Non è facile consigliare questo volume. Vengo subito al punto. I motivi per cui leggere questo volume sono gli stessi per non leggerlo. Se siete lettori che vogliono leggere un capolavoro della storia della letteratura a ogni volume, lasciate perdere. Non è questo il caso. Il volume s'inserisce in un solco ormai consolidato, quello del romanzo fantastico per adolescenti, avente per protagonista proprio due adolescenti.

Più simile a La Bussola d'oro che a Le cronache di Narnia, con delle invenzioni concettuali che ricordano anche, ma solo per alcuni elementi come la città isolata nel nulla e la coppia di giovani protagonisti, La città di Ember. Ma di riferimenti, cercando a ritroso ne potremmo trovare a partire da Charles Dickens. Ed è in fondo la sua Londra assolutamente realistica ad apparire ancora oggi più visionaria e inquietante di qualsiasi città inventata.

Un prodotto confezionato con una ambientazione ponderata e con protagonisti ben caratterizzati, ma poco originali. Mark e Lilly, i due protagonisti, sono i soliti reietti. Mark venduto dal padre, Lilly abbandonata in orfanotrofio, sono al servizio della potente Gilda degli Astronomi. In possesso in realtà, autentici schiavi. L'Agorà è una città di un probabile futuro che è una trasfigurazione portata alle estreme conseguenze del mondo attuale, dominato dagli interessi del Mercato.

Il volume è Fantasy nell'accezione più ampia del termine,non perché tratti di regni fantastici e di magie o guerrieri, ma perché gli elementi fantastici, i succhiaemozioni per esempio, non hanno una spiegazione che affonda le sue radici nella tecnologia, ma come metafora della dipendenza da droghe, sembrano svolgere una funzione quasi pedagogica. C'è poi un destino da compiere, per onorare il "Patto" del titolo. Ma la ricerca alla fine è quasi tutta interiore, come nei classici romanzi di formazione; una metafora della crescita.

La cattiva notizia è che questo volume è il primo di un ciclo. Non finisce troncato in malo modo, ma il finale apre gli orizzonti claustrofobici, limitati dalla alte mura della città, e presagendo alla esplorazione dei due ragazzi del mondo esterno.

Il mondo narrativo di Whitley quindi è in piena espansione. L'autore ha tenuto parecchie carte in mano. Ineccepibile da un punto di vista di costruzione narrativa, è paradossalmente proprio questo il punto debole dell'opera.

Il messaggio di per sé non è originale. Che tutto sia commercio e che tutto sia in vendita lo sappiamo anche oggi. Che bene e male non siano categorie così distinte non ci è nuovo. La differenza dovrebbe sempre essere nel come le cose vengono raccontate. E qui il mestiere non manca, persino i nomi di alcuni personaggi, penso all'enigmatico Lord Ruthven e a Lilith, non sembrano dati a caso.

Ma quello che veramente manca al lettore più esigente è la sensazione che leggere questo libro sia indispensabile. Che la lettura di questo libro possa donare emozioni veramente nuove.

Ma questo potrebbe essere il punto di forza per chi voglia un prodotto che, pur senza particolari guizzi di originalità, ha il pregio di non avere buchi narrativi evidenti, scritto discretamente quindi, che possa intrattenere senza fare danno. L'equivalente letterario di uno di quei film per famiglie del Disney Channel, realizzati con professionalità, che si seguono per un paio d'ore e poi si possono dimenticare, ma senza avere la sensazione di aver completamente perso il proprio tempo.

Può anche essere questa la funzione della lettura. A voi la decisione.