Prendendo spunto da un’interessante trovata del sito Blastr un sottogruppo del canale SyFy, vorrei proporvi un viaggio che potrebbe essere utile per capire quali siano, e soprattutto perché lo siano, i protagonisti dell’incubo moderno e fantastico che ormai da anni tormenta le grandi produzioni e fa tirare afflati romantici e sospiri emulativi ai fan di tutto il mondo.

I presupposti di questo viaggio non sono quelli “prosopomposi”, [parola inventata per l’occasione], di un vademecum utile per la critica elitaria ed epistemologica del fenomeno.

Molto più prosaicamente è una sorta di sfoglio dell’album dei ricordi che ci mostra da dove siamo partiti a dove siamo oggi, senza giudizi affettati sulla qualità di questo o quell’altro autore rispetto ai tempi e ai modi in cui ha espresso la propria arte. Per la cronaca: quello è un lavoro che si lascia volentieri a critici e storiografici. Noi, più esistenzialmente parlando, vogliamo solo sapere chi sono e dove vanno i nostri mostri di sempre.

Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti: vampiri, licantropi, mummie ritornano ciclicamente, inesorabilmente. A ogni passaggio acquisiscono qualche ritocco estetico, adeguandosi con la stessa abilità di una blatta alle radiazioni delle epoche, prosperando e facendo accoliti con la stessa forza primigenia del loro inizio.

Se fino a questo punto il discorso può sembrarvi oscuro o troppo arzigogolato passiamo subito a un classico esempio di fin de siècle targato George Méliès.

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Mostri Muti

Mostri Muti

Articolo di Gero Giglio Lunedì, 15 ottobre 2012

Già dai sui primordi il cinema ha ridisegnato la cosmogonia mostruosa che ancora oggi non riesce a distaccarsi dalle sue radici.

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