Il percorso che Thomas Ligotti compie con il saggio La cospirazione contro la razza umana è interessante e pericoloso allo stesso tempo.

Ligotti espone il pensiero pessimista, citando ed estrapolando il pensiero di filosofi mescolandolo, con ardire che potrebbe fare impallidire i puristi, con autori considerati "di genere".

Il sottoscritto non ha un background di studi filosofici, pertanto i nomi  Julius Bahnsen, Peter Wessel Zapffe o Thomas Metzinger, giusto per citare alcuni pensatori a cui Ligotti attinge, non mi erano conosciuti. Più noto mi era, a grandi linee, il nome e il pensiero di Arthur Schopenhauer

Ligotti intreccia i pensieri e le considerazioni di questi filosofi con l'analisi delle opere di scrittori noti H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe, Luigi Pirandello o Robert Conrad, un po' meno noti come Algernon Blackwood (almeno a un grande pubblico) o Ann Radcliffe (anche qui per citare solo alcuni), utilizzando gli strumenti della filosofia per fare critica letteraria, e quelli della critica letteraria per analizzare la filosofia.

Il risultato è maggiore della somma delle parti, perché Ligotti effettua collegamenti lineari, ma anche trasversali, aggiungendo sue considerazioni maturate dagli accostamenti effettuati.

Non siamo davanti quindi a un mero saggio compilativo ed espositivo, ma a una vera e propria ricerca.

Ligotti non propone verità sulla condizione umana. Di certo è che operare nel campo del pessimismo, talvolta cronico e totalmente devastante, pone davanti a dei dubbi. Ligotti affronta con coraggio il tema scomodo del pessimismo, che può diventare da semplice messa in discussione della necessità di esistere, una forma di totale negazione della sua utilità. 

È un pericolo? La risposta non è facile da dare. Non condanno a priori il pensiero pessimista, specialmente se l'ottimismo è di maniera. Ma la condizione è ribaltabile. Neanche il totale pessimismo può essere gestibile.

Ligotti sembra suggerire che se vogliamo dare agli anni nei quali esistiamo in questo mondo una qualunque parvenza di senso, le tesi del saggio vanno metabolizzate, analizzate e contestualizzate.

Può la grande qualità letteraria di un testo farci diventare adepti delle sue opinioni?

In tal senso Ligotti semina il germe del dubbio, non di desolanti consapevolezze nichiliste. Mediante il suo percorso, che come unico difetto ha quello di presentare alcune ridondanze nell'esposizione, l'autore non ci offre chiavi di lettura  univoche, ma strumenti per effettuare le nostre analisi, prendere spunti, anche letterari, cercando un nostro percorso, decidendo noi quale strada seguire.

Così è stato per per esempio, nel caso dello sceneggiatore Nic Pizzolatto, che a questi scritti, ma anche all'intera poetica di Ligotti, ha detto di aver attinto per la sua serie TV True Detective.

Un saggio da leggere, rileggere, analizzare e studiare.