Nato da un’idea di Lucio Staiano, proprietario e fondatore della casa editrice Shockdom che edita l’albo, BlackScreen è stato sceneggiato da Giuseppe Andreozzi e disegnato da Giovanni Guida, alias Fubi.

BlackScreen è in arrivo in fumetteria

BlackScreen è in arrivo in fumetteria

Articolo di Simone Bonaccorso Giovedì, 29 dicembre 2016

Nato da un’idea di Lucio Staiano e sceneggiato da Giuseppe Andreozzi, BlackScreen arriverà in fumetteria il 22 gennaio 2017 con i disegni di Giovanni Guida, in arte Fubi. Edita da Shockdom, questa nuova graphic novel vi porterà in un mondo fantascientifico dove l’umanità ha creato un nuovo e potente mezzo di previsione del futuro: lo Spoiler.

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Iniziamo dicendo che l’ambientazione è davvero accattivante: una comunità che sa già tutto sul domani grazie a una tecnologia che permette di conoscere il futuro in anticipo. Lo Spoiler non è altro che un visore che mostra all’utente, previo il pagamento di un abbonamento, quello che gli accadrà nel futuro prossimo. In questo modo, nessuno è più colto alla sprovvista da nulla. Nemmeno dalla morte. Quando l’ora dell’utente è giunta, lo Spoiler mostra il temuto Black Screen, una schermata nera che vieta di sapere come avverrà l’evento inevitabile.

Garret
Garret

All’interno di questa cornice si svolgono tre storie parallele e collegate.

Garret è un ragazzo intelligente, nonché l’inventore del software alla base dello Spoiler, che svilupperà durante il collage. Fin da piccolo, però, si è sempre interrogato su Dio e sul libero arbitrio, e questi dubbi gli rimarranno crescendo, portandolo continuamente a porsi degli scrupoli sul suo lavoro.

Il professor Frank Rosenthal è uno dei docenti del collage di Garret. La sua disavventura inizia proprio dal famigerato Black Screen.

Brian è uno degli impiegati di Garret che, sentendosi impotente di fronte alle schermate nere dei clienti, si crea un accesso secondario al programma dello Spoiler per poter prendere visione dei dati dei clienti direttamente dal proprio computer.

Frank Rosenthal
Frank Rosenthal

BlackScreen nasce da una buona idea, ma la realizzazione è piuttosto mediocre. L’ambientazione, vero tratto caratteristico di questo graphic novel, viene relegata a fare da sfondo a tre storie che stentano a prendere il largo e finiscono senza raggiungere un vero climax, rimanendo sempre sotto tono. Sicuramente la lunghezza complessiva ha influito: un centinaio di pagine non bastano di certo a svolgere tre storie intrecciate tra loro con passaggi continui tra passato e presente.

I personaggi, invece, sono stati caratterizzati bene nei loro dubbi, nelle loro paure e ansie, ma stentano ad agire. Se il lato psicologico della mente umana ha ampio spazio in BlackScreen, l’azione non si compie mai del tutto, frenata dal bisogno di mettere in mostra la fragilità umana di fronte alla morte.

Brian
Brian

Anche la gestione del fattore temporale lascia molti dubbi. I personaggi si incontrano nel presente, ma le loro storie si intrecciano già nel passato senza che loro ne siano a conoscenza. I salti avanti e indietro nel tempo sembrano casuali, almeno inizialmente, e non vengono raccordati da alcuna immagine di transizione. Il risultato finale è un flusso confuso di personaggi ed eventi che si alternano davanti agli occhi del lettore, trovando un filo logico solo sul finale.

Per quel che riguarda lo stile di Fubi possiamo definirlo minimalista, poco attento ai dettagli negli sfondi, ma presta attenzione alle sfumature psicologiche dei volti. Una scelta azzeccata visto il tratto caratteristico del graphic novel. Non toglie nulla al voto finale, ma nemmeno aggiunge.

Nel complesso il lavoro si guadagna tre stelle. Peccato, perché nel darne segnalazione chi vi scrive era rimasto affascinato dall’idea originale di Staiano. Non fatevi demoralizzare, però, BlackScreen vi aspetta in fumetteria!