A scanso di equivoci diciamo fin dall’inizio che questo film sui vampiri non fa parte di quel nuovo filone romantico à la Twilight, New Moon o True Blood che sta andando tanto di moda in questi anni. Nessuna storia d’amore tra giovani vampiri, nessuna fanciulla desnuda. The daybreakers non ha quindi un target adolescenziale e possiamo ascriverlo ad un genere fantascientifico-horror con alcune parti decisamente splatter e gory che non dispiaceranno al palato di alcuni cultori del genere.

La storia è ambientata nel vicino 2019 dopo che un misterioso virus epidemico che tramuta in vampiri ha contagiato il 95% della popolazione mondiale. Il contagio avviene tramite morso ovviamente e molti umani si “fanno contagiare” volontariamente per sfuggire alla morte: il virus vampiresco dà infatti l’immortalità. Il resto degli umani che ha deciso di non diventare vampiri viene utilizzato come fonte di sangue nelle “blood farms” (letteralmente fattorie del sangue). Edward Dalton interpretato da Ethan Hawke, lavora proprio nella più grande compagnia che produce sangue come capo ematologo. Il suo compito è trovare un sostituto artificiale al sangue “munto” dagli umani, perché questi ultimi stanno scomparendo, le scorte mondiali stanno finendo e il mondo dei vampiri sta andando in crisi. La penuria di sangue poi, trasforma i civili e pacifici cittadini  vampiri in bestie semi-intelligenti assettate di sangue, incapaci di vivere in una società organizzata. Infatti la società dei vampiri descritta nel film è del tutto simile a quella umana a parte che vive di notte (la luce solare li uccide) e si nutre esclusivamente di sangue umano. Questo rende sicuramente il film affascinante e lo differenzia rispetto ad altri tentativi di descrivere una società vampiresca che soppianta l’umanità, per esempio Io sono leggenda di Richard Matheson. Dopo una dettagliata descrizione della società vampiresca il film si sposta sulla tematica centrale: utilizzare gli esseri umani come vacche da mungere è etico? Edward ha dei dubbi e viene contattato da alcuni umani, tra i pochi sopravvissuti al contagio e alla schiavitù del sangue. Esiste una cura per tornare umani e loro la conoscono. Ma tutto si scontra con l’aggressività di Charles Bromley (intepretato da un malvagio Sam Neill) capo della più grande multinazionale del sangue dove Edward lavorava, che farà di tutto per evitare di far conoscere la cura. The daybreakers in definitiva è un buon film che riprende tematiche vecchie ma in un contesto originale, amalgamando atmosfere futuristiche a tematiche vampiresche.

E’ solo per un caso sfortunato che venga proiettato dopo il successo di Twilight, e questo influirà forse negativamente sul pubblico a causa di un’indigestione di pellicole vampiresche, ma come ci ricorda lo stesso Hawke lui firmò nel 2007 e lo script fu completato nel lontano 2004, ben prima che uscisse il tormentone Twilight.

Il cast è di eccellente livello e oltre ai già citati Hawke e Neill ricordiamo un ottimo Willem Dafoe. La presenza poi di pochissimi effetti speciali in CGI, preferendo il classico make-up e ottime scenografie naturali, rende il film convincente e iperrealistico. 

Venendo al plot la storia incomincia molto bene e scorre lentamente (difficilmente annoverabile ad un classico film d’azione visti i tempi e la tensione dettata dalle tematiche) ma senza annoiare; ma non possiamo però non rimanere delusi da un finale sotto tono, di certo non al livello dei primi 3/4 del film. Un finale tra l’altro che si lascia andare ad uno splatter eccessivo non in linea col resto del film.

Da aggiungere anche l’ambiguità di scelte della natura vampiresca. Per tutto il film la vampirizzazione viene spiegata in termini razionali come data da un virus e si respira un’aria di plausibilità scientifica difficilmente riscontrabile in altre pellicole vampiresche, ma da metà del film in poi i vampiri esplodono se trafitti da paletti sul cuore scomparendo nell’aria, senza contare il cliché dell’impossibilità di vedersi allo specchio.

E’ un peccato perché The daybreakers sarebbe potuto diventare un ottimo film intelligente di fantascienza con tematiche horror che non strizza un occhio alle tempeste ormonali dei teenager, ma fallisce nel portare avanti un lavoro completo e coerente.

Un buon lavoro per i fratelli australiani Spierig (che si cimentarono con il precedente horror Undead) ma hanno ancora molta strada da fare. Li seguiremo da vicino.