Tui T. Sutherland è, per noi italiani, un nome nuovo nel panorama della letteratura fantastica ma, oltreoceano, ha già dimostrato il suo valore. Con oltre trenta libri pubblicati sotto diversi pseudonimi e milioni di copie vendute, si è affermata negli ultimi anni come un'autrice di libri per l'infanzia estremamente prolifica e di discreto successo. La Profezia dei cinque draghi, primo volume de I regni del Fuoco, forte di due milioni e mezzo di copie vendute, è stato dichiarato un bestseller del New York Times, e finalmente ora è disponibile anche per gli abitanti dello stivale.

La Profezia dei cinque draghi si rivolge principalmente ad un pubblico di bambini, ma ciò nonostante resta una lettura gradevole anche per i più grandi, leggera e delicata ma con quella giusta quantità di critica sociale e di morale da rendere la storia apprezzabile a diversi gradi di profondità.

Ne La Profezia dei cinque Draghi veniamo trasportati in un mondo in cui la specie dominante è, per l'appunto, quella dei draghi. Veniamo a conoscenza anche di un piccolo gruppo di esseri umani, ma sono assolutamente marginali: i protagonisti assoluti di queste pagine sono le maestose creature volanti e sputafuoco (o ghiaccio, in alcuni casi), che da sempre cavalcano i cieli della fantasia.

In questo mondo popolato dai draghi, cinque delle specie dominanti – Ali di Fango, Ali di Sabbia, Ali di Mare, Ali di Cielo e Ali di Ghiaccio – sono in guerra tra di loro per la successione al trono degli Ali di Sabbia. Dopo diversi anni dall'inizio di questo sanguinoso conflitto, però, è stata formulata una profezia: cinque giovani draghi verranno e metteranno fine ai combattimenti, portando finalmente la pace in tutti i regni.

Nel romanzo quindi seguiremo i primi passi di questi giovanissimi draghi, poco più che cuccioli, che decideranno di impugnare il proprio destino per portare a compimento la loro missione, nonché ritrovare le famiglie a cui sono stati sottratti e proteggersi da un mondo che li vuole morti.

Questo volume non è che il primo di una saga in dieci capitoli – il cui ultimo e conclusivo dovrebbe uscire quest'anno in America – e, per questo motivo, risente di tutti i classici difetti di libri simili. Benché la lettura sia gradevole e la storia scorra veloce come il volo di un drago, non si può fare a meno di avere la sensazione di stare leggendo, per l'appunto, una mera introduzione. Ci viene presentata la situazione mondiale, ci vengono presentati i diversi personaggi, e viene avviata la storia che si svilupperà in maniera più approfondita nel corso dei prossimi volumi. In questo libro, quindi, di sostanzioso capita poco oltre questa presentazione: ciò nonostante, non si può che rimanere ammaliati dal mondo che viene perfettamente delineato fin dalla prima riga della prima pagina.

Malgrado il mondo de I Regni del Fuoco si presenti, per ovvi motivi, differente dal nostro, Tui T. Sutherland riesce a descriverlo fin da subito con precisione e credibilità, rendendolo immediatamente limpido nelle nostre menti.

Oltre a ciò, i personaggi dei piccoli draghi, nonché tutti gli altri che incontreranno nell'inizio della loro epica avventura, sono dipinti alla perfezione. Ognuno ha il suo carattere e le caratteristiche che lo differenziano dagli altri, ognuno ha la sua motivazione per il modo in cui decide di agire e ognuno si relaziona con gli altri in modo credibile e realistico.

Veniamo quindi catapultati in questo mondo di guerra in cui cinque ragazzini devono fare la differenza. Tutto quello che loro sanno è che la guerra è sbagliata, la guerra fa del male a tutti i draghi del mondo, e la guerra deve essere fermata.

In sostanza, La Profezia dei Cinque Draghi è un bel libro, scritto bene e di profondo impatto. Di questi tempi in cui i nostri bambini vedono giornalmente ai telegiornali degli adulti messaggi di guerra e di violenza da tutto il mondo, forse questo è proprio il libro ideale da far loro leggere, per insegnargli in modo semplice cosa è la guerra e che a volte basta anche poco, come l'accettazione di chi è diverso e rigettato dal resto del mondo, per fare già una piccola differenza.