Manca poco più di un mese all’uscita di Captain America: The Winter Soldier, secondo capitolo della saga Marvel incentrata sul super soldato Steve Rogers (Chris Evans).

Dopo i fatti catastrofici di New York accaduti nel primo dei Vendicatori, Steve si trova a Washington DC, invischiato in una rete di intrighi che minacciano nuovamente il mondo. In questa nuova avventura dovrà unire le forze con Falcon (Anthony Mackie) e la Vedova Nera (Scarlett Johansson) per combattere il nuovo cattivo di turno: il “Soldato d’Inverno”, ovvero Bucky Barnes, interpretato da Sebastian Stan e già visto in Captain America: Il primo vendicatore.

Scarlett Johansson e Chris Evans
Scarlett Johansson e Chris Evans
Il film, secondo le dichiarazioni di Bob Iger, amministratore delegato di The Walt Disney Company, dovrebbe fare da apripista per i fatti narrati in The Avengers: Age of Ultron e anche per la prima serie marcata Marvel, Agents of S.H.I.E.L.D..

I due film quindi saranno collegati fra loro, con questo sequel in solitaria dedicato a Capitan America a fare da ponte tra il primo The Avengers e il secondo, The Avengers: The age of Ultron, in uscita nel 2015.

In un’intervista a Collider.com, Chris Evans si è lasciato scappare alcune interessanti curiosità su Captain America, detto affettuosamente dai fan Cap e, sulla produzione del film. In primis il nuovo aspetto in cui si presenta:

“Mi piace parecchio. Credo che dopo aver visto The Avengers, molti rimpiangessero il costume della Seconda Guerra Mondiale. Non che ci fosse qualcosa di male col costume di The Avengers, era molto comodo, ma parecchi preferivano quello vecchio e, in generale, molti hanno apprezzato l'ambientazione storica. Credo abbia funzionato davvero bene”.

Successivamente si è passati all’aspetto più profondo di Steve, di come si trova in quello che per lui è un nuovo mondo e, a doversi confrontare con un compagno di squadra, al tempo della Seconda Guerra Mondiale quando formavano il gruppo chiamato gli “Invasori” e, un amico, il Soldato d’Inverno:

“Si sente a suo agio nella struttura in cui è stato posto. Gli piace servire. Gli piace prendere ordini. Gli serve un compito. Credo che il problema, nei primi due film sia propio in Captain America, che gli servisse un'opportunità. Poi l'ha ricevuta e si è ritrovato proiettato in un mondo diverso. In The Avengers c'erano talmente tanti personaggi che sarebbe stato difficile focalizzarsi troppo a lungo su uno solo. In questo film, il punto non è solo il suo tentativo di ambientarsi nel mondo moderno, il fatto è che che Captain America volesse fare quel che è giusto, essere di aiuto in ogni modo possibile.

In questo film s'interroga su cosa sia effettivamente giusto. Credo che negli anni Quaranta fosse più semplice identificare il nemico: i nazisti erano cattivi! Ora è una domanda un po' più complicata. Ora le minacce sono differenti. Vengono prese misure precauzionali che ai suoi occhi risultano discutibili e talvolta sospette. Con Bucky le cose si fanno più complicate! È uno fra i sensi di colpa più forti che Steve si porta dietro, il fatto che fra tutti i componenti degli Howling Commandos, la squadra che aveva convinto ad andare in battaglia assieme a lui, sia l'unico a non avercela fatta. È una persona che era sempre stata al suo fianco, pronta per lui. Scoprire che alla fine si fosse salvato e venire a sapere tutto quel che ha passato, beh, non è poca cosa da assorbire. Steve ha molto da metabolizzare e si prende piena responsabilità, perché è semplicemente quel che lui è solito fare.”

Non solo azione quindi, oltre alle spettacolari scene di combattimento e al nuovo stile degli scontri che i registi Anthony Russo e Joe Russo hanno voluto approntare, ma profondi risvolti nel rapporto tra i personaggi:

“Ho amato lavorare con Joe e amo lavorare con i Russo. Forse per Joe è stata più dura perché aveva meno punti di riferimento. I Russo possono guardare quel che è stato fatto col primo Cap e con The Avengers, stanno creando un nuovo anello in una catena già esistente, con personaggi ed elementi già stabiliti; ma quei film sono andati molto bene, quindi l'aspettativa è alta e c'è forse maggior pressione su di loro. Con Joe era tutto nuovo e abbiamo lavorato per trovare il feeling giusto. Mi è piaciuto molto lavorare con lui, che ha quel gusto nostalgico... adora gli anni Quaranta e Cinquanta e li ha riprodotti alla perfezione. Credo a Joe piacesse l'idea di un Cap più realistico, in termini di poteri e abilità, quasi come se fosse un atleta olimpico impressionante e andava benissimo, ma credo che in questo episodio si stia cercando di spingere un po' di più e per me è giusto così. Del resto, avete visto The Avengers, quegli altri ragazzi sono forti, devo dimostrare di meritarmi il mio posto nel team!”

Chris Evans per chiudere ha descritto la propria posizione nei confronti della Marvel e del legame personale con il personaggio che interpreta da tre film:

“Mi sento molto bene. Mi starei maledicendo, se non l'avessi fatto... oh mio Dio! Alla fine, si tratta solo di abituarsi ad alcuni cambiamenti nello stile di vita. Il mio team mi ha avvisato subito, perché sapevano che ero preoccupato. Devi rispettare il fatto che, quando il film esce, c'è un'esplosione d'impegni e ci sono dei cambiamenti. Poi la cosa svanisce, si quieta, ma succede a qualsiasi tipo di attore. Devi affrontare quei periodi di tempo nella maniera giusta, sapendo che hanno un termine e poi le cose tornano alla normalità.

Al di là di questo, adoro recitare in questo genere di film, sono belli. È uno dei problemi della mia carriera. Sono sicuro che abbiate visto alcuni miei film non proprio bellissimi ed è deludente, quando tu comunque ci ha investito un sacco di tempo e di lavoro. È una vera... fa schifo. Quando guardi il film, pensi “Non è quel che avevo letto sul copione e non è ciò di cui volevo far parte.” È una vera delusione. Ho dato tutta la mia fiducia ai ragazzi in Marvel. Sono bravi in quel che fanno. Hanno una visione chiara di cosa funzioni e cosa no, non solo dal punto di vista del film vero e proprio, anche per quanto concerne tutto il resto, il marketing, i trailer, i costumi... funziona tutto.

È confortante poterti fidare così tanto della gente che sta lavorando su questi film. E in fondo recitare si basa sulla fiducia. Se non ti fidi di qualcuno, finirai per trattenerti, ogni singola volta che vai sul set. E invece è bello lasciarsi andare. Credo che non l’abbandonerò molto presto.”

Abbiamo trovato quindi un Chris Evans carico e soddisfatto per il lavoro, per come è maturato il suo personaggio e come stia trovando un posto in questi tempi ultra tecnologici e, per questo, forse non più chiari dei suoi. Chissà quali retroscena ci aspettano nel film, in uscita in Italia il 26 marzo 2014, nei rapporti tra i vari super eroi coinvolti, ciascuno diverso dall'altro con il proprio carattere forte e irriducibile.

Qui di seguito vi mostriamo l’ultimo spot tv rilasciato.