Anime e Sangue è il nome con cui il duo creativo delle edizioni Serpentarium ha battezzato un felice e scanzonato gioco di ruolo cartaceo, ma è anche il titolo con cui si fregia la serie fantasy live action attraverso la quale i filmaker di Two little mice hanno voluto rendere onore alla suddetta esperienza ludica.

Anime e Sangue - Seconda Edizione

Anime e Sangue - Seconda Edizione

Articolo di Walter Ferri Giovedì, 27 aprile 2017

Anime e Sangue, gioco di ruolo nostrano, viene ristampato dopo una sentita assenza in un'edizione che ambisce al cambiamento. Ecco le nostre inclementi opinioni.

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In un periodo in cui quasi ogni videogame ha un suo adattamento cinematografico è bizzarro realizzare che Anime e Sangue – La serie sia ancora una delle rarissime produzioni legate a un concetto ricreativo dal retaggio classico mai opportunamente esplorato, la cosa diviene ancora più anomala se si considera si stia parlando di una creazione tutta nostrana e indipendente. Con la pubblicazione ufficiale dei cinque DVD promessi ai finanziatori e in attesa del già annunciato crowdfunding per la stampa di ulteriori dischi è giunto il momento di vagliare Anime e Sangue e stabilire se con le sue forze possa ambire all'immortalità.

M'avviene d'intrattenermi anch'io nelle notti serene – La trama

Peter Pan (Enea Barozzi) è vittima dei pirati di Uncino. Sanguinante e morente si trascina nei meandri dell'Isolachenoncè nella futile speranza Campanellino possa raggiungerlo presto con miracolosi rinforzi. Ma il suo tempo è giunto e il suo unico destino sarebbe l'oblio se non fosse per Sariel (Simone Formicola), un essere supremo che gli offre la salvezza in cambio dell'arruolamento nei suoi ranghi.

Pan abbandona così il suo corpo, il suo universo, finendo col vestire le carni di una ragazza milanese vittima di stupro (Perla Ambrosini). In questo orribile mondo, Milano, il giovane incontra i nuovi compagni di ventura: lo Spartano (Federico Rubino/Mattia Stancanelli), burbero quanto micidiale; lo Spaventapasseri “Oz” (Paolo Grossi), ottimista e svampito; Cyrano (Marco Maccieri), combattente disilluso naufragato nell'amarezza; Erzsebet Bathory (Zoe Pernici), dal fascino gelido e severo. La missione è quella di impossessarsi della Plasmatrice, un'arma leggendaria che permette al suo portatore di riscrivere le leggi di ogni realtà, concedendogli di fatto l'onnipotenza.

Il tempo non ha rispetto per la bellezza – Presupposti

Viviamo in un mondo in cui le produzioni americane possono vantare budget plurimilionari per effettuare le riprese di un singolo episodio di soap opera, ma anche scomodando prospettive più modeste il budget dei Two little mice si dimostra irrisorio. Con un fondo ufficiale di € 14.327, Anime e Sangue – La serie fa una figura birba se affiancato a una becera stagione di Don Matteo (16,6 milioni) e viene schiacciato anche dai concorrenti diretti. Numenéra: STRAND, corto indipendente ispirato a un altro noto gioco di ruolo, ha ricevuto circa 36.000€ per una clip da dieci minuti. Dieci minuti strepitosi, ma pur sempre dieci.

Questa apertura vi farà sicuramente temere il peggio e, in effetti, l’intera produzione è flagellata da vistose barriere economiche. L'esperienza è permeata dalla sensazione di avere a che fare con tempi ristretti, scambi di favori degni delle attenzioni di Marcel Mauss e abusivismo ricorrente. Questi ostacoli inibiscono alla serie di puntare ad alti traguardi artistici e la confinano in una palude di peccaminosa piacevolezza naif da guadare a cuor leggero.

Quest'oggi, non moriranno spartani – I personaggi

Pan e compagni sono affidati in buona parte ai pupilli della scuola Paolo Grassi di Milano. Di fatto si dimostrano tutti capaci ma l'abitudine a calcare il palcoscenico tende a rendere loro più ostici i piani ravvicinati. Chi non era già abituato alla camera da presa non ha avuto il tempo di adattarsi e la performance ne risente. Perla Ambrosini, forse debitrice al fatto che Peter Pan possa vantare un'esposizione superiore a quella di chiunque altro, risalta per capacità e sfumature recitative. Altra degna menzione va a Ludovico D'Agostino, interprete di Jack O' Lantern, perfetto sia per fisico che per abilità nel dar vita alla propria maschera.

Il principale ostacolo ai personaggi è il copione, troppo preso a portare avanti il filone narrativo per concedere ai protagonisti il tempo di rivelarsi. Se la spigolosa Bathory di Zoe Pernici si salva dall'essere una macchietta grazie a una squisita scena di drammatiche confessioni, tale sorte non è accessibile ai più che, invece, vengono affossati da esposizioni che hanno una sapore didascalico e distaccato, poco accattivante nel creare un legame empatico con lo spettatore.

Dev'essere sconveniente essere fatti di carne – Questione tecnica

Se sembro caustico nel giudicare il testo è perché ho forte la memoria del primo tentativo dei Two little mice, Anime e Sangue – La strada per casa, e di come il gruppo di filmaker mirasse a traguardi ben più grotteschi: sigla d'apertura trash ai livelli di Xena, ruoli enfatizzati all’estremo e duelli gladiatori in campi da calcio della periferia meneghina. Paradossalmente questi soggetti cartooneschi non avevano bisogno di presentazioni e il fuoco d'attenzione verteva sulle alchimie del loro rapportarsi. Anime e Sangue – La serie finisce a subire sequele di “spiegoni” atti a sostenere la troppa carne al fuoco che, irrimediabilmente, si traducono in un epilogo inconcludente e vago.

Anime e Sangue

Anime e Sangue

Articolo di Bruno Bacelli Mercoledì, 18 novembre 2015

Dal Gioco di Ruolo una web serie realizzata con capacità e professionalità, con una campagna di crowdfunding per poterla godere in tutte le otto puntate previste.

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Per quanto concerne la regia mi sento in obbligo di rassicurare tutti coloro che hanno assistito alle proiezioni/preview in occasione di fiere ed eventi: la post produzione è stata raffinata e le goffezze esibite si sono riassorbite senza lasciare cicatrici. Permangono alcuni errori di montaggio dovuti a inesperienza, sfortuna o gestione malandrina del lavoro della segretaria di edizione, ma si tratta di facezie evidenti esclusivamente al pubblico più esigente.

Encomiabile la realizzazione degli Spiriti stessi e delle magie più complesse, brillanti nella loro semplicità. Più generalmente le puntate danzano seguendo un ritmo crescente, accompagnando gli spettatori in un viaggio sempre più accattivante e coinvolgente con la costante promessa di nuovi approfondimenti.

Solo chi sogna può volare – Conclusioni

Con il budget risibile che avevano a disposizione i Two little mice hanno fatto miracoli, creando un essere insolito e sublime. Anime e Sangue – La serie trova giovamento ed è al contempo maledetta dall'essere finita in mano a uno staff pieno di amorevoli intenti. I fondi si sono rivelati decisamente troppo ristretti per garantire un'opera dalla portata ambita dagli autori e questi non sono stati in grado di ridimensionare i loro orizzonti, ma è anche vero che i sacrifici compiuti e la determinazione dimostrata hanno reso possibile un'impresa che altrimenti non si sarebbe mai concretizzata.

Di fatto i cinque episodi, se accorpati, diverrebbero un'unica puntata pilota da far visionare alle emittenti per ottenere i dovuti sponsor, ma la serie è attualmente lungi dal potersi garantire quell'ampia audience che oramai pretende prodotti ben più raffinati e rifiniti. Tutt'altro discorso è da farsi per i fan del gioco che, senza dubbio alcuno, dovrebbero accaparrarsi una copia dei DVD, anche fosse solamente per il gusto feticistico di cogliere i riferimenti e le divergenze rispetto alle regole canoniche dei manuali. Pur coi suoi difetti la produzione di Anime e Sangue – La serie rimane virtuosamente superiore a quella di Don Matteo, il che è già una vittoria.