moglie Harriet McDougal – per completare l’ultimo libro. La portata e le dimensioni della storia erano tali da non poter essere contenute in un singolo volume, pertanto Tor è orgogliosa di presentare A Memory of Light: Gathering Storm come il primo di una breve sequenza di romanzi che completerà la battaglia contro l’Ombra, porterà a compimento un viaggio iniziato quasi vent’anni fa e concluderà La Ruota del Tempo, la più importante epica fantasy della nostra era”.

La seconda parte del testo pubblicato da dragonmount.com si riferisce più direttamente alla trama del volume, ma poiché contiene alcuni spoiler relativi al decimo e all’undicesimo romanzo, ancora inediti in italiano, preferiamo non riportarla.

Un ultimo episodio interessante è stato riferito da Jason. L’ultimo giorno Harriet gli ha donato una delle pagine originali del dattiloscritto de L’Occhio del Mondo, pagina della quale ha realizzato una scansione e pubblicato sul suo sito a quest’indirizzo: http://www.dragonmount.com/OurCommunity/wp-content/uploads/2009/04/eotw_manuscript_page_web1.jpg

Il brano si riferisce al primo incontro fra Rand e Ba’alzamon nel Mondo dei Sogni, che nell’edizione italiana della Collezione Immaginario Fantasy pubblicata da Fanucci si trova alle pagine 214-215. Al suo interno sono chiaramente visibili alcune correzioni editoriali.

La più significativa si trova là dove il Tenebroso dice “Ancora una volta ci troviamo faccia a faccia” (Once more we meet face to face). Sulla versione originale c’era scritto “Alla fine” (At last). Un minuscolo cambiamento, due sole parole corrette, ma una differenza enorme in fatto di significato. Che forse diventerà ancora più grande in futuro, stando a una battuta che Sanderson ha rivolto a Jason consegnandogli una pagina di The Gathering Storm.

Di questo nuovo foglio, però, Jason non dice nulla perché non lo ha letto. Non vuole trovare spoiler.

Per concludere con le parole di Richard Fife, la JordanCon è stata straordinaria. Robert Jordan ci ha lasciati ma la sua eredità rimane, forse anche al di fuori del mondo della Ruota del Tempo. Perché molti autori, ciascuno con le proprie opere e i propri mondi, continueranno a portare avanti la visione di Robert. Non quella di un mondo o di una storia, ma il concetto stesso di cosa può essere il fantasy.

Fai che il Drago cavalchi ancora il vento del tempo.