Forse non è per tutti, la serie gotica di Gormenghast: si tratta di una storia lunga, elaborata, complessa nel linguaggio e profonda nell'introspezione dei personaggi, molto incentrata sull'ambientazione e sulle conseguenze che ha sui destini delle persone. il Castello di Gormenghast è un maniero decadente, che crolla in pezzi, abitato da un'antica famiglia di nobili con la servitù. Si trova al centro di una contea lontana da tutto, isolata, chiusa nelle antiche tradizioni: un mondo di cerimoniale, di soffocante convenzione, una trappola per chi aspira a essere libero di decidere cosa fare della propria vita. Nelle intenzioni dell'autore, Mervyn Peake, vi era quella di mostrare il contrasto tra la modernità e la tradizione, la libertà individuale e l'assolutismo bigotto e reazionario, e di narrarci tutta una serie di bizzarrie, genio e follia, passioni, soffocati dall'ambiente in cui si trovano. In particolare il giovane Tito (che vediamo neonato nel primo libro) erede di tutto questo mondo, ne vorrà fuggire.

Copertina di Gormenghast – Adeplhi – Victor Hugo, Le Rocher de l’Ermitage, dans un paysage imaginaire (1858). Bibliothèque Nationale, Paris.
Copertina di Gormenghast – Adeplhi – Victor Hugo, Le Rocher de l’Ermitage, dans un paysage imaginaire (1858). Bibliothèque Nationale, Paris.

Mentre narra tutta una serie di  storie personali, l'autore crea l'affresco di un mondo di strani rituali di cui s'è dimenticato il senso, di personaggi in contrasto fra loro per motivi a volte fondamentali e a volte futili, di sentimenti umani buoni e cattivi, del castello stesso che è un luogo che sembra avere una sua anima. La serie di Gormenghast (tre libri, un quarto fu solo abbozzato per via della malattia che colpì l'autore) ha praticamente fondato un genere che viene definito "fantasy of manners" in inglese, echeggiando la "comedy of manners" ovvero la commedia di costume, dove attraverso la storia dei personaggi e i loro dialoghi si esaminano la società e le passioni umane, tutto si svolge in un contesto urbano o comunque civilizzato e il contrasto è tra i protagonisti e non tra di essi e il mondo esterno. Nell'opera di Mervyn Peake quindi non vedremo orde di orchetti o draghi, e non c'è nemmeno un vero e proprio elemento sovrannaturale, anche se tutto l'insieme dell'ambientazione crea senz'altro un mondo fantastico.

La serie di Gormenghast venne adattata in una serie televisiva dalla BBC nel 2000, con Jonathan Rhys Meyers nella parte dell'astuto e malvagio Steerpike (Ferraguzzo nella traduzione italiana del libro). Neil Gaiman ha annunciato che intende realizzare un film per il grande schermo, avvisando scherzosamente tramite Twitter: Non lasciate che Peter Jackson ci si avvicini. Non voglio vedere nove film di Gormenghast. Finirei per guardarli, ma non voglio.

L'allusione è ovviamente al trattamento destinato dal regista neozelandese all'opera di Tolkien, particolarmente al Lo Hobbit, stiracchiato fino a farne tre film.

Fabian Peake, il figlio dell'autore, affermando di essere contento che questo adattamento venga realizzato, specifica che la pianificazione è a un livello abbastanza avanzato. E noi speriamo di vederlo, questo film.