In un oscuro medioevo futuristico, tra rituali arcani, interminabili guerre e sanguinosi combattimenti con lame techno-mistiche, Etrom, un ex-assaltatore della HWD, la Human World Defense, in rotta con il mondo intero, subisce il richiamo della misteriosa Essenza Astrale. Etrom non lo sa, ma un viaggio avventuroso sui contorti sentieri delle dimensioni occulte, oltre le mura delle megacity e nelle profondità della sua anima, ha avuto inizio.

La pace non è sempre la soluzione giusta.

Almeno non nella “Sacra Repubblica delle Nazioni Unite di Sighundia”, dove l’interminabile guerra dei Quattro Stati prosegue senza fine.

Fabio Belsanti ci presenta un racconto curato al dettaglio, come si conviene a un genere che ha radici nel fantasy e si espande poi su orizzonti nuovi, moderni, suscettibile di prospettive diverse.

L’autore ci parla di “megacity”, enormi e dense metropoli, sottoposte a costante controllo e protezione, rinchiuse in barriere energetiche a fronte dei numerosi attacchi esterni che minacciano la loro sicurezza e il loro tempo. Ai confini metropolitani vige il nulla, deserti morenti che oscillano tra il caldo orrido e il freddo glaciale. Gli abitanti sono divisi in classi sociali: aristocratici e borghesia da un lato e lavoratori dall’altro. Ogni cosa è osservata, controllata, nulla sfugge al potere superiore, persino le nascite e la produzione.

Non vi sono eccessi di nessun tipo, le risorse sono monitorate e prodotte per una soddisfacente distribuzione.

Gli abitanti ritenuti indegni vengono senza indugio relegati nella melma, in luoghi isolati e fatiscenti. E guai a valicare certi limiti…

Una prospettiva surreale, a tratti distopica caratterizza la trama, e da essa emerge pure un’atmosfera intrisa di veridicità quanto di magia.

Una quotidianità ordinaria dunque, che pullula di regole e leggi rigorose, di segrete organizzazioni civili e militari.

L’autore ha saputo mostrarci, con un linguaggio fluido e chiaro, una realtà fantastica, in cui nulla è affidato al caso, neppure il destino dei protagonisti.

Una storia che viaggia nella modernità attraverso la storia, che parla tramite la tecnologia, e stimola la curiosità dei lettori con scenari oltre il comune immaginario.

Definirei l’autore un autentico “architetto”: ha saputo progettare e illustrare bene la struttura di una realtà sui generis, a forma piramidale, e che assurge forza dal suo interno per riversarla all’esterno, a mo’ di legittima difesa contro gli attacchi di grandi potenze e forti egemonie. Ho letto con interesse il racconto, e ne ho apprezzato anche lo stile, sempre teso a stupire e non a strafare o a confondere, come spesso può accadere in trame complesse.

Poi c’è Etrom, un cittadino ed ex ufficiale degli assaltatori sacri della H.W.D. (Human World Defense), un combattente che maneggia armi ed equipaggiamenti techno-mistici vincolati all’ampliamento dell’aura vitale. Uno di quei guerrieri dallo spirito buono ma allo stesso tempo impavido, spietato, indefinibile.

Molte volte premiato con medaglie e riconoscimenti militari, Etrom decide di abbandonare la H.W.Dl il 12 gennaio 470 A.H.E.F., e fonda una società privata di esplorazione dei deserti morenti. Pur avendo un’indole ribelle, Etrom sembra tornare utile e prezioso ai potenti per fronteggiare un prossimo e imminente inferno astrale.

Le ambientazioni non sono prive di atmosfere cupe, quasi asfittiche, che però rendono alla perfezione l’idea di un’epoca gravida di contrasti e guerre, di una non-umanità nel pieno del suo delirio tecnologico.

Una storia avvincente, ricca di sorprese e suspence, che non delude le aspettative e regala momenti di brivido e azione.

Non resta che chiedersi se nella realtà il mondo non vada proprio verso lo stesso destino apocalittico presentatoci dall’autore.