La dura legge del botteghino potrebbe condannare al fallimento John Carter, l’epico film fantasy prodotto dalla Disney e diretto da Andrew Stanton. Forse alla Disney si aspettavano dei problemi, poiché l’uscita del film era stata spostata di un paio di mesi, sostenendolo nel frattempo con una campagna pubblicitaria che però ha fatto lievitare le spese. John Carter è uno dei film più costosi in assoluto, con un investimento di 250 milioni dollari.

L’apertura, negli Stati Uniti, è stata in grande stile, potendo contare su 3.749 schermi di cui 290 IMAX. Silent House, il film che si presentava come un possibile competitore per il weekend, usciva su 2.124 schermi.

I dati  indicano che la pellicola Disney dovrebbe attestarsi sui 28-32 milioni di dollari, dietro a The Lorax, film animato uscito la settimana prima, con circa 40: numeri non così positivi, come s'era visto fin dall'apertura di venerdì, con un incasso fermo a 9,8 milioni di dollari per il colosso Disney. Dall’estero però è arrivata qualche nota più lusinghiera.

I dati sembrano comunque indicare che il 2012 presenti una certa flessione di pubblico. Non una notizia positiva per un film come John Carter, che per recuperare l’investimento iniziale deve per forza andare bene nel mercato USA, che è quello più significativo.

Mentre i giudizi degli appassionati sono piuttosto favorevoli, molti critici trovano il film noioso o poco comprensibile, pur apprezzando l’ambientazione e gli scenari. E’ stata criticata anche la campagna di marketing, che ha fatto paragoni piuttosto azzardati con altri film come ad esempio Avatar, e ha comportato la decisione di abbreviare il titolo. Perché il film non si chiama John Carter of Mars come il libro? Perché alla Disney hanno già fatto un “bagno di sangue” con il fallimento del film di animazione Mars need Moms (a casa nostra: Milo su Marte), e il riferimento al pianeta rosso non sembrava favorevole: tuttavia questa decisione sminuisce indubbiamente l’identità del film. Anche i filmati usati nella campagna sarebbero stati scelti con poca oculatezza.

La statistica storica dice che il confronto con altri film usciti nel mese di marzo è abbastanza negativo: Watchmen aveva incassato a primo giorno oltre 24 milioni, e anche il più modesto Prince of Persia aveva fatto leggermente meglio. Però c’è da notare che il secondo, alla fine dei conti, incassò più del primo, e che se riuscisse a raggiungere i medesimi risultati globali di Prince of Persia John Carter metterebbe comunque a segno un successo economico.

Gli incassi del film diretto da Andrew Stanton provenienti da Russia ed Estremo Oriente nei primi giorni sembrano indicare, come per Prince of Persia, un film che va meglio nel mercato globale che nei soli USA. Quindi i dati iniziali giustificano la preoccupazione, ma non possono già indicare un sicuro disastro.