Ciao Alan, sono lieta di rivolgerti alcune domande, e sono emozionata: non capita tutti i giorni intervistare un autore del tuo calibro.

Qual è il tuo approccio alla scrittura horror di The Tube?

Claudia, anzitutto un grande grazie a te e a gli amici che seguono FantasyMagazine per avermi dato questa opportunità di comunicazione con tutti voi.

Venendo a The Tube, è stato il grande Franco Forte -- amico di sempre, Autore di prima classe e Editore extraordinaire -- a parlarmene per la prima volta alcuni mesi fa.

Ho subito compreso che si trattava di un’idea formidabile.

Partendo dal solido concetto dell’assedio dei “mostri” a un contenitore claustrofobico, Franco ha impresso al concetto stesso l’innovativo “spin” del movimento inesorabile.

A questo si aggiunge una componente tanto subdola quanto surreale: il treno che potrebbe “non fermarsi mai.”

A tutti gli effetti, quello di The Tube è davvero il “treno per l’inferno.” Hey, where do I get the ticket?

Cosa ne pensi del contest di The Tube?

Un’altra ottima idea. Soprattutto in quanto basata sul web, ormai il vettore di comunicazione più rapido, accessibile e ad ampio spettro.

Vorrei aggiungere, Claudia, che preferisco parlare non tanto di “contest” -- sa un po’ troppo di ridicolo gioco a premi -- quanto di vero e proprio sistema selettivo con coinvolgimento diretto di Autori e Lettori.

Ritengo che sia proprio questa interazione pressoché in real time tra Delos, autori e lettori a rappresentare uno dei primari punto di forza di The Tube: la fonte delle idee più inattese e degli stili più innovativi.

L’ingrediente vincente della saga di The Tube?

L’inaspettato.

All’impianto narrativo "dell’assedio in movimento", in The Tube si aggiunge non solo la sempre spaventosa componente primaria del Morbo ma anche un inevitabile, agghiacciante risvolto apocalittico.

Partiamo da La Peste Scarlatta, del maestro Jack London, capolavoro assoluto e precursore della tematica dell’apocalisse epidemica, passiamo per l’iconico The Stand, del grande Stephen King, approdando infine a due eccezionali film quali 28 Giorni Dopo e il più recente World War Z.

Da queste basi, direi che sia proprio la intrinseca imprevedibilità di The Tube -- non sai mai quello che potrebbe accadere al prossimo tunnel -- a fare sì che la serie continui a incontrare questa straordinaria risposta, sia di Autori che di Lettori.

Come si è evoluto il genere horror nel corso del tempo? Cosa è cambiato?

L’evoluzione, per certi versi mutazione, è il sorgere dell’elemento sociale, addirittura politico.

L’horror oggi non è più semplicemente diamo la caccia al mostro o fermiamo la possessione da parte dei diavoli.

L’horror oggi può essere visto come una feroce, iconocastica metafora dei tempi davvero orrorifici nei quali siamo immersi.

L’ultraclassico La notte dei morti viventi di George Romero ha creato un trend, certo, quello dei non-morti divoratori.

Estrapoliamo ed estendiamo questo concetto nella realtà quotidiana: guardiamo alla masse di individui dalle espressioni più o meno ebeti che popolano i mall nei giorni dei saldi. 

Immaginiamo quegli stessi individui in un blackout della potenza elettrica non solo globale ma indefinito nel tempo, come quello rappresentato nella interessante serie TV Revolution.

Immaginiamo infine quegli stessi individui dopo novantasei ore di buio continuo. Ehi, dov’è la prossima stazione del treno di The Tube?

L’horror oggi spiega e mostra tutto questo. L’horror oggi ci scaraventa in una realtà ancora più crudele:

“Abbiamo incontrato il Nemico… e il Nemico siamo NOI.”

Quali consigli daresti a coloro che partecipano alla selezione?

Di scrivere esattamente, esattamente, quello vi sentite dentro.

I primissimi concetti sono sempre i migliori, in quanto ancora allo stato puro.

A pensarci troppo, a scavarci troppo, quella purezza concettuale viene incrinata.

Se siete certi in voi stessi che l’idea di base sia buona, well, go for it, then!

Al tempo stesso, ricordate:

per quanto possa sembrare contradditorio, la prima, la primissima domanda che dovete porvi riguardo alla vostra storia una volta messa a fuoco l’idea di base è…

“Come va a finire?”

Perché The Tube rappresenta il futuro del genere Horror?

Sintetizzando da alcune delle risposte precedenti: innovazione tematica, imprevedibilità narrativa, serialità editoriale.

C’è qualcosa di intrinsecamente sinistro e di profondamente inquietante nell’idea di questo treno nel sottosuolo che non deve fermarsi mai e la cui destinazione è ignota.

L’altra grande innovazione di The Tube è che siamo in un non-luogo.

C’è una città d’accordo, e c’è un sistema di metropolitane, d’accordo anche qui, ma potremmo trovarci a Milano, a Mosca, a New York, o a Samarkand… oppure in tutti questi luoghi simultaneamente.

L’Inferno non ha confini.

Ci descrivi, senza troppi spoiler, la trama del tuo racconto nella nuova serie di The Tube: Nomads?

Il concetto che ho proposto a Franco ha proprio a che fare con l’allargamento dei confini dell’inferno.

In sostanza, mentre The Tube è là dentro, Nomads si sviluppa là fuori: l’apocalisse pandemica nel mondo esterno.

Concettualmente, Nomads è un ibrido che arriverei a definire “combat horror”.

I Nomads in questione sono un gruppo di “specialisti” (non voglio rivelare troppo) i quali, per sopravvivere nel mondo del Morbo, saranno costretti a formare un vero e proprio special forces team.

Nomads inoltre avrà una sottotrama in piena conspiracy theory. C’è un super-sistema, là fuori, che sembra passare pressoché indenne al disastro.

Un super-sistema di sorveglianza globale che forse, dico forse, potrebbe avere un coinvolgimento diretto proprio con la diffusione del Morbo. Oops…

Ci anticipi qualche elemento del prossimo racconto?

Cold Zero, titolo del pilot di Nomads. è il testo sul quale sto lavorando proprio in questi giorni e che sono determinato a completare a tempi molto brevi.

Siamo in cima… “all’ultima montagna della Terra.” Una remota stazione di sorveglianza appunto del super-sistema di cui sopra.

Turni noiosi in un luogo isolato. Fino a quando dal mondo esterno cominciano ad arrivare notizie sempre più agghiaccianti.

Fino a quando, un luogo dopo l’altro, un continente dopo l’altro, “la spina viene staccata”, arrivando infine alla condizione “Cold Zero”: il collasso totale di tutte le tele-comunicazioni.

E a quel punto… beh, se la montagna non va dall’inferno, sarà l’inferno ad andare dalla montagna. 

Progetti per il futuro?

Anzitutto, restare al fianco di Franco e dell’intera Delos gang -- Autori e Lettori -- sul progetto Nomads.

Per Oscar Mondadori, sono inoltre al lavoro sulla traduzione di un nuovo volume della serie Wild Cards, curata dal grandissimo George R.R. Martin.

Sempre per Mondadori, nello specifico per Segretissimo, la collana diretta da Franco, continuo a pieno ritmo sulla riproposta della serie Sniper.

Sniper 3: Victoria Cross sarà lo special di Luglio. Sniper 4: Orizzonti di Acciaio, del tutto inedito, arriverà questo prossimo inverno.

Ehi, come ho detto, l’Inferno non ha confini.

Ancora grazie a te, Claudia, e a tutti gli amici… “là dentro & là fuori.”