Un ragazzino guarda terrorizzato la città in cui è appena entrato, confuso dalle mura arcigne, dagli armigeri, da una folla in cui non è abituato a stare e da un gruppo di ragazzini che si diverte a tormentarlo con frasi canzonatorie. La cosa peggiore però è il corpo del padre, impiccato a uno dei torrioni senza che lui sappia nemmeno il perché.

Inizia con una scena drammatica La nuova dinastia, il libro scritto da Silvana De Mari sulla base della storia creata dai ragazzi di una scuola media.

Il libro fa parte di un progetto molto particolare denominato Insieme per la scuola. Otto scrittori per ragazzi hanno fornito agli alunni altrettanti incipit di romanzi appartenenti a generi diversi. Sulla base di questi inizi – le prime righe riassumono l’incipit proposto della De Mari – gli alunni delle scuole aderenti al concorso hanno dovuto realizzare delle storie. La migliore storia per ogni genere è stata in seguito rielaborata dallo scrittore che l’ha trasformata in un vero e proprio romanzo.

Con una nascita di questo tipo è normale che il libro sia abbastanza lineare, con una trama che segue il classico viaggio dell’eroe a partire dalla rivelazione sulla sua vera identità. Seguono la chiamata all’avventura, l’incontro con il mentore, il superamento di varie soglie grazie anche all’aiuto degli alleati che gli consentono di prevalere sui nemici, la prova centrale, la ricompensa e il ritorno che chiude in modo circolare la storia. Lo spazio in cui si muove il protagonista è limitato a una sola città isolata dal resto del mondo e da un bosco molto particolare, il numero di personaggi ridotto con lo sguardo della scrittrice che quasi non si allontana dal giovane Artrid.

Semplicità però non significa superficialità, e la De Mari dimostra la consueta capacità di occuparsi di temi importanti riuscendo anche a sdrammatizzare il tono della narrazione giocando con le parole e con l’ingenuità di Artrid o dei folletti. La paura, l’incomprensione, l’ignoranza, la conoscenza del futuro, la verità e la menzogna, il senso del dovere, la soddisfazione di un lavoro ben fatto, la necessità d’imparare, la crescita, il peso delle scelte, il libero arbitrio, l’amore e la compassione rendono queste pagine vive, capaci di toccare il lettore anche mentre lo intrattengono con un susseguirsi di avventure che oscillano dal buffo al drammatico e che non annoiano mai.

Qualche elemento non convince del tutto, dall’isolamento della città di Kaan alla modalità dell’addestramento e di alcune fasi del confronto finale, per il quale l’iniziale definizione di guerra non sembra calzare del tutto, ma potrebbero essere dettagli legati alla nascita del libro come un progetto di classe e non disturbano particolarmente la lettura. Lievemente più pesante appare la mano dell’autrice in un paio di passaggi nei quali la sua fede cristiana traspare un po' troppo rendendo didattico il tono del racconto, ma si tratta di brani brevi che hanno una loro funzionalità all’interno della storia e che vengono presto superati dall’incalzare degli eventi.

La nuova dinastia è un libretto piccolo, non privo di difetti e che si legge in poco tempo, ma i temi di cui si occupa e il modo in cui lo fa riescono a divertire e far riflettere allo stesso tempo, e non è cosa da poco.