In una terra in cui le stagioni possono durare anni interi, la storia della lotta per il trono e del confronto con gli Estranei può durare sette stagioni. Frank Dolger, uno dei produttori di HBO, durante la cerimonia di premiazione dei BAFTA ha indicato in sette anni la probabile durata del Trono di spade, sempre se l’audience si manterrà su livelli alti.

Sette è anche il numero di romanzi che secondo George R.R. Martin alla fine costituiranno Le cronache del ghiaccio e del fuoco, anche se lo scrittore non ha escluso di poter cambiare idea ancora una volta e di allungare a otto romanzi una saga originariamente immaginata come una trilogia.

La durata ipotetica di sette anni è legata al normale interesse del pubblico televisivo: si è visto in passato che le serie che hanno superato il settimo anno hanno subito un brusco calo di interesse, perciò oltrepassare questo termine sarebbe più dannoso che vantaggioso. In più visto che fra i protagonisti ci sono diversi bambini la differenza fra la crescita reale di Maisie Williams, Isaac Hempstead-Wright e Art Parkinson e quella ipotetica nel continente di Westeros dei vari Arya, Bran e Rickon diventerebbe eccessiva.

In questo momento tanto negli Stati Uniti quanto in Italia sta andando in onda la terza stagione, basata approssimativamente sui primi due terzi di A Storm of Swords. La parte conclusiva del romanzo farà parte della quarta stagione, nella quale dovrebbero confluire anche alcune sezioni sia di A Feast for Crows che di A Dance with Dragons. Va ricordato che il quarto romanzo delle Cronache e gran parte del quinto romanzo si svolgono nello stesso arco di tempo, solo in località e con protagonisti differenti. Se una soluzione di questo tipo è stata accettata a fatica dai fan dei romanzi, delusi di non trovare figure come Tyrion, Jon e Daenerys (e gli assenti non sono solo loro) in A Feast for Crows, per la televisione un’assenza di questo tipo sarebbe ancora più difficile. Al di là del rischio, per gli spettatori, di dimenticare il personaggio e di non riuscire più a seguirne la storia, c’è anche la concreta possibilità di perdere l’attore. Un attore lasciato a riposo per un anno potrebbe facilmente accettare altre parti e non essere perciò disponibile al momento di una nuova chiamata da HBO.

Forse per evitare problemi di questi tipo David Benioff e D.B. Weiss hanno creato nella terza stagione una trama per Alfie Allen anche se il suo personaggio, Theon Greyjoy, non compare né nel terzo né nel quarto romanzo.

Il fatto di aver narrato nella terza stagione televisiva solo parte del terzo romanzo implica necessariamente che nella quarta confluiranno la conclusione di A Storm of Swords e parte dei due romanzi successivi, lasciando la conclusione di A Feast for Crows e A Dance with Dragons alla quinta stagione. Il materiale da trattare è tanto, perciò sembra probabile una semplificazione della storia con l’eliminazione di alcune sottotrame.

Copertina non ufficiale per The Winds of Winter
Copertina non ufficiale per The Winds of Winter
Questo non è l’unico problema legato alla serie, o all’affermazione di Dolger. Le sue parole anzi hanno reso più pressanti gli interrogativi sulla fine della saga che già attraversavano la mente dei fan.

Riuscirà Martin a ultimare la serie prima di HBO? I primi tre romanzi sono usciti in tempi piuttosto ravvicinati, A Game of Thrones nel 1996, A Clash of Kings nel 1999 e A Storm of Swords nel 2000. Da quel momento per lo scrittore sono cominciati enormi problemi legati alla trama complicatissima, al gran numero di personaggi da gestire, alla difficoltà di far procedere parallelamente tutte le linee temporali e a diversi cambi di progetto relativi alla struttura stessa dell’opera. Come risultato A Feast for Crows è stato pubblicato nel 2005, A Dance with Dragons nel 2011, con tempi di scrittura che hanno raggiunto i cinque e i sei anni. Dall’ultimo romanzo di anni ne sono passati due, e perché HBO arrivi a narrare episodi successivi a Dance bisognerà aspettare la primavera del 2016. Con altri tre anni a disposizione è probabile che Martin riesca a completare The Winds of Winter, già iniziato prima della pubblicazione di A Dance with Dragons, anche perché nel momento in cui i personaggi ricominceranno ad avvicinarsi fra loro – e ormai dovremmo esserci – la linea temporale diventerà più semplice da gestire. Quello che rischia seriamente di arrivare in ritardo è A Dream of Springs, settimo e ultimo romanzo della serie.

Martin ha già rivelato ai produttori come finirà la sua storia, in modo da consentirgli in ogni caso di andare avanti senza di lui, ma l’ipotesi di una fine della saga prima in versione televisiva e solo in seguito in versione romanzesca non rende certo felici gli appassionati. Non resta che sperare che Martin abbia superato i suoi problemi e che, come cantano Paul and Storm in una canzone che ha raccolto parecchie migliaia di consensi, George possa scrivere come il vento.