Qual è la tua variante nel genere fantasy?

Per funzionare, penso che un fantasy debba per forza rinnovarsi con idee nuove o almeno con commistioni originali. Combinare, quindi, il fantasy con altri generi. Come ho detto già in diverse occasioni, a me piace sperimentare, per cui le varianti sono per me indispensabili. Il classico è stato già esplorato in ogni direzione, occorre quindi trovarne di nuove.

Da dove nasce lo spunto per il tuo racconto?

Room 12 è il naturale proseguimento di Virtual Flux. Non potevo lasciare i miei personaggi a ristagnare in un limbo – metaforicamente parlando – da cui non sapevo se sarebbero mai usciti.

E poi avevo in mente un colpo di scena che meritava di essere scritto. E così ho fatto.

Quanto allo spunto iniziale, posso dire di essere un fan della serie tv Heroes, ormai interrotta, e Urban Fantasy Heroes era l’occasione per creare dei personaggi miei.

Non lasciare tracce, o magari essere dimenticati dopo aver commesso atti illeciti.

Ti piacerebbe?

Beh, diciamo che non rientra nel mio modo di pensare, dal momento che non sono tipo da atti illeciti ma, se lo fossi, immagino che mi piacerebbe, certo. Era interessante esplorare questa facoltà, ho subito pensato che fosse al tempo stesso un potere e una maledizione. Come è per quasi tutti i doni dei vari personaggi. Ma forse è nella natura delle cose, ottenere qualcosa in cambio di una privazione. Tutto, in questo mondo, ha i suoi pro e contro. Per questi “supereroi” non poteva essere diverso.

Nel racconto c’è una scena in cui non vi sono soluzioni alternative che compiere un gesto estremo, eppure scrivi: ’’ c’è sempre una scelta da fare.’’

Beh, la scelta esiste sempre. Il non vederla, o il non trovarla, o non avere il coraggio di prenderla, non significa che non esista. Nella vita, nessuna scelta è mai troppo facile.

La tua esperienza di editing.

Spesso mi trovo dalla parte di chi edita e non di chi è editato; in particolare, penso che stavolta con Emanuele ci sia stato meno lavoro da fare rispetto a Virtual Flux, forse perché ora so cosa si aspetta il lettore leggendo questa saga e ho potuto muovermi su un terreno conosciuto.

Il tuo rapporto con la tecnologia.

Sbaglio o questa domanda c’era anche la volta scorsa? ☺

La tecnologia è importante, sotto ogni punto di vista. In Room 12 gioca un ruolo determinante, come anche in Virtual Flux. Kasia ne fa un uso incredibile ma grazie al suo potere “tecnologico” riesce a salvarsi la vita in più di un’occasione. Certo, non è detto che questo possa accadere sempre. Occorre sapere dover arrivare e dove invece fermarsi. Prima o poi la natura reclama sempre il suo tributo.

Ci parli del tuo racconto senza troppi spoiler?

Posso dire che Kasia si troverà invischiata sempre più nella tela di Pandora, stavolta con Pierrot e qualche nuovo personaggio al suo fianco. Ciò che si troverà ad affrontare è piuttosto inaspettato. Per chi ha letto Virtual Flux, Room 12 riserverà qualche sorpresa.

Lodio e la rabbia ricorrono spesso nel tuo racconto.

Hanno un significato reale o sono solo frutto della tua fantasia?

L’odio e la rabbia oggi giorno guidano il destino degli uomini e sporcano di sangue le sue mani.

Da sempre, e in special modo ora che attraverso i media queste caratteristiche vengono esaltate. C’è come un’esplosione di energie negative, utile per chi vuole ottenere audience. La pazzia e il male ci accompagnano ogni giorno con nuove tragedie. Io me ne servo affinché ci possa essere “evasione” dalla realtà, mi sembrava interessante dare un’identità specifica a queste emozioni, trasformarle in qualcosa di tangibile. Tutto sommato, una cosa che si vede e si tocca si può anche combattere. Nella realtà è purtroppo molto più difficile.

Consigli a chi voglia scrivere un racconto per U.F.H.

Direi che la prima cosa da fare è leggersi gli altri racconti, guardarsi la serie tv Heroes – penso possa essere utile – ma anche vedere un film come Chronicles o qualsiasi altro prodotto in cui i protagonisti hanno poteri speciali. E poi cercare di amalgamare le proprie idee con quelle esistenti, così da creare un naturale proseguimento. La serie sarà tanto più efficace quanto più le varie storie riusciranno a integrarsi l’un l’altra.

Progetti per il futuro?

Un sacco di cose in verità. Sto lavorando su più fronti e ho vari editori interessati ai miei lavori.

Devo dire che è ciò che dà più soddisfazione. Penso che dopo Room 12 sentirete parlare di qualche altra nuova uscita con la mia firma. I soggetti sono per lo più horror ma ci sono in ballo anche un thriller, un fantasy un po’ trash e un fantastico per ragazzi.

E poi chissà… magari anche Room 12 avrà un suo seguito.