Il periodo tra il 1989 e il 1996 è stato per il mondo del fumetto una vera e propria Golden Age. È stato il periodo in cui il fumetto, finalmente, si affrancava dalla nomea di “roba da sfigati” per diventare una vera e propria fucina di idee, con pubblicazioni artistiche che trascendevano il concetto stesso di fumetto diventando feticci per gli appassionati e avvicinando nuovi lettori che non dovevano più vergognarsi di andare dal giornalaio per comprare il loro fumetto preferito.

In quel periodo Neil Gaiman stupiva tutti con l’invenzione di Sandman, il Signore dei Sogni che viveva la sua avventura in storie poetiche, a tratti deliranti, ma che hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo. Per la cronaca, Sandman è stato uno dei fumetti più venduti di sempre con sette milioni di copie vendute in nove lingue diverse in tutto il mondo,

Con il passare degli anni in molti avrebbero voluto il ritorno del personaggio ma Gaiman, preso da altri progetti, ha sempre dichiarato di non avere alcuna fretta e di volere aspettare ancora.

Oggi, quell’attesa sembra essere finita perché lo scrittore sembra aver ritrovato la voglia di percorrere un altro tratto della sua strada artistica insieme a lui. Questa volta, facendo un po’ di luce sulle origini stesse del personaggio.

Ai microfoni di MTv Geek, parlando del progetto, ha dichiarato: “È ambientato prima del numero 1 che è davvero terrificante. Me ne sono innamorato ma è davvero terrificante."

Riguardo alla trama ha detto: “In questa storia si combatterà una guerra molto molto particolare in una galassia lontana lontana dove i sogni cominciano a infrangersi. L'incarnazione del sogno di quella parte della galassia è stata praticamente distrutta e lui dovrà riempire questo vuoto.”

Non c’è ancora una data di rilascio, né un titolo. Le uniche notizie certe sono che il progetto sarà una mini-serie disegnata dal vincitore dell’Eisner e del GLAAD Award J.H. Williams III, un disegnatore che ha lavorato con i più grandi narratori dei fumetti degli ultimi vent’anni. Nomi come i britannici Alan Moore e Grant Morrison. Solo il meglio del meglio del meglio.

Una nuova soddisfazione per Gaiman. Lo stesso autore che da giovane, incontrando l’allora già famoso e oberatissimo di lavoro George R. R. Martin, si propose per la sua serie condivisa Wild Cards. George, trovandosi davanti a questo ragazzo allampanato tutto vestito di nero che non aveva ancora scritto nulla di notevole, lo congedò garbatamente ma inesorabilmente. Una scelta di cui ancora oggi si duole amaramente.

Quindi, siamo tutti molto contenti di questo ritorno alle origini di Gaiman ma la riflessione che sorge spontanea è che un altro grande è costretto, a furor di popolo, a ritornare sui suoi passi, per darci un assaggio di un’epoca che nei nostri cuori ha ancora il fascino di una cosa perduta ma mai dimenticata. È un fatto che da quella splendida Golden Age lo stesso scrittore non è mai più stato in grado di esercitare il suo poter immaginifico al servizio di un altro personaggio così imponente come Sandman.

Oggi sembra che il mondo della fantasia sia stato messo in stasi per rigenerarsi e i grandi demiurghi dei mondi come Gaiman appaiono come scienziati di un’epoca passata che passano il loro tempo a controllare lo stato dell’arte di cui tutti gli siamo immensamente grati. Forse troppo immersi nel loro ruolo di traghettatori nel nuovo mondo, che ancora non ha un nome e nessuno ha avuto il coraggio di esplorare, non hanno più quell’energia destabilizzatrice che è alla base della creazione. Forse hanno già fatto abbastanza e sarebbe anche ora che nuovi demiurghi sorgano dalle ceneri di quel creato.