Affollatissimo il presscaffè di Lucca Comics & Games 2017 con il cast di Star: Trek Discovery, la serie prodotta da Netflix e CBS che ha riportato sul piccolo schermo l’universo fantascientifico ideato da Gene Roddenberry.

A parlare della loro esperienza nella serie sono stati Sonequa Martin-Green, Jason Isaacs, Shazad Latif, rispettivemente interpreti dei personaggi Michael Burnham, il capitano Gabriel Lorca e il misterioso Ash Tayler. Insieme a loro il produttore e scrittore Aaron Harberts.

L'incontro con Star Trek: il fandom

I tre attori si sono dimostrati sin da subito a loro agio con i bagni di folla lucchesi. Se Sonequa ha esordito con il classico I love Italy! I want to live here! da entusiasta alla prima visita nel nostro paese, Jason Isaacs e Aaron Harberts hanno ribadito come l’accoglienza calorosa del pubblico sia sintonia con i valori ottimistici della serie di accettazione della diversità. Shazad Latif ha ammesso di essere stato colpito dalla colorata folla delle vie lucchesi e di aver gradito essere riconosciuto, apprezzando gli incontri fatti.

Jason Isaacs
Jason Isaacs

I tre non sembrano ancora ritenere che entrando nel mondo di Star Trek la loro vita professionale sia cambiata per sempre, come è cambiata quella di attori che sono apparsi anche solo per un episodio.

In risposta a una mia domanda in merito, Isaacs ha esordito che avendo terminato solo ora le riprese della prima stagione, ritiene che dovrei fargli la domanda tra dieci anni. Shazad si gode l’oggi e pensa che almeno per ora sia un’esperienza positiva, così come Sonequa che si gode la soddisfazione dell’immediato.

Jason Isaacs è Lucius Malfoy
Jason Isaacs è Lucius Malfoy

Più seriamente Isaacs ha ripreso il microfono affermando una interessante differenza con un altro franchise in cui ha lavorato, quello di Harry Potter, nel quale ha visto attori diventare celebri con estrema rapidità. L’attore inglese pensa che la vera differenza in questo caso sia la coesione del cast, nel quale Sonequa Martin-Green, persona estremamente solare e positiva costituisce un collante, creando occasioni di socialità al di fuori dal lavoro, come cene a casa sua. Ritiene che si sia formato un bel gruppo di amici.

Scoprire il mondo di Star Trek

Gli attori hanno approcciato il lavoro di preparazione al mondo di Star Trek a loro modo. Tutti concordano che essendo ambientata dieci anni prima della Classica, non fosse poi necessario conoscere tutto quello che è stato realizzato prima per preparare i personaggi. La Martin-Green ha detto di aver tentato di vedere tutto il materiale audiovisivo prodotto, iniziando da Enterprise e Classica (detta anche TOS, The Original Series), le serie tra cui si incastra Discovery, ma di aver dovuto abbandonare per mancanza di tempo concentrandosi sulla costruzione del suo personaggio. Isaacs pensa che poiché la serie idealmente potrebbe finire lì dove inizia la ha ammesso di non aver voluto guardare il materiale e di essersi basato sui sui ricordi di adolescenza, quando guardava la Classica ammirando i personaggi di James T. Kirk e Spock. Anche Latif ha provato a guardare TNG e TOS ma ha preferito evitare modelli di riferimento, pur avendo amato il personaggio di Picard.

Aaron Harberts
Aaron Harberts

Harberts ha affermato che il lavoro di scrittura si è basato sia sul rispetto della linea temporale, ma anche su un lavoro di adattamento ai tempi in cui la serie è messa in onda, come già è accaduto in realtà per le altre serie.  

Harberts ha inoltre specificato (come i fan di Star Trek ben sanno) che i Klingon non parlino a caso, ma ci sia stato un lavoro di costruzione dei dialoghi di concerto con esperti del linguaggio. Così come molto lavoro è stato fatto per caratterizzare la loro civiltà, della quale viene narrato un passaggio molto delicato, durante il quale i Klingon temono che la Federazione voglia assimilarli, snaturando la loro cultura. Ha espresso il suo apprezzamento per gli attori del cast Klingon che a causa del trucco e del linguaggio, hanno costituito un gruppo isolato dagli altri componenti del cast, molto affiatato.

Ceci n'est pas un Klingon: le polemiche su Star Trek Discovery

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Articolo di Emanuele Manco Martedì, 10 ottobre 2017

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I personaggi di Star Trek: Discovery

Se Latif e la Martin-Green hanno dichiarato di non aver attinto in modo diretto ai personaggi scepriani, background della loro formazione attoriale, Isaacs ha invece ammesso di essersi divertito a ispirarsi a Enrico V, Iago, Riccardo III e Coriolano tra gli altri, ritenendo che la materia trattata sia affine all’epica.

Con i loro personaggi tutti e tre gli interpreti hanno un rapporto sereno. Sanno di avere a che fare con personaggi complessi come lo sono quelli di una narrazione moderna. Non li giudicano per le azioni anche contraddittorie che eseguono. Isaacs in particolare ritiene che anche un cattivo non pensi di essere tale. Persino Donald Trump, politico di cui non condivide le idee, si alza la mattina e pensa di agire per il meglio per il suo paese.

Shazad Latif e Sonequa Martin-Green
Shazad Latif e Sonequa Martin-Green

Rispetto ai colleghi, quella che sembra avere un rapporto più interiore con il suo personaggio è Sonequa Martin-Green che ha avvertito la necessità di “essere Michael”, con uno stile di recitazione con il quale interiorizzare il personaggio.

La Green ha poi detto, a domanda sul confronto tra Michael e Sasha di The Walking Dead, di ritenersi fortunata ad aver lavorato su due personaggi così ben congegniati, sia pur molto diversi tra loro.

Il futuro di Star Trek: Discovery

Aaron Harberts e Shazad Latif
Aaron Harberts e Shazad Latif

Le frontiere di Star Trek si sono riaperte. Harberts ritiene che sia presto per parlare di spin-off, ma di essere contento di aver approcciato un mondo così vasto, con tante storie da poter raccontare, come per esempio l’infanzia di Michael, o la carriera precedente di Lorca, o esplorare ancora meglio le altre civiltà del mondo Trek. Se è arrivata una domanda sugli spin-off, ha concluso, significa non solo che il mondo di Star Trek è interessante da scrivere, ma che c’è molta attenzione su di esso. 

Harberts non ritiene che sia troppa, anche se sa che ogni singolo particolare di ogni episodio viene praticamente radiografato dal fandom. Lo scrittore afferma di non preoccuparsi di compiacere i fan, seguendo il motto di suo padre per cui se cerchi di servire qualcuno rischi di non essere rispettato da lui.  Quindi, rispetto per la serie e il suo pubblico, ma non servilismo, reciproco tra le parti, quindi in piena sintonia con i valori di Star Trek.