E così, Gaio Giulio Cesare torna a vivere un'avventura a cavallo tra Storia, Mito e leggenda…

È quello che cerco di fare con questa serie di romanzi che ambisce a riunire in un unico contenitore tutte le mie esperienze professionali come scrittore: il fantastico, lo storico e la mitologia. Non è un esercizio semplice, posso garantirlo, ma di certo mi ha fatto divertire moltissimo durante la sua realizzazione.

In questo caso, nel libro “Cesare il conquistatore” che fa seguito al primo, “Cesare l'immortale”, non si parla solo di mitologia greca o romana.

Esatto. Quello che ho cercato di fare è stato unire al patrimonio mitologico dell'antica Grecia e dell'antica Roma, quello altrettanto affascinante e misterioso dell'antico Egitto, scoprendo analogie davvero straordinarie, che mi hanno consentito di “giocare” un po' con la fantasia e incrociarli per dare al mio protagonista, Giulio Cesare, una nuova meta di grande fascino verso cui dirigersi, nella sua ossessiva ricerca del segreto dell'immortalità.

È così che insieme ad altri personaggi di grande caratura riesce a raggiungere le sorgenti del Nilo…

Raggiunge un luogo che esiste sia nella mitolgia greca e romana sia in quella egizia: una immensa palude nei territori lontani e inesplorati dell'Africa, in cui il Nilo ha origine ma in cui, si racconta, esista l'ingresso dell'Averno, il mondo degli inferi nelle cui caverne sotterranee scorre il fiume Stige, le cui acque sono capaci di infondere la vita eterna.

È per questo che nel romanzo Cesare porta con sé Cleopatra? Perché ha bisogno di qualcuno che conosca bene quei territori?

Ovvismente mi sono divertito a tenere in vita un altro personaggio storico di grande fama come Cleopatra, ultima regina d'Egitto, sfruttando la stessa tecnica per cui sia Cesare sia Cicerone, Spartaco e Bruto, in realtà non sono morti ma si sono sottratti con l'inganno al mondo romanzo: un finto suicidio. Lo stesso avviene qui con Cleopatra, che affiancherà Cesare in questa avventura verso le sorgenti del Nilo, come guida per i territori inesplorati che dovranno affrontare, ma soprattutto come spalla femminile di cui un uomo come Cesare non poteva in alcun modo privarsi.

Ma alla fine Cesare riuscirà a conquistare la vita eterna?

Be', non posso certo rivelarlo adesso! Lasciamo che i lettori lo scoprano leggendo il romanzo. Anche perché di sorprese, fino alla fine, ce ne sono a bizzeffe…

Anche come preludio a eventuali seguiti?

Mai chiudersi a chiave una porta alle spalle! Questo è un piccolo segreto di chi scrive narrativa. E così faccio anch'io. Al momento la saga è destinata a chiudersi qui, ma di certo lascerò abbastanza fili narrativi slegati da permettermi, un domani, di riprenderli e riannodarli con qualche altro nuovo romanzo. Ma più che da me, questo dipenderà da quanto i lettori mi faranno capire che ne vorranno ancora.

Nel frattempo, il gradimento del pubblico e della critica è stato lampante, non solo in considerazione delle vendite del primo volume, ma anche perché “Cesare l'immortale” è in finale a un prestigioso premio, non è così?

Sì, il libro è nella sestina del finalisti al Premio Acqui Storia 2017, selezionato da una giuria popolare fra oltre 180 romanzi storici pubblicati nel 2016. Un traguardo importante, al di là del fatto che possa vincere o meno (a fine ottobre ci sarà la premiazione ufficiale e vedremo), perché nonostante il mio libro sia una sorta di ucronia storico-mitologica, si è piazzato in finale nel più ambito premio per romanzi storici, a garanzia che il mio lavoro di ricostruzione storica è stato apprezzato come mi auguravo.

Per concludere, hai in vista qualche presentazione del romanzo a breve?

Come sempre, adesso inizierò a girare per l'Italia per proporre il romanzo ai miei lettori, ma il primo appuntamento utile è durante la magnifica manifestazione milanese Stranimondi, perché in quella sede, sabato 14 alle ore 14.00, farò la prima presentazione ufficiale di questo romanzo. Ovviamente, vi aspetto tutti per conoscervi e stringervi la mano.