Durante un'esercitazione di volo, i due fratelli barbagianni Soren (Jim Sturgess) e Kludd (Ryan Kwanten), a causa di un battibecco, finiscono in un brutto guaio: precipitati dall'albero su cui vivono insieme ai genitori Noctus e Marilla, alla tata rettile Signora Plithiver (Miriam Margoyles) e alla sorellina Eglantine (Adrienne DeFaria), Soren e Kludd vengono rapiti da due inquietanti gufi e condotti all'Accademia di Sant'Aegolius. Lì, le sorti dei due fratelli si separano: Kludd entra a far parte del corpo scelto di soldati del feroce Metal Beak (Joel Edgerton)  e della sua compagna Nyra (Helen Mirren), mentre Soren diventa estrattore insieme alla sua nuova amica Gylfie (Emily Barclay). Compito degli estrattori è scavare in una tetra miniera in cerca di alcuni frammenti di pietre in grado di generare una spaventosa energia distruttiva.

Scampati all'ipnotico abbaglio lunare con cui Metal Beak e Nyra tengono in scacco tutti i loro ostaggi, Soren e Gylfie imparano a volare e riescono a fuggire dall'Accademia. Una volta liberi, i due amici, accompagnati dalla civetta Digger (David Wehnham) e dall'allocco Twilight (Anthony LaPaglia), andranno in cerca del Grande Albero dove dimorano i Guardiani di Ga'Hoole, gli unici in grado di fermare i piani di dominio di Metal Beak e Nyra.

Il Regno di Ga'Hoole - La Leggenda dei Guardiani, di Zack Snyder (Watchmen, 300) ha il difficile compito di adattare per lo schermo i primi tre volumi - La Cattura, Il Grande Viaggio, Duello Mortale - delle serie di romanzi dedicata ai Guardiani, scritta da Kathryn Lasky. Edita in Italia dalla Mondadori, la serie si compone in tutto di quindici libri, di cui al momento sono stati pubblicati, oltre ai primi tre, anche il quarto e il quinto, L'Assedio e La Spia

La confluenza in una pellicola unica di tre storie distinte - seppur collegate tra loro - si avverte nel film di Snyder: dopo una prima tranche basata su un ottimo equilibrio narrativo, a un certo punto La Leggenda dei Guardiani inizia a dare per scontati alcuni eventi, che non vengono trattati in modo esaustivo, lasciando per un po' l'impressione che il film stia procedendo a tentoni senza una visione globale coerente. Impressione che, a onor del vero, si perde nelle fasi finali della pellicola, che recupera anche grazie alle sorprendenti scene che vedono combattere gufi e civette, ben valorizzate dal 3D.

A sopperire alle défaillance relative alla trama, c'è una buona caratterizzazione dei personaggi, sia dal punto di vista psicologico - con poche battute si riesce a comprendere il carattere e le motivazioni alla base di tutti i personaggi principali - sia sotto il profilo della realizzazione tecnica, curata da Simon Whiteley e Grant Freckelton, che già avevano lavorato insieme a Snyder per gli effetti visivi di 300. Nonostante l'oggettiva difficoltà di animare specie diverse di animali - gufi, barbagianni, civette - ognuno dei protagonisti di Il Regno di Ga'Hoole ha una sua fisionomia che lo distingue dagli altri, curata nei minimi dettagli. 

Il fatto che ogni personaggio della vicenda appartenga a una specie animale è allo stesso tempo pregio e difetto dei Guardiani di Ga'Hoole, non limitatamente al film, ma in generale per la storia stessa: la trama è, tutto sommato, classica. C'è il giovane protagonista sognatore, il fratello-rivale cinico e disilluso, l'antagonista brutto e cattivo e il maestro saggio, che nonostante l'età che avanza ha ancora qualcosa da insegnare, la lotta tra il bene e il male, il potere dei sogni. L'originalità sta nel fatto che tutti questi ruoli 'tipici' vengono ricoperti da barbagianni, gufi e civette, e non da elfi o vampiri. Per apprezzare il film di Snyder si deve però essere disposti ad accettare un film dalla trama fantasy in cui il protagonista è un barbagianni: chi non apprezza temi fantastici e gufi e civette non entrerà nel meccanismo del film, rimanendone deluso.