Torna, ma solo nelle sale cinematografiche statunitensi, il capolavoro d'animazione, vincitore e nominato in tantissimi premi, che rivelò al mondo il talento di Brad Bird, Il Gigante di Ferro (The Iron Giant). 

Warner Bros. e Fathom Events hanno annunciato l'uscita per due giornate, il 30 settembre e il 4 ottobre 2015, di una nuova versione dell'apologo sulla pace e sulla tolleranza che nel 1999 venne tratto dal romanzo L'uomo di ferro (The Iron Man) del 1968, scritto da Ted Hughes, rilevendone i diritti dal musicista Pete Townshend, che nel 1989 ne aveva ricavato un musical, accreditandolo nel film come Produttore Esecutivo.

La riedizione, chiamata “Signature Edition” conterrà due scene inedite, scritte ma non realizzate all'epoca.

Una delle scene dovrebbe essere nientemeno che un sogno del Gigante.

Bird nel video seguente ha detto che pensava che all'epoca il film funzionasse senza, ma ora pensa che invece sarebbe stato meglio inserirla.

Le nuove scene sono state realizzate dallo studio d'animazione Duncan.

Il poster della nuova edizione è stato diffuso dallo stesso regista mediante il suo account twitter @BradBirdA113.

Il Gigante di Ferro, il film

Il poster della nuova edizione di The Iron Giant
Il poster della nuova edizione di The Iron Giant
Il gigante di ferro è una favola hippy. Un apologo antimilitarista contro le guerre, contro l'immotivata paura del "diverso", che ha molteplici chiavi di lettura.Va precisato che il film, con la colonna sonora composta da Micheal Kamen, non è un musical.Uno dei suoi punti di forza è la straordinaria tecnica mista: CGI per il robot, tradizionale per tutto il resto. Ma la tecnica è al servizio della vicenda, non se la mangia. La scena dell'ammaraggio del robot non solo è spettacolare, ma ci rende il senso di meraviglia, misto a terrore, che prova il pescatore quando vede davanti a se il gigante. 

Ma è straordinaria l'empatia dello spettatore nei confronti del gigante. Tramite le posture, le gestualità, i cambiamenti di luce dei suoi occhi, si riescono a cogliere i sentimenti di un robot! 

Quando lo vidi all'epoca non esitai a considerarlo un capolavoro.

Non è un film reazionario, come molte favole mielose. Non è rassicurante, nonostante il lieto fine. Non ha canzoni o animaletti parlanti buffi. Non vuole arrivare ruffianamente a sentimentalismi da cartolina. Bensì ai sentimenti più profondi e veri: il rispetto e la tolleranza del diverso; il vero amore che porta al vero sacrificio. Il robot non ci pensa due volte a mettersi in pericolo per salvare un'umanità che comunque gli è ostile.

Brad Bird è poi entrato in forza alla Pixar dove ha realizzato Gli Incredibili e Ratatouille tra gli altri.

La mia sincera speranza è che questo film, all'epoca oscurato e mal distribuito dalla stessa Warner Bros, possa ritrovare la via della sala cinematografica anche nel resto del mondo.