Il più famoso RPG del mondo, Dungeons & Dragons, è stato proposto come strategia terapeutica per aiutare i teenagers a socializzare. Il Dr. Raffael Boccamazzo, psicologo clinico, ha recentemente spiegato il suo uso di Dungeons & Dragons per curare bambini affetti da autismo in un podcast sul sito ufficiale della Wizard of the Coast.

Il roleplay terapeutico si baserebbe su far immergere i bambini in delle quests che creano pressione o ansia, esattamente come molte situazioni sociali della vita di tutti i giorni. I bambini a volte si trovano più a loro agio interagendo in un’ambientazione di roleplay perché il loro rapporto con gli altri è mediato dal loro personaggio, invece che mettere in gioco direttamente se stessi. Sembra inoltre che i vari allineamenti dei personaggi aiutino i ragazzi a costruire e articolare un moralità e una motivazione anche al di fuori delle sessioni di D&D, nei rapporti con i genitori e con gli altri.

Molti studi stanno fiorendo anche sul possibile ruolo terapeutico di videogiochi, soprattutto nel trattamento dell’ansia e della depressione. Quindi presto potremo passare dal vecchio principio, proprio di molti genitori, per cui giocare troppo fa male, all’idea che i giochi aiutano i giovani a socializzare, stimolare la propria creatività, e possono persino svolgere un ruolo nella cura di alcune malattie. E nel frattempo… possiamo continuare a divertirci con giochi di ruolo e videogiochi meravigliosi.