Torna la saggistica lovecraftiana alla Dagon Press. Un intero volume di 240 pagine viene dedicato allo studio e all’analisi letteraria di tre dei primi racconti di H.P. Lovecraft.

Tre racconti molto famosi dell’horror, pur se  slegati dal più famoso ciclo dei Miti di Cthulhu: Nyarlathotep, I Topi nel Muro e Aria Fredda.

A redarre il volume è Umberto Sisia, collaboratore di Studi Lovecraftiani, che in questo libro si è occupato di analizzarli minuziosamente, quasi paragrafo per paragrafo, sviscerandone tutti gli aspetti narrativi, ogni ascendenza letteraria, simbolica, mitologica e culturale presente, e i numerosi significati filosofici e reconditi sottesi nel testo, allo scopo di scoprire l’universo che si racchiude dietro i grandi racconti del Maestro di Weird Tales. Il libro, intitolato Agenti del Caos. Tre Racconti di Lovecraft fra Innovazione e Tradizione, è illustrato con tavole di autori contemporanei, e si compone di tre lunghi capitoli, ognuno dedicato ai racconti in questione:

1) “Mitoipoiesi onirica: Il singolare caso di Nyarlathotep”.

2) “I Topi fuori dal muro: Un’indagine su un racconto gotico di Lovecraft.

3) “Cool Air: Il freddo e le sue conseguenze”.

Il libro è introdotto da una presentazione del prof. Massimo Berruti, autore di saggi sullo scrittore di Providence che sono stati pubblicati su diverse riviste americane, tra cui Lovecraft Studies, Lovecraft Annual, Studies in Fantasy Fiction, oltre che sulle pagine della rivista italiana Studi Lovecraftiani) di cui riportiamo qui sotto un piccolo estratto, riportato anche nella quarta di copertina del volume.

Agenti del Caos” si compone di tre saggi dedicati a tre diversi e differenti racconti di H. P. Lovecraft. La scelta va dal racconto breve di ispirazione onirica "Nyarlathotep" (1920), alle tematiche goticheggianti e più dichiaratamente Poe-sche de "I topi nel muro" (1923), per finire con le atmosfere macabre apparentemente classiche di "Aria fredda" (1926). Tutte opere considerate "minori" nella produzione di Lovecraft, così come apparirebbero a un giudizio superficiale, ma che si rivelano invece attraverso la brillante analisi di Sisia come opere intimamente legate da un "filo rosso" che non si limita a coinvolgere aspetti esclusivamente formali (quali il dialogo che Lovecraft instaura tra il vecchio e il nuovo della letteratura weird, la sua ricerca di una voce originale e di un affinamento dei mezzi espressivi), ma che pure rivela una sorprendente, e a prima vista insospettabile, coerenza tematica. Quindi si tratta di testi significativi per arrivare al concetto seminale dei Miti scaturiti dalla filosofia cosmica dello scrittore.

Proprio con riferimento alla collocazione temporale di questi racconti, è importante rilevare che il sottotitolo del saggio reciti "Tre racconti di Lovecraft fra innovazione e tradizione". È infatti sulla dialettica tra questi due poli, quello della novità e quello del rispetto della tradizione, che Sisia innesta il proprio discorso critico, rilevando acutamente come le tre opere lovecraftiane rappresentino tappe significative di quella "palestra" scrittoria in cui il solitario di Providence si cimentò nella fase precedente la creazione dei “Miti di Cthulhu”. Una lunga fase di "rodaggio" durante la quale Lovecraft intrattiene un costante dialogo con la tradizione gotica classica, l'onirismo di Dunsany, la lezione di Poe, Machen e Chambers, contemporaneamente affinando i propri strumenti espressivi e ponendo le basi estetiche necessarie allo sviluppo di una poetica autenticamente nuova e squisitamente "lovecraftiana", quella per intenderci che renderà i suoi "Miti di Cthulhu" (o, per dirla alla Joshi, "Miti di Lovecraft") il contributo più originale alla letteratura del terrore e fantascientifica, sul piano filosofico non meno che su quelli letterario ed estetico.

Umberto Sisia, AGENTI DEL CAOS. Tre Racconti di Lovecraft fra Innovazione e Tradizione

Ed. Dagon Press, 2010 pp. 240 – 16 euro

Sito web: http://studilovecraftiani.blogspot.com/