Alla sua nascita, avvenuta qualche mese fa, Cubik TV è stato definito un “Netflix italiano”. In verità gli italiani hanno capito molto bene che sia improponibile gareggiare con le grandi emittenti straniere – anche perché prima dovrebbero superare il fuoco di sbarramento delle Pay TV nostrane – e stanno facendo il possibile per esplorare territori non battuti dalle major. Poco vi è in comune con Netflix se non il medium dello streaming, insomma.

Cubik TV ha optato per un’erogazione gratuita, incentrata su video indipendenti e amatoriali che vengono valutati in tempo reale da una predominante impalcatura social. Mentre YouTube si è allontanato dalle sue radici di sito di appuntamenti per mirare al compiacimento delle grandi aziende, la distribuzione internettiana-televisiva del Bel Paese punta sul dar vita a una comunità energica e partecipante, spesso arrivando a promuovere le dinamiche di confronto con forum di discussione o concorsi degni di reality show.

Ambendo a un’offerta sfaccettata, Cubik sta scrutando l’etere per attingere a produzioni degne di nota da sottoporre all’attenzione (e alle critiche) del proprio pubblico. Nella libreria mediatica sono già presenti piccoli capisaldi quali il corto sardo-zombi Ischidados o il dantesco Inferno, ma la strada da percorrere per poter vantare un solido archivio video è ancora molto lunga. Il prossimo passo di questo cammino verrà compiuto il 26 ottobre con il lancio della web-serie Bruciare violini per vendere la cenere, fantasy atipico che mescola sardonicamente il quotidiano a costumi medievaleggianti e cowboy.

La serie – scritta, diretta e interpretata da Stefano Farolfi – si struttura su quindici episodi agili e leggeri che narrano le avventure di un cantastorie e un bovaro all’avventura nella ruralità romagnola. Politici corrotti, campagnole manzonesche e arguti malfattori sono i personaggi che popolano questo mondo di fantasia al di là del tempo, riflesso sornione di una contemporaneità goffa e risibile. La transazione della fiction, già visionabile sulla rete, a un distributore ufficiale contribuirà al consolidarsi di un nuovo modo di fruire i contenuti multimediali, un vero e proprio business in partenza che certamente vale la pena di tenere d’occhio.