La Corte Editore ha portato in Italia The Last Girl, primo volume di una saga sci-fi firmata da Joe Hart, saga che nel 2018 sarà trasposta anche in una serie di fumetti. 

Il romanzo è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui una misteriosa epidemia ha drasticamente ridotto il numero di donne sulla Terra. Nessuno ne conosce il motivo e il governo ha deciso di confinare tutte le bambine sopravvissute in dei centri di ricerca, dove vengono trattate come cavie. Non hanno mai visto il mondo esterno e vivono in una specie di bolla di vetro, isolate da tutto e da tutti se non per i Custodi, le guardie votate a sorvegliarle per tutta la vita.

Il romanzo di Joe Hart è un distopico fantascientifico che vede protagonista una ragazza di 21 anni, Zoey, ormai giunta al momento della Cerimonia, cioè il giorno in cui abbandonerà la specie di prigione che divide con le altre ragazze per passare alla "zona di sicurezza". Lì, le hanno promesso fin da quando ricorda, incontrerà finalmente i suoi genitori, sarà al sicuro dal contagio che ha devastato il pianeta e potrà continuare a lavorare al Progetto che è stato sviluppato "per il bene più grande".

Solo che Zoey non ci crede! È una ragazza forte, determinata e con un'innata capacità critica che le permette di intuire le menzogne con cui da sempre i Custodi, Miss Gwen, il Direttore e tutti gli altri inservienti del NOA – National Obstetric Alliance – hanno cercato di controllare sia lei che le altre ragazze. Il lettore, e soprattutto la lettrice, si immedesima subito con il personaggio, che è ben caratterizzato, anche se un po' simile a tutte le eroine dei romanzi distopici young-adult che stiamo leggendo in questo periodo. Zoey è quella che mette in discussione tutto e tutti, che vuole la libertà a ogni costo, ed è disposta a lottare con le unghie e con i denti per ottenerla.

La brutalità è un motivo che serpeggia un po' in tutto il romanzo. Non viene sbandierata, come succede nella saga de Il trono di Spade, ma si ritrova nella fredda e rigida organizzazione della NOA – che punisce severamente ogni minima infrazione con torture fisiche e soprattutto psicologiche – nella gente che popola tanto il centro ricerca quanto l'esterno, e anche nella protagonista stessa. Messa alle strette, Zoey non esita a difendersi con i mezzi a disposizione. L'azione viene descritta in modo crudo e realistico: un colpo al cranio non fa semplicemente cadere esanime la vittima, ma provoca ossa fratturate e fuoriuscita di sangue e materia grigia. Le ferite si infettano. Molti uomini al vedere una ragazza indifesa pensano prima di tutto a violentarla. Un realismo crudo che Hart ci pone davanti senza troppe cerimonie e senza troppi sentimentalismi.

D'altra parte, Zoey si trova ad affrontare davvero tante prove, forse un po' ripetitive ed eccessive per una ragazza che come lei ha vissuto per anni in una palla di vetro. Qualche sua disavventura risulta un po' artificiosa e rallenta lo scorrere della trama.

A questo riguardo, il romanzo in alcune parti risulta un po' lento. La narrazione in terza persona al presente è un ibrido che rischia di estraniare il lettore, spesso abituato a una terza persona al passato o, dai romanzi più recenti, a una prima persona al presente.

Il principale problema del romanzo è che manca di originalità. Misteriosa epidemia, mondo post-apocalittico in cui il governo stesso annienta i cittadini che lo contraddicono, prigionia in un centro di ricerca in cui ti mentono e fanno esperimenti su di te… sono temi che abbiamo già visto in molti altri romanzi e film distopici. In particolare, The Last Girl ha un'ambientazione molto simile al romanzo Solo Per Sempre Tua, di L. O'Neill, cambia più che altro il modo in cui la protagonista approccia la situazione: la ribelle determinazione di Zoey contro la rassegnata passività di Freida.

In conclusione, The Last Girl è un libro ben scritto, realistico e avvincente, che però risulta in molti punti scontato e che alla fine lascia l'impressione di non aver letto nè imparato niente di nuovo.