Bruciare violini (per vendere la cenere) è una commedia/avventura ambientata in un mondo di fantasia costruito sul folklore della regione nella quale è stata girata la serie (Emilia Romagna, regione della quale il titolo riprende un detto popolare) contaminato con elementi fantasy, la cui diffusione è attualmente in corso su Cubik TV.

È costituita da 15 episodi per un totale di 90 minuti circa il produttore, regista, sceneggiatore, montatore audio/video, ideatore e realizzatore dei costumi (aiutato da sua nonna!) Stefano Farolfi ha etichettato ironicamente come "country punk".

I personaggi sono cantastorie, avventurieri, contadinelle, spaventapasseri, ladruncole, preti di campagna, ricche possidenti, tutti con scopi che si intrecciano l'un con l'altro, generando una trama che viene promessa come densa di avvenimenti, brevi e serrati.

La sinossi di Bruciare violini (per vendere la cenere)

La storia di Bruciare violini parte con l'arrivo in un paese di campagna di un allegro quanto sconclusionato bardo cantastorie, Essilo Chiessi, il protagonista della sua stessa avventura, furbo come chi "brucia i violini per vendere la cenere". Insieme a lui, Arialco Crisvalli, un bonario girovago che porta il cappello da cowboy perché piace alle ragazze. Ad aspettarli al varco troveranno Bardolo, ambizioso e senza scrupoli: quando 2 persone sanno una cosa, lui è il terzo a saperla e vuole diventare il nuovo protagonista della serie. Il suo piano sta già andando a gonfie vele…

Al centro della storia c'è Tigotea una contadinella che per salvarsi dai debiti deve trovare un modo per vendere l’Alapapua, la bevanda più buona del mondo ma che lascia impressi sul bicchiere i pensieri di chi la beve; l'unica sua sicurezza è Rauross, il suo "selvaggio da guardia" che la difenderà da chiunque cercherà di metterla in pericolo.

Note di regia e produzione per Bruciare violini (per vendere la cenere)

Stefano ci ha spiegato che la serie non ha fini di lucro, volevo raccontare una storia creando un prodotto divertente e con un anima propria.

La serie è stata totalmente autoprodotta, dall'ideazione alla realizzazione di tutti i costumi. Grazie alla disponibilità di enti locali e proprietari di edifici storici che hanno fatto entrare la troupe in location ricche di fascino antico, la serie è stata girata in borghi (Palazzuolo sul senio, Terra del sole), rocche (Imola e Bagnara di Romagna), gallerie di antiquariato (Palazzo del buon signore), cascine, fattorie piene di animali e sotterranei. Questi luoghi hanno restituito il sapore di favola, permettendo di tendere, senza emulare, ad altri prodotti di genere. La serie è influenzata da vari prodotti audiovisivi e personaggi, tra i quali si citano "Bud Spencer e Terence Hill" (i protagonisti per certi versi ne ricalcano le dinamiche) e "Don Camillo" (il paese, la gente, i contadini, la socialità); il tutto è attualizzato con l'umorismo e il ritmo tipici del cinema d'avventura moderno.

Le "scene d'azione" sono state realizzate con armi vere e, ci ha confidato Sfefano, onestamente ancora mi stupisco di come abbiamo fatto a non tagliarci un dito, con la partecipazione di stuntman per alcune scene di rissa, e l'utilizzo di dispositivi di protezione (come un materasso di 5x6x2m per la scena del salto-fuga dalle mura di una rocca).

Uno dei personaggi è interpretato da Pippo Santonastaso, attore di cinema, teatro e tv che ha partecipato amichevolmente al progetto. Il resto del cast è invece composto da non professionisti.

Intervista a Stefano Farolfi

Ci puoi spiegare la curiosia origine del titolo?

Bruciare violini (per vendere la cenere) è un modo di dire della mia regione, una frase rubata a mia nonna mentre inveiva contro un servizio del telegiornale; questa frase rispecchia l'intera vicenda, oltre che le azioni dei personaggi. La frase "bruciare violini per vendere la cenere" viene ripetuta anche in una puntata della serie, così chi è curioso può scoprirne il significato guardando gli episodi;

Qual era il tuo obiettivo?

Ho voluto realizzare un prodotto divertente e curioso, che possa raggiungere un vero pubblico, fuori dalla cerchia dei soli amici; mi sono ispirato da altri prodotti, ma senza cercare di emularli; vorrei che il pubblico fosse incuriosito, rischiando anche di stranirlo: non sempre è una filosofia che rende, specie nei prodotti low budget che vanno sul web; su questo mezzo di comunicazione la gente non ha voglia/tempo di soffermarsi più di tanto, ma non mi piaceva nemmeno che Bruciare violini rimandasse troppo esplicitamente ad altri audiovisivi, rischiando la sensazione del "vorrei ma non posso" nella mente dello spettatore; nel mio piccolo e con le risorse a disposizione ho cercato di fare qualcosa con uno spirito proprio, puntando sui personaggi, sul tono e sull'ambientazione

Perché questa ambientazione?

Perché mi piace e ho pensato potesse piacere anche ad altri! Ho voluto valorizzare alcuni dei lati affascinanti del territorio nel quale vivo, cioè gli elementi storici (dal medioevo in poi) e la campagna contadina. Ho voluto creare un'ambientazione "di fantasia": il fantasy, osservando altri prodotti più famosi, nasce mescolando una cultura reale, per esempio quella anglosassone nella letteratura di Tolkien, con elementi fantastici, folklore e spunti della propria mente; io ho cercato di fare lo stesso… Si può discutere sulla qualità del risultato, ma questo era il mio intento!

Cosa distingue la serie dalle altre?

Va beh, qui è la solita "sparata per sembrare figo!" ma ho cercato di mantenere Bruciare violini a cavallo tra realtà e fantasia. La vicenda è inventata ma racconta con ironia quello che vedo tutti i giorni dal vivo; nelle riprese non c'è computer grafica, gli oggetti e i luoghi sono tutti reali e tangibili, tuttavia le immagini rimandano comunque ad un mondo che sembra inventato: ok, non avrei avuto i soldi per aggiungere elementi inesistenti ma, se sono riuscito nel mio intento, nemmeno se ne dovrebbe sentire il bisogno. Persino le scene d'azione sono reali! E anche le ferite che ci siamo fatti!

Hai parlato di uso di armi vere… ma vi siete fatti male sul set?

Parecchie volte! Nessuno di noi è uno stuntman ma ci sono vari momenti della vicenda nei quali "meniamo le mani". Per non "copiare male coreografie di altri film" ma non avendo comunque il tempo di di studiare qualcosa di preciso, abbiamo giocato sulle inquadrature e sulla nostra incoscienza! …le armi usate sono tutte vere… e qualche volta un po' di sangue è uscito! Nonostante questo ci siamo divertiti e nessuno ha preso il tetano: anche le comparse, dalla seconda volta in cui le chiamavo, rispondevano alla convocazione ma venivano bardate in modo molto più pesante!

Quanto puoi dirci della vicenda senza fare troppi spoiler?

Sì, è parecchio intricata e sono conscio che il filo conduttore possa sbiadire… Probabilmente non è stata una scelta vincente ma volevo restituire l'idea di una vicenda reale, dove spesso manca la linearità degli eventi, dove chi prende parte all'azione "incasina" i piani di qualcun altro e alla fine ci si deve barcamenare per arrivare alla fine. Il racconto per immagini è volutamente semplice, un po' per la mancanza di risorse e un po' perché ho preferito uno stile più "teatrale" in quanto "Bruciare violini" è la storia di un bardo, il cantastorie da strada, l'attore più vicino alla meta-teatralità e alle vicende della gente comune.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Vorrei avere in mano un prodotto che faccia da "biglietto da visita", con il quale poter coinvolgere altri enti e migliorare la qualità produttiva di questo progetto (una seconda stagione?) o del prossimo che farò… E se non ci riuscissi, almeno potrei dire di aver messo in pratica quello che (spero) di essere bravo a fare: in Bruciare violini c'è praticamente tutta la mia vita, contatti, capacità e idee… e nel bene o nel male sarà sempre una storia da raccontare ai nipotini!

Il cast di Bruciare violini (per vendere la cenere)

Personaggi principali

Sara Bambi – Tigotea

Francesca Bugamelli – Tuotila

Matteo Celli – Zerco

Enrico Galassi – Arialco

Stefano Farolfi – Essilo

Eugenio Massara – Bardolo 

Personaggi di supporto

Federico Caiazzo – Amir

Alessandro Migliucci – Evarion

Pippo Santonastaso – Padre Baffalo 

Enrica Severi – Casia

Marco Silvestri – Rauros

Enzo Zuffa – Tebo 

Regia, sceneggiatura, produzione, montaggio audio/video, ideazione e realizzazione costumi: Stefano Farolfi (per cucire alcuni costumi mi ha dato una mano mia nonna!)

Riprese e fotografia: Nicola Gamberi

Color grading: Sara Passuti e Davide Rossetti

Musiche originali Michele Suzzi con la partecipazione di Alessandro Giacomoni e Filippo Medici

Postproduzione audio Nicola Pacetta

Aiuto produzione: Lucia Cristiani, Laura Zoli

Trucco: Laura Zoli

Riconoscimenti

*** BILBAO SERIESLAND 2017 ***

Winner: Original Amet ("Best Original" in Amet selection)

*** MAVERICK MOVIE AWARD ***

Winner: Best Cinematography

Winner: Best Screenplay

*** ROMA WEB FEST ***

Serie Finalista

*** ROME WEB AWARD 2017 ***

Winner: Best Web Serie

Winner: Best Italian Creation (Web Series Tv)

Winner: Best Costume Design

Winner: Best Screenplay (3rd place): Stefano Farolfi 

Winner: Best SciFi/Fantasy Comedy Cinematography

*** TUSCANY WEB FEST 2017 ***

Winner: Best Cinematography

*** LA WEB FEST 2018 ***

Official Selection (selected by festival)

*** FILM QUEST FESTIVAL 2017 ***

Nomination: Best Web Series

*** SICILY WEB FEST 2017 ***

Official Selection

*** TOHorror FILM FEST 2017 ***

Official Selection

*** MUD FILM AWARDS ***

Official Selection

*** L'Aquila Horror Film Fest***