Insurgent è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con Divergent, che aveva presentato una società futura in cui ognuno deve scegliere la fazione più consona tra Candidi, Pacifici, Abneganti, Eruditi e Intrepidi. L’unica eccezione è rappresentata dai Divergenti, che possiedono più di una inclinazione e nessuna in modo netto e definitivo. Tris, la protagonista, è una di loro ma la sua sicurezza è messa a rischio poiché il governo vede in questi individui una minaccia per la stabilità del sistema. Il primo film si era concluso dopo la strage degli Abneganti, con la fuga dei protagonisti che ora trovano rifugio in villaggio di Pacifici. Le cose però si mettono subito male perché Jeanine Matthews, l’Erudita a capo del governo, vuole a tutti i costi eliminare i Divergenti. Inoltre ha trovato un’importante reliquia proveniente dal passato, un cofanetto sigillato che può essere aperto solo da un Divergente. La donna sa che all’interno c’è un messaggio che i fondatori hanno lasciato alla città e crede che si tratti di una guida che permetterà al mondo di evolversi in pace grazie alle fazioni. Per scoprire cosa dice il messaggio ha però bisogno di Tris e nessuna azione per lei sarà troppo immorale pur di arrivare allo scopo.

Da molti anni ormai i produttori hollywoodiani sono alla spasmodica ricerca del film che replicherà il successo del tormentone della stagione: è accaduto con Il Signore degli anelli e lo stuolo di pessimi film fantasy che hanno cercato di replicarne il successo, Harry Potter e i vari apprendisti stregoni, Twilight e derivati e Hunger Games. A quest’ultimo micro genere appartiene la trilogia di Veronica Roth che rimastica quella di Suzanne Collins neanche tanto velatamente. L’ambientazione è un futuro lontano dove vigono le regole di una società distopica, la protagonista è una giovane ragazza arrabbiata e, sullo sfondo oltre alla rivoluzione, c’è anche una classica storia d’amore. Se però i film tratti dalla trilogia di Hunger Games visti finora sono abbastanza fedeli ai romanzi e beneficiano sia di una gran bella trama, sia di un’attrice come Jennifer Lawrence, Divergent e Insurgent non si possono dire altrettanto accurati a causa di imbarazzanti buchi di sceneggiatura. Tris ha un cambiamento così repentino tra il primo e il secondo film che invece dell’anonima e inespressiva Shailene Woodley sarebbe stata più in parte Michelle Rodriguez. Robert Schwentke, noto soprattutto per aver diretto il divertente RED, ce la mette tutta per instillare un po’ di brio e in parte ce la fa specie nelle scene oniriche dei test. Completamente inutile invece la presenza di due star come Kate Winslet/Jeanine Matthews versione strega di Biancaneve e Naomi Watts, la madre degenere di Quattro, entrambe così visibilmente annoiate da rischiare la brutta figura. Ora si attende l’epilogo che, come da ormai consueta tradizione, verrà diviso in due parti.

Martina Grusovin - Voto 2 stelle

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A un anno da Divergent arriva Insurgent, secondo episodio tratto dalla saga di Veronica Roth, stavolta diretto da Robert Schwentke che prende il posto di Neil Burger (ora produttore).

In questa Chicago distopica, gli esseri umani sono suddivisi in base alla predisposizione naturale: Eruditi, Pacifici, Intrepidi, Candidi, Abneganti. Ovviamente continuano a esistere anche gli Esclusi, incapaci di possedere alcuna qualità, e i più bistrattati di tutti, i Divergenti, la cui natura non li fa associare a una sola categoria. 

Ed è proprio a loro che il governo dà una violenta caccia, dopo lo sterminio degli Abneganti: l’Erudita Jeanine (Kate Winslet), a capo del governo, ha ritrovato un dispositivo creato dagli Antenati fondatori e ha bisogno di un Soggetto Perfetto tra i Divergenti, ovvero Divergente al 100%, l’unico in grado di essere sottoposto alla prova che il marchingegno impone per essere aperto e rivelare un messaggio importante. Jeanine crede si tratti di indicazioni su come riportare e mantenere la pace, e sarà disposta a tutto pur di ascoltarlo.

Beatrice 'Tris' Prior (Shailene Woodley) e Tobias 'Quattro' Eaton (Theo James), insieme a Caleb Prior (Ansel Elgort), fratello di Tris, e Peter Hayes (Miles Teller) vivono nascosti tra i Pacifici, neutrali rispetto alle lotte tra gli altri gruppi, ma non sanno quanto a lungo potranno rimanervi: oltre a essere insofferenti allo stile di vita “peace & love” del gruppo guidato da Johanna (Octavia Spencer), sanno che Jeanine è sulle loro tracce.

Il film è incentrato quindi su alcuni punti fondamentali: la mania di controllo di Jeanine, la creazione di un’alleanza tra dissidenti, Candidi ed Esclusi che vuole fermare l’abuso di potere di Jeanine e il clima di terrore instaurato dal suo gruppo di fedeli; la storia personale di Tris e Four, che funge da filo conduttore per la risoluzione di tutta la storia.

Gli amanti della saga avranno probabilmente da ridire sul pesante rimaneggiamento della trama, tuttavia la storia continua a funzionare: c’è un filo logico che permette anche ai non adepti di seguire e comprendere l’evoluzione, i principi alla base delle varie fazioni, la vicenda personale di Tris e lo svolgimento dei fatti fino al finale, prevedibilmente aperto.

Gli elementi a favore di un apprezzamento di Insurgent sono soprattutto tecnici, ben armonizzati tra loro: ottimo a sceneggiatura, fotografia, effetti speciali, colonna sonora, montaggio. Ben strutturati i dialoghi, chiari, profondi e accattivanti, che speriamo siano ben resi con traduzione e doppiaggio.

Ottima la scelta degli attori, che interpretano in maniera convincente i rispettivi ruoli, sia che si tratti di attori più giovani che icone del cinema internazionale, come una Kate Winslet simil Madonna, e una leggermente psicotica ma intrigante Naomi Watts, new entry in questo capitolo come capo degli Esclusi e madre ritrovata di Four,  proposta come un mix tra un pirata e uno Snatcher (Ghermidore) potteriano.  

Se la Woodley e James piaceranno, non tanto per il talento quanto per la continuazione della loro non originale love story (onestamente proposta in modo nemmeno troppo stucchevole pensando ad altre coppie che tanto hanno appassionato gli young adult), è da segnalare l’ottima interpretazione di Miles Teller (recentemente visto in Whiplash, prossimamente in The Fantastic Four) che si conferma un attore di vero talento dall’interessante capacità di  introspezione psicologica, nonostante la prevedibilità del suo stesso ruolo.

Cosa non funziona, dunque, per non esaltare fino in fondo lo spettatore? Purtroppo la ripetitività dell’ennesimo young adult ambientato in un universo distopico, quindi la mancanza di una trama finalmente originale. Quante volte avete già sentito questa frase negli ultimi anni?

Hunger Games, Il mondo di Jonas, Maze Runner, Shadowhunters, in qualche modo anche Percy Jackson e seppur fuori target e di un altro genere World War Z: tutte storie con protagonisti giovani adulti, bistrattati e messi in pessime condizioni di vita da un governo, da scienziati, da una classe politica dalla provenienza più o meno ancestrale che ha abusato del proprio potere. Giovani messi alla prova, sottoposti a pessimi esperimenti, costretti a rischiare la salute mentale o proprio la vita, se non a perderla (fatta esclusione per i protagonisti, perché devono dare speranza). Il mondo riorganizzatosi in modo da controllare la pace attraverso architetture sociali e psicologiche che a un certo punto degenerano, perché è insito nella natura umana sopraffare l’altro per prendere il controllo; e al tempo stesso l’uomo comincia a chiedersi il “perché”.

Immancabili l’intreccio amoroso e almeno una situazione conflittuale tra genitori e figli. 

Insurgent non si discosta da tutto questo, e ha molte similitudini con, soprattutto, Il mondo di Jonas e Maze Runner per il concept della trama, con World War Z per gli scenari postapocalittici. Se è un film mediamente consigliabile a un pubblico di adolescenti e ventenni, di certo farà sbadigliare gli adulti, lettori e cinefili mediamente strutturati.

Maria Cristina Calabrese - 2 stelle