‘Buonasera.

Probabilmente tua madre merita di morire.

Sì, certo; tu vuoi bene alla tua mamma. Ma sei sicura di conoscerla bene?’

Al suo debutto letterario, Leander Deeny, scrittore e attore nato a New York da genitori irlandesi, presenta con successo Gli Incubi di Hazel, romanzo affermatosi anche in ambito internazionale.

La protagonista del romanzo è Hazel, una bambina di sette anni ospite di zia Eugenia e del cuginetto Isambard. Prima di lasciarla nelle mani della cattivissima zia, i genitori – in partenza per un viaggio di tre settimane in Egitto – le raccomandano di comportarsi bene e di andare d’accordo con i parenti. Ma Hazel odia sua zia, e spera in cuor suo che le settimane nell’angusto e inquietante maniero di Eugenia passino in fretta. Vedova, zia Eugenia aveva perso il marito – un barone affascinante –  in uno sfortunato incidente allo zoo presso il recinto delle tigri, e da allora era diventata proprietaria del maniero, dei terreni circostanti, della servitù e di ogni avere lasciato in eredità dal defunto marito; una donna irascibile, impaziente e crudele che non perde mai occasione di insultare e trattar male sua nipote.

Passati i primi, orribili giorni, Hazel - instaurando con Isambard un instabile rapporto di amicizia - fa la conoscenza con degli strani cuccioli accuditi dallo stesso cugino: un cane con la testa di legno, una coppia di porcellini siamesi, e delle anatre che fumano sigarette nello stagno adiacente al maniero. Nonostante l’incessante tiranneggiare della zia, Hazel riesce a impegnare le giornate trascorrendo il tempo con Isambard e facendo la conoscenza della servitù. Ma una sera, dopo l’ennesima lite con zia Eugenia, Hazel, esausta, decide di scappare dal maniero. Addentrandosi nel bosco, incontra un gruppo di bizzarri mostri con sembianze animalesche: per metà struzzo e per metà rana; per metà gorilla e per metà ghepardo; per metà pitone e per metà porcospino.

Facendo quindi amicizia con lo Struzzorana, con il Gorillopardo e con il Pitospino, Hazel scopre che gli strani esseri altro non sono che Incubi, pronti ad addentrarsi ogni notte nella camera da letto della zia, allo scopo di spaventarla. A questo punto Hazel è intenzionata ad aiutare gli Incubi – dai modi un po’ goffi e tutt’altro che spaventosi – e vendicarsi pertanto delle prepotenze di zia Eugenia. Ma la personale crociata di Hazel è destinata a mutare completamente le sorti dei protagonisti, al fine di svelare segreti e verità sul passato di Eugenia e Isambard.

Il romanzo di Leander Deeny è una favola adatta a ogni età. Nell’incipit, già dalla prima frase, si delinea lo stile, semplice e accattivante. Scritto quasi interamente in terza persona, Deeny fa uso di riflessioni proprie, senza abusarne, trasformandole in intelligenti pause narrative, usando invece la prima persona, sottoforma di diario quotidiano, per raccontare pensieri e paure di Eugenia, e allo stesso tempo spiegare le azioni compiute dagli Incubi e da Hazel. Il ritmo è incalzante, e non si ha mai la sensazione di imbattersi in punti morti. Scorrevole ed equilibrato, sicuramente uno dei punti di forza di Deeny, capace di non perdersi in scanzonate e poetiche descrizioni o lunghi dialoghi, ma di rapire il lettore proprio attraverso la semplicità: un componimento limpido e pulito, che non vuole essere l’ennesima riproposizione di una favola in chiave dark.

Si è di fronte a un romanzo pieno zeppo di figure e ambienti tenebrosi: gli Incubi, gli animali di Isambard e l’intera proprietà di zia Eugenia. Il lettore più smaliziato e preparato troverà, nelle pagine di Deeny, riferimenti a classici del passato – L’Alice e il Paese delle Meraviglie di Caroll, per fare un esempio, citato proprio in copertina –, senza tuttavia avere l’impressione di una grossolana scopiazzatura. Nessun plagio, dunque, semmai un’ispirazione e al tempo stesso un omaggio; un libro indipendente che non pretende di essere la brutta copia di classici rinomati.

Lo stile semplice ed efficace di Deeny si rispecchia anche nella caratterizzazione dei personaggi. Alla tremenda zia Eugenia bastano poche battute per presentarsi come l’incarnazione della pura malvagità, indisposta e sempre inviperita, per poi scoprirsi vulnerabile nei resoconti giornalieri riportati nel diario. A Isambard, probabilmente il personaggio più interessante di tutto il romanzo, Deeny regala momenti tra il dolce e il malinconico, delineandolo come un piccolo genio che vive in un mondo tutto suo, nel quale la realtà entra in gioco nel modo più crudele, in quanto orfano del padre che amava. Hazel, invece, è il filo conduttore della storia: attraverso lei, Deeny manovra le azioni degli altri personaggi, e conduce il lettore nei vari angoli di ambientazione. Mentre gli Incubi, distinti anche da tre diversi tipi di carattere (il corsivo, lo stampatello e il grassetto), sono personaggi ambigui, pronti a sorprendere e a strappare più di un sorriso al lettore.

Nel suo essere macabro, Deeny narra comunque un’esperienza leggera e divertente, ornata dalle belle illustrazioni di David Roberts: grotteschi disegni stilizzati che aprono e chiudono il libro, e che fungono da introduzione per ogni capitolo. E si arriva all’epilogo più che soddisfatti, volendo anche perdersi nella morale perfettamente in stile con la storia. Un libro che si legge tutto d’un fiato - in cui, in fondo, non ci sono né buoni né cattivi, solo personaggi da scoprire.