Alan, con God of Clocks, appena pubblicato in Italia col titolo de Il dio delle anime siamo di fronte al terzo e ultimo romanzo nella trilogia di Deepgate. Come ti senti nell'accomiatarti con un'opera così complessa e intrigante? È possibile un rientro?

Bè, come i lettori avranno capito, un ritorno a Deepgate rimane possibile, e dunque è più un arrivederci che un addio. Tenendo a mente ciò, tuttavia, sono più che felice di spostarmi su nuovi temi.

Ciò che mi interessa di più nell'intera trilogia è il tuo stile, inteso e quasi carnale. Pensi che il fantasy dovrebbe essere così realistico come tu lo concepisci e proponi?

Come lettori, abbiamo tutti dei gusti differenti. Personalmente, penso che il fantasy abbia uno spettro abbastanza largo per comprendere una grande varietà di stili. Quando io scrivo, io ho un'immagine molto chiara in mente della scena particolare che sto per descrivere, e dunque riproduco questa stessa identica immagine per il lettore. La mia prosa si basa molto sull'immagine, ma questo è solo il mio caso e quello di chi ama i miei libri. Altri lettori possono avere altre preferenze.

Fantasy crossoverizzato con lo steampunk: catene, ferro e acciaio, castelli semoventi, fiumi di sangue. Allora è proprio finita coi maghi, gli stregoni e gli elfi?

Personalmente sono cresciuto con un fantasy più scuro, materico, tangibile e meccanico. Ho amato Tolkien, ma non mi interessa riproporlo. Elfi e hobbit avranno sempre un posto nel cuore dei lettori, e penso che vada bene così.

Dei, angeli, demoni, l'inferno…Da dove viene questa tua fascinazione per il soprannaturale?

A dire il vero non lo so. Io sono una persona molto razionale. Non credo in dei, fantasmi, demoni, dischi volanti, fate, o qualsiasi cosa che possa essere considerata soprannaturale. Nemmeno un po', nemmeno in un giorno strano – eccetto, forse, per un secondo o due, dopo avere udito un suono misterioso nella notte. E tuttavia mi piace l'idea di un soprannaturale che diventi tangibile. 

Il tuo inferno è sanguinoso e pieno di orrore, i tuoi angeli sembrano più demoni che creature benefiche. Male e disperazione sembrano l'essenza stessa che governa Deepgate…

Sì, direi che l'immagine che ti è arrivata è quella giusta. Deepgate non è proprio il posto più semplice dove vivere…

Carnival sembra essere uno dei tuoi personaggi preferiti. E, anche, una specie di saggio sulle psicosi assortite, o mi sbaglio?

Carnival ha qualche problema, questo è sicuro. Comunque, tutte le sue psicosi derivano dal fatto che nel profondo lei ha una coscienza. Di fatto lei è estremamente vulnerabile, e penso che questa sia una caratteristica importante di ogni semidio insanamente violento e reso folle dal sangue.

Le donne nei tuoi romanzi. Sembrano tutte portare un peso immane sulle spalle.

Carnival e Rachel di sicuro. Penso che a Rachel occorresse quell'aspetto caratteriale per poter capire Carnival.

Avevi in mente un'immagine precisa quando hai cominciato a creare il mondo di Deepgate?

Decisamente sì. Ero in una pensione di Budapest a pensare a ruggine, cicatrici e catene. Può sembrare strano, ma all'epoca ascoltavo molto la musica dei Pixies.

Diversamente rispetto ad altri personaggi John Anchor sembra l'unico capace di prendere la vita con leggerezza. Come definiresti la sua personalità?

È un uomo amichevole e aperto, gli piace mangiare, bere e combattere e trova la vita divertente, ma è molto più intelligente e brillante di quanto faccia finta di essere.

A parte i nomi degli dei, il tuo Pantheon assomiglia in po' a quello di Battlestar Galactica. Hai mai pensato a scrivere un fantasy sul Pantheon cristiano?

Lo scorso Natale la mia compagna mi ha regalato la prima serie di Battlestar Galactica – bè, pensavamo in effetti che fosse la prima, ma poi abbiamo capito che si trattava di una mini-serie precedente e un po' deludente. In ogni modo, il loro Pantheon si basa sulla mitologia greca. Come gli dei dell'antica Grecia, quelli di Deepgate sono decisamente umani nella loro natura, e dunque hanno i loro difetti. Mi riuscirebbe molto difficile introdurre in un fantasy un personaggio davvero onnipotente come il Dio cristiano, perché a lui basterebbe un semplice atto di volontà per cambiare la sua agenda. Sempre ammesso che lui ne abbia una… 

Il fantasy continua ad avere un grande successo come letteratura di genere. Perché?

Perché stimola l'immaginazione.