Genere: action in terza persona.

Anno: 2011.

Piattaforme: PlayStation 3, Xbox 360, Microsoft Windows.

Versione provata: PlayStation 3.

Sviluppatore: inXile Entertainment.

Distributore: Bethesda Softworks.

Giudizio: 3/5

Se da un lato il debutto di Hunted – La Nascita del Demone può essere considerato nel complesso positivo, dall’altro, esaminando nel dettaglio le componenti di questa avventura puramente fantasy, il lavoro degli sviluppatori presenta alcune pecche e mancanze; una realizzazione coraggiosa e ispirata a cui è mancato il salto di qualità che gli avrebbe permesso almeno di eguagliare i titoli  di genere a cui attinge. Ma andiamo con ordine. 

I protagonisti – che il giocatore alternerà nel corso delle quest utilizzando punti ben precisi dell’ambientazione – sono Caddoc ed E’lara, un guerriero muscoloso e un’elfa avvenente, alla ricerca di un misterioso artefatto che causa a Caddoc oscure visioni. Nelle prime battute un tutorial live mostra al giocatore movimenti e azioni dei personaggi, spiegando l’utilizzo dei pulsanti e delle zone interattive rintracciabili nel corso del gioco. Una delle mancanze più rilevanti di Hunted è proprio il gamaplay, tipico del genere action ma ripetitivo e a tratti macchinoso: Caddoc ed E’lara se ne andranno in giro ad ammazzare centinaia di creature utilizzando solo pochi differenti attacchi fisici, limitazione che, inevitabilmente, non andrà a favore della longevità complessiva del videogame. Sferzate e affondi a vuoto e movimenti su linee rette dei personaggi non gioveranno all’occhio del giocatore più esigente, a tu per tu con mosse e battaglie che in alcuni punti rispolvereranno le vecchie performance della precedente console Sony. Nemmeno le quest secondarie risollevano le sorti, limitate alla ricerca di oggetti e tesori nascosti da trovare e raccogliere. 

Al gameplay scarno e migliorabile, cerca di sopperire l’arte concettuale. Paesaggi naturali, cunicoli da superare e foreste selvagge, rendono bene l’atmosfera in stile D&D, pur essendo realizzazioni grafiche altalenanti e con meno appeal se si considerano titoli più blasonati; texture non efficacissime rendono il tratto sporco e imperfetto, segno distintivo delle ambientazioni più cupe.

Ciononostante l’atmosfera è resa bene e regge in particolare sul design in stile dark fantasy e sulla varietà di creature realizzate, evidenziate da una vivida fotografia in grado di risaltare i riflessi delle zone umide e acquatiche: acquitrini e pozze d’acqua brillano di realtà. 

La storia prosegue imperterrita tra lotte e intermezzi in CGI, presentando man mano, l’interessante componente ruolistica che arricchisce l’avventura. Caddoc ed E’lara, infatti, avranno occasione di apprendere nuove tecniche di magia (superiori per varietà agli attacchi fisici) e potenziare il proprio arsenale con armi e protezioni: la schermata di avanzamento è intuitiva, uno schema che racchiude la cronologia delle tecniche apprese in base alla quantità di oggetti recuperati. 

Il comparto sonoro è gradevole ma non eccelle: i suoni d’ambiente e gli effetti delle guerriglie all’arma bianca soddisfano senza entusiasmare troppo, diversamente dalle belle musiche di sottofondo realizzate dal compositore Kevin Rielp. Fastidioso e mediocre invece il doppiaggio in italiano: i dialoghi ironici tra Caddoc ed E’lara sono a tratti imbarazzanti, difetto che probabilmente non si presenta nella versione originale con doppiaggio in lingua inglese. 

Seppur senza entrare nell’olimpo dei videogame, Hunted – La Nascita del Demone è complessivamente una buona produzione di medio livello, apprezzabile dagli fan di RPG, da chi adora far fuori mostri uno dietro l’altro e da chi ha bisogno di staccare da storie e gameplay più articolati.