Molte volte in Italia pensiamo di avere il monopolio delle cose realizzate alla "René Ferretti". Se non sapete a cosa mi riferisco vi suggerisco di andare a vedere la serie Boris, disponibile in DVD e periodicamente su vari canali satellitari o streaming, ambientata sul set di una immaginaria soap-opera italiana.

Pensiamo che magari a Hollywood sappiano sempre cosa fanno.

Chi segue da anni il nostro sito sa invece quanto travagliato sia stato il percorso produttivo della trilogia cinematografica che Peter Jackson ha tratto da Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien.

In origine doveva essere un film solo prodotto da Jackson e diretto da Guillermo del Toro. Poi le difficoltà di avviare la produzione, unite alla crisi economica che ha colpito la MGM (poi rilevata dalla Warner) hanno causato l'abbadono di del Toro. Quando poi il progetto è ripreso, alla regia si è messo in gioco non senza riluttanza lo stesso Jackson, che ha provato a sperimentare, a giocare con il 3D e il 4K.

Ricordiamoci che all'inizio Lo Hobbit doveva essere trasposto in un solo film, poi diviso in due parti e che, a pochi mesi dall'arrivo in sala della prima parte, la produzione ha deciso per allargare a una terza parte il film. Una pianificazione molto estemporanea.

The Hobbit: making of
The Hobbit: making of

Nel video che vi presentiamo, incluso tra i contenuti speciali del Blu-ray della nuova versione estesa di Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate, il regista e la troupe ammettono candidamente che i tre film sono stati realizzati senza la stessa preparazione della precedente trilogia.

Jackson afferma: Ho iniziato le riprese, con la maggior parte per niente pronto.

Jackson e i suoi affermano che all'inizio delle riprese la maggior parte del materiale necessario, dai costumi alle scenografie non era pronto. Non erano pronti gli storyboard e le sceneggiature. Sul set la pianificazione era così estemporanea che il più della volte le pause pranzo sono state più lunghe del previsto, per dare modo a Jackson di prepararsi alle riprese.

Nonostante tutto. Jackson ha affermato anche: Sono riuscito ad andare avanti fino al momento in cui dovevo girare questa battaglia molto complessa.

Concept art da Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate
Concept art da Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate

A quel punto le riprese vere e proprie sono state interrotte per molti mesi perché la produzione non era pronta a girare la grande battaglia finale e, per tenere impegnate le maestranze, per qualche tempo Jackson ha girato letteralmente scene a caso.

Andy Serkis, regista della Seconda Unità, descrive così la fase delle riprese della Battaglia dei Cinque Eserciti (questo il vero nome dell'episodio nel romanzo): nulla era stato pianificato, stavamo letteralmente girando a vuoto.

Alla fine Jackson, sospese le riprese, ha dato alla produzione un anno di tempo per sistemare le cose in post-produzione.

Il lavoro è stato così tanto e così intenso, da non potersi fermare mai, ha affermato la designer del trucco protesico Tami Lane.

Richard Taylor, il  designer creativo della produzione ha affermato che non c'è stato tempo per fare splendide foto davanti a pile di armature completate un anno prima, come abbiamo fatto in Il Signore degli Anelli.

Peter Jackson e Guillermo del Toro
Peter Jackson e Guillermo del Toro

Taylor, che ha lavorato con Jackson nei film della trilogia precedente, con una pre-produzione di tre anni, ha affermato che Guillermo del Toro aveva lavorato per circa un anno e mezzo, ma quando Jackson gli è subentrato, è dovuto ripartire da zero, con a disposizione solo due mesi prima dell'inizio delle riprese.

Che dire. Quando vediamo i contenuti speciali di un DVD/Blu-ray, il tono è sempre trionfalistico. Ogni lavorazione è sempre perfetta, ogni problema è sempre risolto in modo brillante. Questa volta abbiamo un video che racconta una versione diversa.

Ma qualsiasi cinefilo sa che la storia del cinema insegna che la lavorazione di un film è un sistema complesso, caotico e disordinato anche nelle migliori produzioni, che i problemi sono sempre in agguato. 

Molti film famosi sono stati travagliati nelle riprese, da Casablanca, nel quale Bogart e la Bergman si odiavano, a Blade Runner, nel quale in pratica tutti odiavano tutti, giusto per citare due esempi.

Non so voi, ma per quanto mi riguarda non sposta di una virgola il mio buon giudizio complessivo sulla saga e, soprattutto, sull'operato di Jackson come produttore che alla trasposizione cinematografica del mondo tolkieniano ha dedicato molti anni della sua vita, tra cavalli, fango, set con migliaia di persone impegnate, gestendo tutto quasi come il sindaco di una città, un parafulmine che per "dovere" è tenuto sempre e comunque a dare delle risposte esaurienti.

A tal proposito, un bell'esempio di meta cinema, esplicativo delle problematiche che un regista deve affrontare è il film Effetto Notte di François Truffaut, che suggerisco a chiunque voglia capire cosa veramente sia un set e cosa sia un regista, dal quale ricavo questa definizione:

Che cos’è un regista? Un regista è uno a cui vengono fatte in continuazione domande, domande su qualsiasi cosa. A volte lui sa la risposta, a volte no.

La realtà è questa, il cinema è sudore, fatica, portare a casa sudati metri di pellicola (o GB di file digitali) nonostante mille problemi.

Perché alla fine, nonostante tutto, la trilogia c'è, con tutte le sue ore di intrattenimento. 

Ricordiamocelo, questo è un divertimento. Forse i puristi dell'integrità tolkieniana vedranno in questo video l'ennesima occasione per dare addosso a Jackson. Pazienza. Da parte mia rimane il rispetto per aver anche solo pensato di poter realizzare una simile impresa, pur con i limiti del risultato finale.

La filosofia di René Ferretti