In passato ci siamo timidamente occupati anche del settore ludico, ma senza mai approfondire e senza curare una sezione recensioni, una lacuna che andava colmata.

Era tempo che prendessero forma alcune delle iniziative che fin dall’inizio avremmo voluto portare avanti, e che la verifica delle forze in campo ci aveva consigliato di rimandare al momento in cui sarebbero arrivati i rinforzi.

Eccoli, dunque, Roberto Chiavini da Firenze. Un'insana passione per il fantastico e un folle terrore dei clown (fatto che scopre da piccolo e che lo turberà non poco quasi vent’anni dopo alla lettura di It di Stephen King, non fosse altro perché il protagonista di quel romanzo da bambino era balbuziente e occhialuto).

Nel 1977 gioca il suo primo gioco di simulazione (Okinawa della International Team) e legge il suo primo libro di fantascienza (Gli incappucciati d’ombra di Edmond Hamilton), entrambi destinati a un ruolo importante nella sua vita. Nel 1984 gioca per la prima volta a un gioco di ruolo (Dungeons & dragons) e, lui ancora non lo sa, ma la sua vita cambia per sempre.

Nella prima metà degli anni è colto da furore letterario e scrive una settantina di racconti fantastici (tutti o quasi rimasti nel cassetto, anche se il suo 24 Gabriel Street arriva tra i segnalati al Tolkien del 1985). Nel 1990 si laurea con il massimo dei voti in storia romana (ma è un’altra storia).

Nel 1991 con altri amici pubblica Il gioco di ruolo di Dylan Dog con la fiorentina Das Production. Durante il dottorato di ricerca in storia romana (è sempre l’altra storia) continua l’esperienza ludica nella Das Production, pubblicando altri supplementi per il gdr di Dylan Dog e collaborando alle edizioni italiane di GURPS, Ars Magica e Vampiri.

Nel 1996 pubblica insieme a Gian Filippo Pizzo il Dizionario dei Personaggi Fantastici (vincitore del Premio Italia come miglior saggio in volume) e inizia a collaborare, sempre insieme a Pizzo, con il Giornale dei Misteri, dove cura la rubrica dedicata al fantastico (collaborazione proseguita fino al 2003).

Sempre dagli anni Novanta collabora con diverse altre riviste del fantastico (in particolare Yorick, Cosmo informatore e Delos) e del mondo del gioco (Rune, Kaos e le americane Fire & Movement, Command, Strategy & Tactics, Moves). Nel 2001 pubblica sempre con Gian Filippo Pizzo e con l’aggiunta del novarese Michele Tetro Il Grande cinema di fantascienza da “2001” al 2001, che vince nuovamente il premio Italia. Nel 2003 pubblica il secondo volume dedicato al cinema di fantascienza, ancora con l’editore romano Gremese, mentre è atteso per la fine del 2004 il volume dedicato al cinema fantasy (per poi finalmente passare al cinema horror sua non nascosta passione).

Nell’ambito del gioco ha ottenuto la nomination al prestigioso Charles Robert Award (quasi un unicum per un italiano) per il wargame autoprodotto Innocence Lost, sulla battaglia di First Bull Run della guerra civile americana. Altri wargames da lui ideati e prodotti sono poi Obbedisco (sulla campagna di Bezzecca), First Step to Victory (su Montebello 1859), Edgehill e Naseby (questi ultimi sulla guerra civile inglese). Dal 1996 è co-proprietario del più antico negozio di giochi di ruolo e di simulazione di Firenze, Stratagemma. Ha una collezione sterminata di giochi di simulazione (oltre 500), migliaia di fumetti, migliaia di libri fantasy, horror e fantascienza, centinaia e centinaia di film fantastici, e una casa che è ormai troppo piccola per contenere tutte le sue manie.

Quale soluzione migliore allora che prendere alcuni di questi preziosi oggetti sottobraccio e portarli su Fantasy Magazine per raccontarveli?

Si comincia con la versione gioco di un’opera letteraria che ormai è già un classico: Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R: Martin. Roberto si è divertito a provarlo e qui potete trovare le sue impressioni.

Buona lettura