Una certa critica "intellettuale", senza nascondere un certo disprezzo, tende a bollare i film di Steven Spielberg come giocattoli per bambini senza soffermarsi sul valore immaginifico che queste pellicole posseggono.

Dal 2000, in Italia, sono state depositare presso le segreterie dei nostri atenei, 4093 tesi di laurea sul cinema di Spielberg, dato che testimonia l'influenza culturale del regista su una generazione, la nostra, che oggi trasferisce e cerca nei prodotti audiovisivi quei codici tecnici e contenutistici.

Non parliamo solo di adolescenti ma soprattutto di una, grande, porzione del pubblico adulto cresciuta con Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, E.T., Jurassic Park e Hook, tanto quanto con Schindler's List, Munich e Amistad.

Venti anni fa, Jurassic Park realizzava il sogno di riportare i dinosauri al cinema ed oggi, la storica pellicola record d'incassi torna nei cinema di tutto il mondo. In uscita nelle sale per il 12 Settembre 2013, in anteprima assoluta al GFF 2013, regala ad una nuova generazione il brivido dei rettili preistorici in caccia e riporta i meno giovani indietro nel tempo con un lavoro di restauro e trasformazione che possiamo definire ben riuscito.

Vi ricordate la sequenza in cui il dottor Grant scorge per la prima volta il brachiosauro? La potenza delle tre dimensioni trasforma il campo medio con una forza tale da farci empatizzare con la meraviglia provata da Sam Neil ad un livello completamente nuovo.

Avete presente Hugo Cabret? La tecnica di conversione tridimensionale, ovviamente non nativa, si rifà al modello di Scorsese utilizzando con intelligenza le nuove tecnologia, non per far saltare i dinosauri fuori dallo schermo, bensì per aumentare la profondità di campo senza perdere nitidezza, manipolando le immagini per dare più forza ai colori espandendo gli spazi aperti per renderli più maestosi e quelli chiusi per riconfigurare l'ambiente in funzione narrativa.

Stesso discorso per i dinosauri: quando il T-Rex ruggisce la propria furia, lo spettatore trema sulla poltrona grazie alla forza che le tre dimensioni rinnovano nel re del giurassico tanto quanto nei Velociraptor che appaiono e scompaiono dallo schermo grazie all'accentuazione artificiale dello spazio visuale volta ad accentuare la sensazione "predatore in caccia".

L'operazione, prettamente commerciale, appare perfettamente riuscita sotto il profilo tecnico e speriamo anche per la risposta di un pubblico che si prepara massiccia sia da parte dei nostalgici che  sul versante delle nuove generazioni.

I signori del giurassico sono tornati prepotentemente sulla scena, noi di Fantasy Magazine non possiamo evitare di pensare alla serie made in UK Primeval, andata in onda per 5 stagioni prima della chiusura e della rinascita del progetto canadese Primeval new world, la cui prematura chiusura ha lasciato l'amaro in bocca agli appassionati del genere. L'uscita di Jurassic Park 3D, conferma che a dispetto della scienza, almeno sullo schermo, i dinosauri non sono estinti!