John Howe (nato nel 1957, a Vancouver in Canada) è noto soprattutto grazie ai calendari tolkieniani e alle illustrazioni per la Storia della Terra di Mezzo.

Nel 2001, mentre lavora insieme ad Alan Lee alla trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, è Guest Of Honor a Lucca Comics & Games per la prima volta. Il volume Myth & Magic del 2001 lo celebra come uno dei più grandi artisti fantasy tout court e frequenti sono le sue escursioni in campo ludico; tra tutte spiccano le illustrazioni de La Guerra dell’Anello, vincitore del Best of Show di Lucca Comics and Games nel 2004. 

Grande appassionato di ricostruzioni medievali, partecipa regolarmente a svariati re-enactment. La partecipazione a queste manifestazioni traspare anche dalla ricchezza e dalla precisione nei dettagli di molti dei suoi lavori. Nel 2017 una selezione di sue opere è stata esposta in una galleria d’arte a Parigi.

John è stato ospite di Lucca Comics & Games 2017 in collaborazione con Devir per presentare La Caccia All'Anello di Marco Maggi, Gabriele Mari, Francesco Nepitello.

Sabato 4 Ottobre, a villa Gioiosa, Lucca, Howe ha raccontato la sua opera e ha risposto alle domande dei fan, più o meno famosi, giunti per conoscerlo.

Howe è nato a Vancouver e ha studiato all'Accademia delle Belle Arti di Strasburgo, laureandosi nel 1981. Ha lavorato come illustratore free-lance per copertine di romanzi e poster di film. Ha vissuto in Nuova Zelanda per lavorare alle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit e per il set di Macchine Mortali, tratto dall'omonimo romanzo di P. Reeve, film che uscirà nel 2018, passando quindi dal genere fantasy al post-apocalittico steampunk.

La visione dell'arte ecologica e altruista di Howe

In un momento storico in cui i media cambiano in fretta, altrettanto rapidamente cambia l'illustrazione, secondo Howe. Onestamente, credo che ogni forma di creatività, in qualsiasi media o in qualunque posto occuperà nella vita delle persone, sia sempre molto importante.

Howe ha aperto una parentesi per parlare dei processi psicologici che si sviluppano quando si disegna.  La nostra retina contiene due tipi di recettori: i coni, che si occupano della visione generica, e i bastoncelli, per la visione distinta. Poi il segnale va in zone diverse dei due emisferi cerebrali, che elaborano questi dati. La nostra società però veicola la cultura tramite la scrittura, che coinvolge la logica in modo lineare e legato al tempo. Quando invece disegnate, è qualcosa di non lineare, intuitivo e senza tempo. Gli adulti adesso hanno perso il contatto con il disegno.

Howe fa fatto un esempio semplice: se chiedete di scrivere un parola lunga in uno spazio ristretto, chiunque inizierà con lettere grandi che poi saranno strette e appiccicate. Se invece chiedete di disegnare le parole, ci entreranno perfettamente.

Il processo del disegno aiuta a bilanciare la società moderna piena di figure logiche, afferma Howe. L'artista non disdegna le regole della prospettiva, che insegna ai suoi allievi, in quanto la considera una metafora dell'abilità umana di posizionarsi nello spazio, e quindi controllarlo. 

Usate i disegni che fate come mezzo di dialogo, consiglia Howe, così potrete raggiungere il miracolo in cui il tempo si ferma e voi scomparite, e rimane soltanto il processo creativo, come un discorso libero tra l'opera in evoluzione e voi stessi. L'immagine è fuori di noi, possediamo esperienza, mezzi, conoscenza, ma le immagini sono nel mondo. Davanti a voi non c'è un foglio bianco, ma un spazio tridimensionale,  che aspetta che voi lo tiriate fuori, attraverso ciò che vi spinge verso il mondo e verso le altre persone.

Howe confuta l'idea che gli artisti siano egocentrici, in quanto secondo lui il processo creativo permette di allungare la mano e toccare ciò che è intangibile, portarlo fuori, fin quando non appartiene solo all'artista ma a tutto il mondo. Così l'artista ha il suo ruolo per arricchire il mondo e le persone che lo abitano. 

Siamo umani perché ci raccontiamo storie. Tutto è storia, tutto è narrazione.

L'illustrazione classica e l'illustrazione come scenografia per film

Howe spiega che tra i due tipi di illustrazione ci sono differenze tecniche e nella produzione, ma il processo creativo è lo stesso, non è qualcosa di accademico ma di spirituale. Gli studenti di Howe devono imparare a usare photoshop e gli altri programmi di grafica, ma devono anche saper disegnare a mano e soprattutto avere una plasticità di fondo, perché i programmi che useranno oggi saranno obsoleti domani. Non bisogna confondere gli strumenti, che cambiano, con il processo artistico, che rimane lo stesso.

L'artista racconta la sua esperienza con l'arte e l'architettura greca, di cui spesso imboccano nelle Accademie.  All'inizio non gli piaceva, preferiva l'arte nordica, ma dopo un viaggio in Grecia, visitando il sito archeologico di Delfi da solo all'alba, tutto ciò che avevo rifiutato per anni è diventato chiaro e bello. A volte bisogna lasciarci guidare dall'istinto e da ciò che accade nella nostra vita.

Howe e Tolkien

Howe ha realizzato, oltre alla scenografia per i film di Jackson, le immagini nei titoli di coda de La battaglia delle cinque armate, di cui ha raccontato la creazione. La prima volta in cui ha letto Tolkien, Howe aveva dodici anni e, dato che non poteva comprarlo perché costava troppo. Cercò La Compagnia dell'Anello in biblioteca, ma era sempre dato in prestito, così alla fine lesse prima Le due torri e Il ritorno del re.

Howe afferma che il lavoro che c'è dietro alla preparazione dei film de Il Signore degli Anelli, e di tutti i film di cui ha cui ha curato la scenografia, è molto maggiore di ciò che appare a lavoro finito. È un lavoro di dettaglio, che cura ogni aspetto dell'ambientazione, e che è necessario perché il pubblico lo apprezza anche a livello subconscio. Se mancasse, si avvertirebbe un senso di vuoto.

La connessione dell'artista con gli altri e con il mondo

Quando illustra Tolkien, con in tutti i suoi lavori, Howe cerca di stabilire una connessione con i media e il pubblico attuale, ma anche con chi vedrà l'opera nel futuro. Una connessione non digitale, con i mezzi di comunicazione attuale, ma con le persone, perché la tecnologia è importante nella vita di tutti i giorni ma dobbiamo darle il giusto peso. Ho un detto: bisogna essere connessi con ciò che abbiamo accanto, con il passato alle spalle e il futuro davanti, con ciò che è sopra e quello che è sotto. Ecco perché sono qui: per creare queste connessioni, cruciale in ogni campo e anche nell'arte, dove tutto si risolve in raccontare storie e creare connessioni.

Così Howe ha salutato il pubblico, tra cui, come avevamo accennato, non c'erano solo appassionati di fantasy e disegnatori in erba, ma anche un ospite altrettanto impostante di Lucca Comics & Games:

Angelo Montanini, anche lui artista e realizzatore dei calendari a tema tolkeniano Lords for the Ring, di cui abbiamo già parlato:

Alla scoperta dei Lords for The Ring: Angelo Montanini

Alla scoperta dei Lords for The Ring: Angelo Montanini

Articolo di Simone Bonaccorso Sabato, 23 settembre 2017

A meno di due mesi da Lucca Comics and Games 2017, vi presentiamo i Lords che porteranno il Calendario Tolkeniano alla manifestazione.

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