Alice Montanaro e Gianandrea Siccardi a Modena Fantasy
Alice Montanaro e Gianandrea Siccardi a Modena Fantasy
Di solito la cosa più difficile in un romanzo scritto a più mani è quella di riuscire a stabilire sin da subito il proprio ruolo e il proprio spazio per una proficua collaborazione. Che limiti vi siete imposti l’un l’altra per la realizzazione del libro? Vi siete mai trovati in contrasto su qualche elemento o passaggio del testo?

Gian: all'inizio scrivevamo insieme, ma era troppo complicato. Abbiamo perciò deciso di dividerci la storia in capitoli. Sappiamo entrambi come cominciano e come finiscono, ma il resto è una sorpresa.

Alice: quando abbiamo cominciato a scrivere un capitolo a testa ci siamo posti pochi paletti: ognuno nel suo pezzo era libero ma i capisaldi venivano decisi precedentemente per non incorrere in errori di logica.

Per quale motivo avete cominciato a scrivere?

Gian: adoro leggere. Ogni anno riesco a finire molti libri ed è sempre stato un mio sogno scriverne uno. Idearlo insieme ad Alice è stato l’incentivo che mi ha fatto cominciare.

Alice: leggere è sempre stato uno dei miei passatempi preferiti; l’idea di scriverne uno è venuta un po’ per caso, ma mi ha coinvolto da subito.

Da cosa traete ispirazione quando scrivete?

Gian: per scrivere cerco sempre un luogo, un panorama che mi stupisca e mi emozioni. Spesso è un bosco, altre volte è un porticciolo o il paesaggio visto da una collina. Se manca il panorama cerco rifugio nella musica.

Alice: dal luogo in cui mi trovo, spesso per descrivere paesaggi di montagna ci siamo recati in montagna, per rendere il tutto più realistico e cogliere i particolari direttamente dalla natura.

La maggior parte degli scrittori trova molto difficile mettersi in contatto con un grande editore per veder pubblicato il proprio libro nel cassetto. Voi come ci siete riusciti? Vi siete rivolti a un’agenzia letteraria o avete semplicemente tentato di inviare il manoscritto?

Gian: ci siamo rivolti a Vicki Satlow, il nostro agente. Ci è stata di grande aiuto in ogni passaggio del processo editoriale.

Alice: abbiamo avuto fortuna nel rivolgerci a Vicky Satlow; ci ha seguiti in tutto il processo editoriale.

Quanto hanno influito gli studi compiuti sulla vostra evoluzione stilistica e sul contenuto?

Gian: mi sono diplomato come perito elettronico e sto per laurearmi in amministrazione aziendale. Prima dell'università credevo che fosse più importante il contenuto rispetto alla forma. Adesso capisco che sono più o meno sullo stesso piano. In ogni caso i miei studi hanno certamente influito: credo che sia importante andare dritto al punto, al cuore della storia, senza troppi fronzoli e ghirigori.

Alice: in realtà molto poco. Io studio medicina e sono più abituata a contornare ogni frase con parole ricercate e periodi contorti; questo libro mi ha aiutato a snellire il mio modo di esprimermi.

Avete qualche consiglio per chi desidera raggiungere il vostro traguardo?

Gian: Quale traguardo? Pubblicare non è che il punto di partenza. Non ho l’esperienza per dare consigli. Al massimo posso citare un detto di Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. Chi sogna la pubblicazione non deve demordere.

Alice: ci vuole tanta fortuna ma anche molta perseveranza. Queste due doti ci hanno premiati.

Quale o quali di queste tre possibili risposte potrebbe riguardarvi personalmente?
un libro deve trasmettere sentimenti;
un libro deve contenere una morale;
un libro dev’essere scritto col solo obiettivo di appassionare il lettore.

Gian: credo che un libro debba appassionare il lettore e che per farlo non sia possibile tralasciare i sentimenti. Non sono un fermo sostenitore dei libri che trasmettono una morale: in alcune delle mie storie preferite non sono i buoni a vincere. Mi piace quando un libro rispecchia la realtà: non sempre vincono i buoni, almeno nel breve termine.

Alice: io credo che un libro debba sempre lasciarti qualcosa, anche se la morale non è esplicita o se il finale non è roseo come ce lo aspettavamo. L'importante è finire la lettura e sentirsi arricchiti.

Passiamo alla Profezia di Arsalon: innanzitutto perché questo titolo?

Gian: Come in tutte le scelte, c'è stata una mediazione. Il titolo è frutto del tira e molla tra le nostre preferenze, quelle dell’agente e quelle dell’editore.

Alice: c'erano parecchi candidati; alla fine è stato scelto quello ritenuto migliore da una lista di nostre proposte.

È tutto merito della vostra fantasia o ci sono alcuni elementi estrapolati dalla realtà?

Gian: tutto è frutto di elementi estrapolati da esperienze vissute e storie ascoltate. Combinare gli elementi è il nostro unico merito.

Alice: di pura fantasia non c’è praticamente nulla: sono tutte piccole e grandi esperienze vissute o raccontate.

Qual è il personaggio a cui vi siete più affezionati all'interno del romanzo?

Gian: Toc, l'asino, ha vinto il “premio simpatia” da quando Alice si è impuntata per salvarlo dalle mie grinfie.

Alice: Toc è senz’altro il mio personaggio preferito, incarna a suo modo la tenerezza e il coraggio.

Quali sono i dettagli che ritenete di aver curato maggiormente nella trama e nelle scene del libro?

Gian: quando scrivo mi concentro e cerco di pensare a cosa vorrebbe il lettore o cosa potrebbe colpirlo. Per questo ho cercato di dare un ritmo rapido al libro, proponendo più azioni che descrizioni. Spero di aver curato i colpi di scena.

Alice: io penso ci sia molto spazio per la fantasia del lettore, il libro è scorrevole e lascia la possibilità di immaginare i particolari di un paesaggio, di un edificio o di una battaglia. Abbiamo lavorato sopratutto per rendere la lettura piacevole e scorrevole e in questo l’editor ci ha molto aiutati.

Come mai proprio questo genere piuttosto di un altro? C’è qualcosa che vi lega particolarmente a esso?

Gian: non siamo stati noi a scegliere questo genere: è lui ad avere scelto noi. Può sembrare strano, ma quando scrivo non sento che la storia sia frutto della mia mente. Io sono solo il mezzo, il tramite che cerca di delineare i fatti nel miglior modo possibile. Per ora ho fatto del mio meglio, ma devo certamente migliorare.

Alice: il fantasy è il mio genere preferito, quindi la scelta è stata scontata, non ci ho neanche pensato più di tanto.

Che progetti avete in merito a La profezia di Arsalon? Vi fermerete a una sorta di romanzo autoconclusivo oppure porterete avanti il progetto?

Gian: il progetto è già andato avanti. Il secondo libro è quasi pronto per essere dato in visione agli editor; se la storia sarà accettata continueremo con il terzo capitolo.

Alice: in realtà il secondo capitolo è praticamente pronto, quindi l'intenzione sarebbe quella di proseguire questa avventura.