Nuovo percorso espositivo per il MUDEC-Museo delle Culture di Milano, che stavolta ospita una nuova esperienza espositiva: la Klimt Experience, dedicata all’artista viennese Gustav Klimt. Ipersfruttato, ma forse conosciuto superficialmente.

L'epoca di Klimt

Nello schermo centrale A. Vita Wilhelm, L’imperatore Francesco Giuseppe, 1893.
Nello schermo centrale A. Vita Wilhelm, L’imperatore Francesco Giuseppe, 1893.

Per comprenderlo appieno dobbiamo inserirlo nel panorama culturale dell’epoca. Siamo a fine ‘800 sotto l’imperatore Francesco Giuseppe. L’Austria, o meglio il Regno asburgico avevano un ruolo centrale nella cultura dell’epoca in diversi ambiti. Klimt ebbe la fortuna di nascere in una famiglia che seppur non particolarmente agiata, soprattutto dopo la morte del padre, era stimolante e aperta: la mamma era un’appassionata di opera lirica, il padre un orafo apprezzato. Il giovane Gustav si dedicò sin da giovane allo studio delle arti applicate e da subito ebbe riconoscimenti notevoli come l’incarico di decorare il cortile del Kunsthistorisches Museum. Iniziò così la carriera di questo artista, il quale ben presto si allontanerà dai canoni dell’arte classica per sviluppare le particolari inclinazioni che lo renderanno famoso e molto criticato dai contemporanei.

Le opere

Nello schermo centrale la famosissima firma di Gustav Klimt cui cui l’artista era solito segnare le sue opere
Nello schermo centrale la famosissima firma di Gustav Klimt cui cui l’artista era solito segnare le sue opere

Grazie alle commissioni istituzionali, aumentarono anche le richieste di ritratti privati, che diventeranno centrali nella sua produzione artistica. I pannelli espositivi all’esterno della stanza in cui viene proiettato il video, forniscono informazioni dettagliate sul periodo e sul panorama culturale dell’epoca. Interessante il rapporto di Klimt con le donne: muse, ispiratrici, sensuali, ma anche inquietanti e imperscrutabili (se qualcuno volesse approfondire l’argomento consiglio i saggi di Eva di Stefano, esperta dell'artista e curatrice della mostra su Klimt allestita a Palazzo Reale nel 2014).

L'esposizione

Le proiezioni interagiscono con l’ambiente che le ospita, ridisegnandolo e valorizzandolo. I motivi tratti dai dipinti più celebri del grande artista rivestono lo spazio e avvolgono lo spettatore. Particolare e texture ispirate a G. Klimt, L’albero della vita, dal Fregio per Palazzo Stoclet a Bruxelles
Le proiezioni interagiscono con l’ambiente che le ospita, ridisegnandolo e valorizzandolo. I motivi tratti dai dipinti più celebri del grande artista rivestono lo spazio e avvolgono lo spettatore. Particolare e texture ispirate a G. Klimt, L’albero della vita, dal Fregio per Palazzo Stoclet a Bruxelles

Entrando nel salone della proiezione (che secondo me dovrebbe offrire qualche sedia in più per permettere una fruizione più appagante), si alternano non solo immagini di dipinti, ma soprattutto di dettagli che difficilmente si potrebbero apprezzare a una classica mostra.

G. Klimt, Ritratto di Adele Bloch-Bauer II, olio su tela, 1912, collezione privata
G. Klimt, Ritratto di Adele Bloch-Bauer II, olio su tela, 1912, collezione privata

La visione dei classici: Il bacio, in cui Eros e Thanatos si confondono, richiamando i dipinti di Gabriele Rossetti, ma anche l’inquietudine del periodo storico, anticipando quella contraddizione così destabilizzante, che possiamo ritrovare in Munch nel dipinto Vampiro per esempio; o Le tre età, il confronto con la diversa fisicità analizzata, espressa, descritta con un contrasto stridente e tragico, nonostante l’apparente poesia. I ritratti di Adele Bloch-Bauer, piena di sensualità disarmante e struggente, in cui le dita nervose contrastano con lo sguardo languido, si alternano a quelli delle sue innumerevoli muse e modelle, fino ad arrivare all’incontro con Emilie Flöge, con cui intrattenne una relazione particolare e di lunga durata.

Per fortuna la proiezione non si ferma alla produzione diretta, ma mostra anche le influenze che l’artista ebbe sulla creazione di manufatti, sul design, sull’arredamento, sulla gioielleria, sulla moda in nome di un’idea di arte totale, che tanto sarà sfruttata dalle generazioni successive di artisti, che non videro più confini tra ceramica e pittura, o decorazione e scultura. L’espressione artistica poteva spaziare e declinarsi in diversi ambiti.

Le influenze

Sullo schermo centrale G. Klimt, Chiesa ad Unterach sul lago di Attersee, olio su tela, 1890-1918, Oesterreichische Galerie im Belvedere, Vienna. Sugli schermi laterali G. Klimt, La casa del guardaboschi (sul lago di Attersee), olio su tela, 1912, collezione privata.
Sullo schermo centrale G. Klimt, Chiesa ad Unterach sul lago di Attersee, olio su tela, 1890-1918, Oesterreichische Galerie im Belvedere, Vienna. Sugli schermi laterali G. Klimt, La casa del guardaboschi (sul lago di Attersee), olio su tela, 1912, collezione privata.

Non vengono dimenticati gli impulsi biunivoci che fervevano in quella Vienna secessionista di fine ‘800 da quelli musicali (che purtroppo non hanno un altrettanto elevato supporto tecnologico, quanto quelli visivi), come Strauss, Wagner, Orff, Webern, ma anche Lehár, Mozart (che sta sempre bene ovunque), Beethoven, a quelli intellettuali, sottolineando l’influenza che l’artista ebbe non solo direttamente sui suoi allievi: su Egon Schiele, tanto per dire il più vicino e riconoscibile, o su un pittore straordinario come Kokoshka, poco conosciuto eppure eccezionale nella capacità espressiva, ma anche influenza indiretta: non si possono ignorare le ispirazioni dei Fauve (che si rifanno soprattutto all’ultimo periodo di Klimt), oppure l’espressionismo tedesco, non solo cinematografico (penso a Metropolis), ma anche l’espressionismo in architettura. L’accostamento alla Bauhaus non è remoto, ma anche a Van Gogh e i suoi cieli stellati, alle ninfe di Renoir, a Tamara de Lempicka con le sue donne sensuali e taglienti che richiamano le decorazione architettoniche di Klimt. Persino David La Chapelle gli ha reso omaggio, forse involontariamente, in alcune foto provocatorie, o pubblicità come quella di Cacharel di circa vent’anni fa che mostrava delle ragazze molto somiglianti alla Danae di Klimt, le pubblicità di tanti prodotti degli anni ’40 e ’50 si ispiravano alle decorazioni che fece per i teatri. E ancora oggi possiamo trovare dei rimandi in cartoni animati come Mia and me. Ma a parte le aggregazioni di pensieri e i rimandi personali il visitatore sarà entusiasmato da oltre 700 immagini continue, che lo faranno immergere in un’atmosfera, che attraversa un periodo movimentatissimo. Un’ora di intrattenimento totale ideata da Crossmedia Group, con la consulenza scientifica di Sergio Risaliti.

Klimt Experience sarà visitabile dal 26 luglio 2017 al 7 gennaio 2018, al MUDEC, in Via Tortona 56, Milano, nei seguenti giorni e orari: Lunedì 14.30 ‐19.30 | Martedì, Mercoledì, Venerdì, Domenica 09.30 ‐ 19.30 | Giovedì, Sabato 9.30‐22.30.

Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

BIGLIETTI                                                   Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI www.ticket24ore.it | Tel. +39 0254917