Non so quando questo articolo andrà online, ma scrivo immediatamente dopo aver appreso della scomparsa di Sergio Toppi, magnifico artista e tra le più limpide e innovative voci del fumetto e dell'illustrazione italiani. Impossibile scrivere qualcosa di più che un ricordo personale, anche perché mancano le parole per descrivere la magia delle immagini di Toppi, la portata della sua influenza sul mondo dell'illustrazione e del fumetto. Aveva un tratto elegante e raffinato ma senza nessuna pretenziosità; disegnava come voleva, senza limiti né vincoli, osava quanto più poteva, e ancora in anni recenti non aveva paura di strappare il foglio e ricominciare da capo.

Nell'ormai lontano 2006 gli chiesi un'intervista per Fantasymagazine (qui: http://www.fantasymagazine.it/rubriche/5926/2/), e fu di una generosità disarmante con me. Da allora, e nelle conversazioni che sono seguite, mi ha sempre colpito la sua curiosità nei confronti dei giovani artisti di oggi, la sua passione per il fumetto, la sua voglia di mettersi in gioco nel suo elemento, l'arte.

Sergio Toppi è stato un fumettista: verissimo, ma riduttivo, anche perché era parte di quella generazione di autori (Toppi era del 1932; Guido Crepax del 1933, Hugo Pratt del 1927 e Dino Battaglia del 1923) che non solo si sono battuti perché al fumetto venisse riconosciuta dignità, ma per smantellare le barriere - e soprattutto i preconcetti - tra letteratura alta e consumo, tra illustrazione e fumetto, tra albi illustrati e “giornaletti”. Ha iniziato presto a disegnare, lavorando prima per l'Enciclopedia dei Ragazzi, poi come animatore presso gli studi Pagot, e dal 1966 per Il Corriere dei Piccoli. Da lì è un susseguirsi di collaborazioni fino ai riconoscimenti più recenti e ai lavori pubblicati per Nouages, Crapapelada, Bonelli, solo per nominarne alcuni. Ha ottenuto particolare successo e riconoscimenti dall'editoria estera e il suo stile immediatamente riconoscibile, che associa colori cangianti a una linea a china che sfonda e riorganizza lo spazio, è stato ambasciatore del fumetto italiano nel mondo.

E' stato un magnifico artista e uno straordinario anticipatore, ha aperto strade che sono poi state percorse da tutti coloro che sono venuti dopo, e l’ha fatto con una modestia e una pacatezza rare, soprattutto per chi oggi è abituato a atteggiamenti molto più urlati. Oggi ci saluta, ma lascia il suo lavoro, potente e d'impatto adesso come all'inizio, e il ricordo di un artista generoso. Grazie.

E' anche faticoso, sapersi mettere in discussione, perché significa che dopo una giornata di lavoro a volte l'unica cosa da fare è strappare tutto e ricominciare.

(S.T.)