Aslan, un leone parlante con poteri mistici e figura centrale nelle Cronache di Narnia: Il Leone, la Strega e l’Armadio, tratto dall’amatissima serie fantasy scritta da Clive. S. Lewis nel 1950, sta per aggiungersi alla lista degli eroi disneiani che periodicamente sono stati per il colosso americano fonte di notevoli guadagni.

Il film in sé, però, rappresenta soltanto la punta di diamante di un’operazione commerciale che vedrà la realizzazione di un parco a tema, giocattoli, abbigliamento, videogiochi e quant’altro la fervida immaginazione del team Disney riuscirà a realizzare; operazione commerciale che non si ripete dal 1994, quando Il Re Leone divenne un vero e proprio evento cultural-popolare, come dimostra il successo che ancora ottiene da un punto di vista finanziario.

Le Cronache di Narnia rappresentano oggi uno degli ultimi classici per ragazzi ancora inesplorati dal cinema, se si escludono due brevi serie televisive della BBC e un film a cartoni animati americano vagamente basato sui libri, e contengono abbastanza azione e immaginazione da poter competere con Il Signore degli Anelli. Come franchise sembra avere illimitate potenzialità con in più una rispettabilità intellettuale e profonde radici culturali, cosa che non si può dire di altri franchise famosi.

Le notizie dal set sono ancora frammentarie: una ragione potrebbe essere la volontà del colosso di Burbank di creare un’attesa febbrile in occasione dell’uscita del film, ma più probabilmente il vero scopo è rendere appetibile a tutte le categorie di fan un prodotto che potrebbe essere definito “delicato” dal punto di vista religioso.

Le Cronache di Narnia sono una chiarissima rappresentazione del credo cristiano dell’autore, ma non tutti i potenziali spettatori potrebbero pensarla alla stessa maniera. Se da un lato per molte famiglie del circuito evangelico l’opera di Lewis rappresenta una lettura obbligatoria più che semplicemente consigliata, per altri potrebbe apparire solo l’ennesimo esempio di “sword and sorcery”.

L’eventualità di porre in secondo piano l’aspetto cristologico del leone Aslan è quantomeno difficile se non, replicando le parole – forse un po’ dure – di un noto predicatore: “ … un’operazione idiota e autolesionista” e si correrebbe il rischio di falsare il messaggio dei libri e dell’intero opus lewisiano, cosa che la Disney, il suo partner Media Walden e lo stesso regista Andrew Adamson hanno assicurato di non voler fare.

Tra le varie operazioni pubblicitarie previste pare ci sia anche la distribuzione di biglietti omaggio, o con forte sconto, a tutte le comunità religiose di radice cristiana, mossa tattica e diplomatica che ha già avuto il suo peso al botteghino all’epoca della Passione di Cristo di Mel Gibson.

Attenzione: la chiusura dell'articolo potrebbe rivelare alcuni aspetti del libro/film che preferireste non conoscere in anticipo.

Riuscirà, quindi, la Disney a vendere un eroe dello schermo concepito originariamente come aperta rappresentazione di Cristo, come lui un redentore che viene torturato e ucciso al posto di una bambina e torna in una gloriosa resurrezione che trasforma l’innevato paesaggio di Narnia in un paradiso verdeggiante?