A Lucca Comics & Games 2015 incontriamo Alwyn Hamilton, scrittrice Young Adult che esordisce in Italia cinque mesi prima che nel resto del mondo con il suo Rebel: il deserto in fiamme edito da Giunti.

Intervistata a Lucca Games sul suo romanzo, l'autrice di origine canadese vissuta tra Parigi e Londra, ci parla della sua opera prima rispondendo alle nostre curiosità partendo da una valutazione degli elementi che portano a definire il suo lavoro come "DesertPunk".

Nata come una storia western su una "ragazza con le pistole" che attraversava il deserto, si è evoluta in un fantasy nel momento in cui la componente storico realistica del vecchio west cominciava a essere soffocante rendendo statica e "polverosa" la narrazione.

L'autrice aveva già previsto alcuni elementi magici e spirituali all'interno della storia, prendendo spunto dai momenti sciamanici di alcuni western, ma non avendo stabilito quale mitologia di riferimento usare per la propria storia, è partita dal deserto e dalle sue suggestioni per analizzare le varie possibilità.

Fortunatamente, la scelta è caduta sulla mitologia Araba pre-islamica che ha reso unico il romanzo, in particolare l'autrice ha basato gran parte della propria mitopoiesi sui racconti delle Mille e una notte, che condividevano con il West non solo il tema del deserto ma anche le sue conseguenze socio-culturali come la natura forte dei protagonisti in lotta contro un ambiente ostile, la profonda religiosità delle rispettive popolazioni e soprattutto la figura archetipica del "Bandito".

Il tema degli uomini senza legge ha creato nell'immaginario collettivo, ispirato sia dalla storia che dalla narrativa, sia spietati criminali che eroi romantici e questa dimensione di sopravvivenza, unita ai desueti elementi magici della narrazione, trasforma ancora il concetto fondendo perfettamente i due elementi alla base di un racconto, arricchito ulteriormente da alcuni elementi industriali, presi a piene mani dalla storia delle ferrovie americane alla conquista della frontiera nei primi del novecento.

Il treno, la polvere da sparo ed il metallo sono elementi forti che condensano una narrazione resa volatile dai continui spostamenti dei personaggi e dalle creature arcane che compaiono nel libro rendendo percepibile al lettore la velocità cinematica degli stacchi narrativi.

L'autrice precisa di avere volutamente scritto il romanzo "in corsa", fermandosi solo dopo aver descritto e completato le sequenze d'azione per collegarle logicamente, attraverso momenti riflessivi limitati e collocati in maniera sequenziale.

Questo taglio dei tempi morti è un escamotage, cercato e voluto, per tenere alto il livello dell'attenzione anche durante i numerosi spostamenti repentini dei personaggi, affinché questi ultimi non appaiano come teletrasportati per magia da un luogo ad un altro.

Gli stessi protagonisti, a partire da Jin e dal Bandito dagli occhi blu, si sono sviluppati molto sulla carta durante la scrittura, tanto che alcune delle rivelazioni, o dei colpi di scena, del romanzo sono nati quasi spontaneamente durante la stesura rendendoli inaspettati anche per l'autrice.

La Hamilton ha studiato molto per dettagliare il suo libro e, sebbene non abbia mai sparato con una pistola, adora i treni ed ha studiato molto la cultura araba pre-islamica per trovare racconti e foto che parlassero di questo mondo quasi dimenticato meglio dei freddi testi accademici.

I volumi "storici" non posseggono, secondo l'autrice, i necessari dettagli per conoscere bene un popolo, per questo lei, che già aveva lavorato amministrativamente alla stesura di cataloghi dell'arte araba, ha preferito concentrarsi sulla narrativa e sul corpus fiabesco di Le Mille ed una Notte o di altri romanzi e favole del periodo che restituiscono un'immagine più fedele della quotidianità di un popolo perduto.

Altresì interpellata sulle implicazioni culturali e religiose del suo romanzo, specialmente in questo periodo di tensioni tra medio oriente ed occidente, ha tenuto a definirsi non qualificata per esplorare l'argomento, dichiarando di aver lasciato volutamente fuori dalla narrazione gli elementi religiosi monoteistici di entrambi i "mondi" d'ispirazione del proprio lavoro, precisando che "cultura araba" non è sinonimo di Islam come "cultura occidentale" non deve essere, obbligatoriamente, associata al cristianesimo.

Rebel. Il deserto in fiamme

Rebel. Il deserto in fiamme

Articolo di Pino Cottogni Martedì, 13 ottobre 2015

È orfana, vive, mal sopportata dagli zii, in un miserabile agglomerato di case nel deserto. Il suo desiderio di fuggire si è fatto urgente da quando ha saputo che lo “zio” la vuole sposare. Ci riuscirà unendosi a un misterioso ragazzo venuto da lontano. Il debutto in Italia di Alwyn Hamilton presente a Lucca Comics and Games. Leggi l'estratto in anteprima.

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Ambientazione originale affasciante, divertente, immersivo, appassionante

Cit. Licia Troisi.