È possibile con il fantasy inviare messaggi importanti o è un genere utile solo come intrattenimento? E anche se fosse solo intrattenimento, sarebbe poi un male?
Il Dominio della Regola di Milena Debenedetti
Il Dominio della Regola di Milena Debenedetti

Certo che no,  saper intrattenere è un merito enorme. Il genere secondo me è il mezzo, l’ho già scritto altre volte. Dipende da chi lo usa, la scelta del mezzo che ritiene di volta in volta migliore per quello che ha in mente. Così come nella fantascienza si può scrivere dell’ottima space opera avventurosa, nel fantasy si può cercare maggiore impegno. L’importante, certo, è il risultato, che è comunque sempre interessare il lettore. Una brutta space opera, stupida e insensata, o un fantasy impegnato noioso come la fame non servono a nessuno. Prima di tutto il lettore.

Tornando al discorso che facevo prima, per me personalmente non è un caso che mi senta portata a scrivere fantasy, attualmente. E non è per sfruttare mode, ma perché mi trovo a mio agio, per dire alcune cose che ho voglia di dire, più che nella fantascienza (che pure continuo a scrivere, in contemporanea, ma su altri temi).

Ad esempio con il mondo della Regola mi sono divertita a immaginare una società sessualmente aperta  e con la parità dei generi, ma al tempo stesso opprimente per altri motivi, nemica della libertà di pensiero, fortemente gerarchica, stratificata e assolutista. Mi piaceva l’idea di base di far convivere questa contraddizione.

Un fantasy che ti piacerebbe aver scritto è…

La storia infinita di Ende. I viaggi di Gulliver.  O un qualche grandioso poema epico-mitologico, non importa di che area geografica: indiano,cinese, celtico, mediterraneo.

Leggi fantasy italiano? Che ne pensi? 

Non quanto vorrei, purtroppo. Ma mi riprometto di rimediare. A mia discolpa, posso solo ripetere che ultimamente ho trascurato proprio la narrativa in generale. Ma credo nel fantasy italiano, credo che ci siano stimoli e vivacità e si stia facendo le ossa, se solo non gli si tarperanno le ali sul nascere. Credo anche nel confronto, nel dialogo e nell’appoggio reciproco fra autori che si sta creando. E’ una bellissima cosa, fare fronte comune per crescere insieme. Sono belle le iniziative come la tua antologia. Io mi sento un po’ ai margini di tutto questo per limiti vari,di impegni e di età, ahimé; mi è difficile partecipare concretamente alle varie iniziative, agli incontri, ai dibattiti. Ma sono solidale.

Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente, meglio un aggettivo, per…

(Premesso che alcuni di questi autori li conosco poco, per cui sarebbe presuntuoso giudicarli, diciamo… un aggettivo di impressione, una associazione di idee.)

a.      J.R.R. Tolkien:  monumentale

b.      J.K. Rowling:  incisiva

c.       Marion Zimmer Bradley: noiosa

d.      Neil Gaiman: superficiale

e.       Frank Herbert: epico

f.        Valerio Evangelisti: corrusco

g.       Licia Troisi: tempestiva

h.       e… Milena Debenedetti: trasparente.

Mi sento sincera in ogni cosa che scrivo. Questo per concludere è tutto ciò che posso dire  di me.