Il Corsaro Nero, tra mito e realtà

di Simona Ricci e Fabio Vaghi

In Italia, per chi è cresciuto leggendo quei romanzi d'avventura, così popolari tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, forse un solo personaggio può competere per notorietà con il guascone d'Artagnan, protagonista dei Tre moschettieri, con Sandokan, la Tigre della Malesia, o magari con i personaggi dell'Isola del Tesoro e questo personaggio è Emilio di Roccabruna, Signore di Ventimiglia, lo straordinario Corsaro Nero, protagonista dell'omonimo romanzo di Emilio Salgari.

Pubblicato per la prima volta nel 1989, Il Corsaro Nero è il primo volume del ciclo dei Corsari delle Antille, al quale seguirono in pochi anni La regina dei Caraibi (1901), Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1905) e i meno conosciuti: Il figlio del Corsaro Rosso e Gli ultimi filibustieri (entrambi del 1908).

Il Corsaro Nero è il "filibustiere più audace della Tortue". E' un uomo di straordinario carattere, versato nell'uso delle armi. E' un grande navigatore. E' un uomo risoluto e implacabile che ha un grande senso dell'onore e in un qualche modo della giustizia. E' un uomo generoso, ma è anche un uomo che ha uno scopo nella vita e questo scopo l'ha portato ad abbandonare i suoi possedimenti in Italia per far vela verso le Americhe in cerca di vendetta. 

Tutto nella sua figura sottolinea la drammaticità della sua storia: il Corsaro Nero, che prende il nome dal colore degli abiti che è solito indossare, ha il "volto pallido, quasi marmoreo... adorno di una barba corta, nera tagliata alla nazzarena e un po' arricciata." Anche i suoi occhi sono neri "come carbonchi, d'un taglio perfetto, dalle ciglia lunghe, vividi e animati da un lampo tale che in certi momenti doveva sgomentare anche i più intrepidi filibustieri di tutto il golfo." In tanto pallore spiccano due "labbra piccole e rosse come il corallo."

Egli è l'unico superstite di quattro fratelli, tre dei quali morti per mano dello stesso uomo.

Ed è proprio per vendicare il sangue dei signori di Roccabruna che il Corsaro Nero ingaggia con quest'uomo senza onore una guerra senza quartiere.

Questo è l'antefatto: tutto ha inizio sotto le mura di una rocca che sorge sulle rive del fiume Schelba, dove i quattro fratelli erano con uno dei tre reggimenti che il duca Vittorio Amedeo II di Savoia aveva mandato in soccorso delle truppe di Luigi XIV. Distintosi per coraggio e abilità, Umberto, il maggiore, viene ucciso da un vile duca fiammingo che aveva barattato la roccaforte per la salvezza e molto oro. Così i tre superstiti lasciano l'Europa alla volta delle colonie spagnole a caccia dell'odiato Wan Guld. Prima il Corsaro Verde, poi il Corsaro Rosso provarono a lavare l'onta del tradimento con il sangue di Wan Guld, ma entrambi fallirono e finirono impiccati come volgari ladroni. 

Così, il romanzo si apre con due filibustieri, Carmaux e Wan Stiller, che scappati da Maracaybo vengono ripescati dalla Folgore, la nave del Corsaro Nero. Una volta a bordo i due confermano al comandante che il fratello, il Corsaro Rosso è stato impiccato quella stessa mattina e che il suo corpo è esposto sulla piazza di Maracaybo per ordine di Wan Guld. 

Il Corsaro decide quindi di recarsi a terra per sottrarre il cadavere del fratello e dargli degna sepoltura nelle acque dell'oceano. Riuscito nel suo intento, anche grazie all'aiuto di un forte colosso africano, di nome Moko, il Corsaro Nero con Carmaux e Wan Stiller, torna a bordo della Folgore. Celebrato il funerale del fratello, il corsaro giura solennemente di uccidere Wan Guld e sterminare tutta la sua famiglia. 

"Uomini del mare! - gridò, - uditemi!... Io giuro  su Dio, su queste onde che ci sono fedeli compagne e sulla mia anima, che io non avrò bene sulla terra, finché non avrò vendicato i fratelli miei spenti da Wan Guld. Che le folgori incendino la mia nave; che le onde m'inghiottano assieme a voi; che i due Corsari che dormono sotto queste acque, negli abissi del gran golfo, mi maledicano; che la mia anima sia dannata in eterno, se io non ucciderò Wan Guld e sterminerò tutta la sua famiglia come egli ha distrutto la mia!... Uomini del mare!... Mi avete udito?"