Per comprendere meglio cosa sia Lucca Comics & Games, come si sia evoluta e cosa rappresenti oggi, ho ritenuto necessario incontrare i diretti interessati, coloro che hanno vissuto e hanno fatto almeno una parte – data la verde etade- della storia di questa manifestazione, ormai punto di riferimento, dopo la Fiera di Essen. Per motivi esclusivamente di opportunità, mi è stato più semplice parlare con i responsabili del Lucca Games. Ho chiacchierato con il coordinatore, Emanuele Vietina, con il valente referente della Segreteria Organizzativa, Andrea Parrella e con Dario Cherubino, il responsabile di The Citadel.

Nata nel 1966, quando nessuno credeva che a Lucca potessero approdare gli extraterrestri, la manifestazione ha vissuto tre importanti fasi, come sottolinea Emanuele Vietina: la prima dalla nascita fino al 1986, anno in cui si festeggiò il diciassettesimo compleanno, con la scritta augurale “Lucca vent'anni”, poi ci fu una battuta d'arresto per problemi economici-organizzativi. Grazie all'aiuto di Rinaldo Traini, scrittore, sceneggiatore e curatore di mostre, nel 1990 e questa è la seconda fase, si avviò un nuovo percorso in versione semestrale, per tornare alla cadenza annuale nella seconda metà di quegli anni. La terza fase inizia nel 2006, per la quarantesima edizione, quando dalla sede del Palazzetto dello Sport, la manifestazione si trasferisce all'interno della città.

È comprensibile intuire quanto fossero scettici i cittadini, invasi da questa orda di persone di tutto il mondo – alcune delle quali vestite in modo improbabile in un periodo in cui non è lecito insanire-, che girava per le strade, rendendo, cosa indubbia, più difficoltoso e complicato ogni spostamento. Subito, però, gli stessi si resero conto di quale fortuna potesse portare tale cambiamento.

Prima dell'invasione delle ultrapersone, Lucca non viveva quello che poi è diventato un evento caratteristico e peculiare del suo calendario. A favorire tutto è l'impianto urbanistico, che contribuisce a conferire un'atmosfera d'antan, la struttura rinascimentale e l'integrità delle Mura e dei Baluardi – scelti come locations per sfilate, giochi (come gli acclamati e apprezzati murder parties), alcuni dei quali durano fino a tarda notte-, resi fruibili grazie alla disponibilità e all'intelligenza dell'Ingegnere Giannini, nella sua qualifica di Responsabile dell'Opera delle Mura, come sottolinea Dario Cherubino, del Sindaco Mauro Favilla, dell'Assessore alla cultura Letizia Bandoni e di tutta la Giunta. Un modo stimolante di vivere la città.

Ovvio che qualcuno sia scontento, ma, come bisbiglia il saggio Vietina, l'importante è scontentare tutti allo stesso modo, e come suggerisce una donna di lunga esperienza, la nonna del coordinatore, "ci si mette in forma di gatto e si cerca di far convolare a giuste nozze". Saggezza della Lucania!

La cosa che ho potuto notare e che mi è stata confermata, è la cooperazione di visitatori e standisti con l'organizzazione. Sembra che tutti siano lì per un fine comune: divertirsi. Nessun tipo di vandalismo, nessuna rissa. Ciò che alcuni potrebbero temere come “pericoloso covo di ragazzi a dir poco strani” è invece un posto in cui agire per imparare le regole della convivenza, della tolleranza, del rispetto. “Tutti vogliono essere protagonisti – sostiene Emanuele Vietina- e a Lucca trovano il luogo e il modo in cui esprimere la propria creatività” e dare sfogo al proprio desiderio di evasione. “Le persone cercano un'identità” e qui sembra che la trovino, forse perché non si sentono costretti da regole di senso e non si applicano gli stessi metri di giudizio del quotidiano. “A Lucca – continua Vietina- c'è uno scambio vero. Chi vuole diventare autore ha le occasioni per farlo, perché questa è una manifestazione attiva.”

Giovani giocatori sotto le Mura di Lucca (Foto di Letizia Mirabile).
Giovani giocatori sotto le Mura di Lucca (Foto di Letizia Mirabile).

Per entrare a far parte di Lucca Comics and Games serve solo “un po' di fantasia e di bontà” cantava il ritornello nei dischi delle fiabe di Perrault. L'unica cosa che vale è la dimostrazione di passione, tant'è vero che nello staff ci sono persone non solo che vengono, e soprattutto tornano, da ogni parte del mondo, ma che sono stati degli turisti, che hanno vissuto la mostra dall'altro lato della barricata. Il primo anno, mi svelanno i responsabili, è una collaborazione gratuita, quasi un test per saggiare la passione infusa, l'affidabilità, la capacità di lavorare in gruppo, di risolvere i problemi. Poi dall'anno successivo si viene retribuiti.

In continua crescita – quest'anno si sono raggiunti i centoquarantamila visitatori, più di quattrocento gli espositori, ventimila i metri quadri occupati dalla manifestazione- si pone un'alternativa necessaria, come riflette Vietina “O si fa una maggiore selezione degli espositori, mantenendo la location a Lucca, oppure si trasferisce tutto all'esterno della città, ma vicino alle sue funzioni vitali. Ma non posso dire oltre.”

E con questa anticipazione, che mi lascia piena di curiosità, saluto l'impegnatissimo coordinatore, ingoiato dalla coltre di umanità colorata, che percorre i corridoi del padiglione.

(2 – Continua)