A quale pubblico è diretto il film Pedro galletto coraggioso? A volte sembra che non lo sappia nemmeno la produzione, che oscilla fra citazioni comprensibili solo da un pubblico più esperto a scene adatte invece ai più piccoli, con alcuni momenti cacofonici che finiscono per stordire un po’ tutti.

Pedro è un galletto dotato di pochi muscoli ma di grande determinazione. Così, quando si trova di fronte alla prospettiva di dover combattere nell’arena per salvare la fattoria in cui vive dalla bancarotta, non si tira indietro anche se il suo avversario è un gallo tutto muscoli di nome Sylvester Pollone. Al suo fianco un eterogeneo gruppo di amici lo accompagnerà in un’impresa che sembra impossibile.

I temi della storia, il coraggio di vincere le proprie paure, la determinazione nel raggiungere un risultato importante e l’amicizia che fa superare ogni difficoltà sono importanti, e sorreggono una vicenda che non ha tempi morti e che spesso è piacevole da vedere. Eppure c’è qualcosa che non convince del tutto.

Il film è realizzato principalmente con la grafica digitale, anche se in un paio di momenti compaiono disegni tradizionali che giustamente sottolineano lo stacco dalla realtà che Pedro e i suoi amici stanno vivendo in quel momento. I dettagli però a volte sono così carichi da giungere ai limiti del kitch, mentre alcune sequenze d’azione molto movimentate, rischiano d’intontire un po’ lo spettatore. Per i più piccoli in particolare diverse sequenze di combattimento – non dimentichiamo che la storia ruota intorno ad alcuni incontri di pugilato – sono eccessivamente dettagliate e la trama non è sempre facile da seguire. Numerosi piccoli imprevisti, conditi da una notevole dose di allegria riescono però a ravvivare tutta la vicenda. D’altra parte per i grandi la totale umanizzazione del comportamento di uova e animali, con l’importanza del volo come unico elemento che giustifica la scelta di avere per protagonisti dei pennuti e non degli esseri umani, è un po’ fastidiosa.

Gli omaggi al cinema americano sono parecchi, dal più ovvio richiamo a Rocky con un gallo pugile che si chiama Sylvester Pollone – non manca neppure l’evocazione di un’assente “Adriana” – a Karate Kid o alle saghe di Star Wars e Indiana Jones. Spesso sono piccoli dettagli, inseriti per far divertire quegli spettatori che sono cresciuti con quelle storie, ma il gusto per l’omaggio può sconfinare facilmente nelle macchiette. È quello che accade quando registi e sceneggiatore si lasciano per prendere un po’ la mano dalla voglia di divertire a tutti i costi con l’inserimento di due topi, Sancho e Panza, che pur comparendo a più riprese non portano nulla di significativo alla trama.

Diretto da Gabriel Riva Palacio Alatriste e Rodolfo Riva Palacio Alatriste e sceneggiato da Alberto Juárez Melchor, si tratta della pellicola d'animazione che ha ottenuto i maggiori incassi nella storia del cinema messicano.