E se da una faglia nel Pacifico iniziassero a uscire mostri enormi e per niente benintenzionati? E se si scatenasse una guerra mondiale che vede la razza umana costretta a impiegare tutte le sue risorse per respingere questo invasore alieno che giunge dalle profondità del nostro pianeta? Da questa premessa prende le mosse il ritorno di Guillermo Del Toro dietro la macchina da presa dopo una pausa durata anni. Del Toro è anche autore della sceneggiatura, scritta insieme a Travis Beacham, autore del soggetto di Pacific Rim, in uscita giovedì 11 luglio. Pacific Rim probabilmente non diventerà un film di culto, uno di quelli che faranno la storia del genere. Tuttavia vi offrirà un paio d'ore di ottimo intrattenimento estivo, quando il caldo è così forte da desiderare solo chiudersi in un cinema e godersi combattimenti, effetti speciali e perché no, la distruzione di una città in grande stile. 

Nel futuro possibile immaginato da Beacham e Del Toro per contrastare i Kaiju emersi dall'Oceano sono stati costruiti dei robot enormi, i Jaeger. Sembra quasi di trovarsi dinanzi a una versione 2.0 di Mazinga, Jeeg Robot & soci: abbiamo persino uno dei personaggi della vicenda, lo scienziato Newton (Charlie Day), talmente "fan" dei Kaiju da essersene tatuate le effigi sulle braccia. Veniamo inoltre a sapere, nella prima parte del film, pensata per fornire un minimo di contesto allo spettatore, che sono stati commercializzati dei "pupazzi" - quasi delle action figures - dei Kaiju. Newton è di sicuro il personaggio in cui lo spettatore si riconoscerà con più facilità. Probabilmente sotto sotto ci si riconosce anche Del Toro, considerando anche che Newton è l'unico personaggio della vicenda a interfacciarsi con Hannibal Chau, il trafficante di residui di Kaiju interpretato da un attore feticcio del regista, il Ron Perlman che già fu Hellboy. Oltre ai personaggi di contorno, anche i due interpreti principali, Charlie Hunnam e Rinko Kikuchi, sono in parte. Lui, Raleigh Becket, è il veterano, combattente esperto che ha perso un fratello in battaglia. Lei, Mako Mori, è giovane, in gamba e vuole vendetta perché i Kaiju le hanno portato via la famiglia. I due dovranno imparare a conoscersi e a fidarsi l'un l'altro per poter comandare un Jaeger che richiede due piloti, uno per la parte sinistra del corpo e uno per la destra. Inutile dire che la connessione neurale che permette questa "magia" presenta dei rischi e necessita di grande affiatamento. Sia Raleigh che Mako sembrano non avere più nulla da perdere, ma la battaglia li aiuterà a trovare un motivo per cercare di sopravvivere.

Confesso di essere rabbrividita quando ho scoperto che lo sceneggiatore Travis Beacham era lo stesso di Scontro tra titani. Eppure, che dipenda dal progetto o dal lavoro in team con Del Toro, la sceneggiatura di Pacific Rim non desta particolari perplessità e si mette al servizio degli effetti speciali senza sacrificare tutto alla battaglia e alla spettacolarità a tutti i costi. Esiste anzi un certo equilibrio e questo giova al film, che non si riduce a una sequela di scontri ma concentra le battaglie a inizio e a fine pellicola, lasciando allo spettatore la possibilità di lasciarsi prendere dalla storia e dalle dinamiche dei personaggi principali nella sezione centrale del film. 

Il risultato complessivo è una pellicola godibile che ha le potenzialità per attirare gli appassionati di fantascienza, di film apocalittici, di robot giganti e chi semplicemente è allergico al caldo e vuole concedersi un paio d'ore di puro intrattenimento.