Luce rappresenta il capitolo conclusivo della saga di My Land, fortunato esordio della scrittrice Elena P. Melodia. La trilogia è uno dei primi urban fantasy italiani, genere sempre più in voga perché crea un connubio stretto tra la fantasia e la realtà che il lettore si trova ad affrontare nella vita di tutti i giorni.

Ormai Alma ha gettato luce sui misteriosi e inquietanti avvenimenti che sembrano perseguitarla da quando è entrata nella strana cartolibreria all’angolo e ha acquistato un quaderno viola spinta da un impulso irrefrenabile. Su di esso finiscono trascritti i sogni della ragazza, intrisi di male e di morte. Ma questi incubi diventano d’improvviso realtà e nella Città si moltiplicano gli omicidi, che avvengono esattamente nel modo in cui Alma trova descritto nelle pagine del suo quaderno. Chi c’è dietro queste morti? Qual è il legame tra le vittime? E cosa c’entra Alma, che pensa di essere una ragazza come tante, anche se incredibilmente bella e fredda.

Eppure si sbaglia.

La sua umanità è soltanto un’illusione, come l’ordine nella Città in cui il Male si sta infiltrando, mentre il Leviatano, perfido signore del mondo di My Land, continua ad inviare orde di Master e di Mai Nati nella nostra realtà per seminare il caos. Alma si ribella a questa entità e soprattutto al male che è dentro di lei, come in ogni altro essere umano. E solo accettando i propri difetti e le proprie debolezze riuscirà a coronare quello che ormai è diventato il suo sogno, struggente nella sua semplicità: essere umana.

Dopo Buio e Ombra, la scrittrice termina questa trilogia che si configura come una ricerca di “luce” intesa come speranza e rivendicazione del diritto di imporsi come soggetto in un mondo popolato da forze sotterranee che vogliono annientare la volontà umana e il libero arbitrio.

Come gran parte degli attuali urban fantasy, la narrazione è in prima persona ed estremamente rapida, incalzante. I capitoli sono brevi e si può dire che “uno tira l’altro”. Un consiglio: non cominciate a leggerlo in tarda serata, altrimenti non andrete a dormire!

Se nel primo volume questo era un punto di forza del romanzo, in quanto limitando il punto di vista a quello della protagonista cresceva la suspense, nel terzo episodio diventa però una limitazione: impedisce uno sviluppo psicologico degli altri personaggi a parte Alma.

Interessante la caratterizzazione della protagonista, su cui risulta incentrata l’intera vicenda. All’inizio non può essere definito un personaggio positivo: è bellissima, fredda fino a rasentare l’insensibilità, indifferente ai problemi altrui. Ma questa sua facciata va in pezzi pian piano nel corso della storia e tra le crepe del suo essere si intravede il vuoto di un’anima (la scelta del suo nome, Alma, non è certo casuale) che ha perso se stessa e solo in questo modo riesce a ritrovarsi. Attraverso paura, dolore, perdita di ciò che abbiamo dato per scontato e che solo quando manca riusciamo davvero ad apprezzare, Alma segue un cammino di crescita e comprende il vero valore delle proprie scelte.

Se nel complesso l’opera si configura come un affascinante percorso di vita, che dal Buio confuso passa all’Ombra e infine raggiunge la Luce, questo capitolo conclusivo si presenta un po’ deludente. Una volta svelati i misteri su cui si fondavano i primi due romanzi, ogni suspense cade e l’autrice sembra avere quasi fretta di raggiungere la fine. Il lettore si aspetta un acme, uno scontro finale e liberatorio, eppure si ritrova in un lieto fine banale e quasi scontato. Le descrizioni, se all’inizio erano filtrate dallo sguardo cinico della protagonista e prendevano vita con pennellate di emozioni così taglienti da rimanere piantate nell’immaginario del lettore, in questo volume diventano stringate, eccessivamente schematiche, e tolgono molto all’ambientazione della vicenda. A parte Alma, i personaggi diventano dei tipi che si muovono come marionette in un mondo che finisce per essere costituito da Bene e Male, bianco e nero, perdendo ogni sfumatura che renda davvero accattivante la storia.

Insomma, una lettura imprescindibile per chi ha conosciuto i due precedenti volumi, ma senza aspettarsi sentimenti e scene forti in un finale in cui tutto deve incastrarsi con una perfezione che alla fine risulta quasi forzata.