Scritto da Yasutaka Tsutsui nel 1967 e oggetto a numerosissime trasposizioni, di cui l'ultima – omonima – vincitrice del Japan Academy Prize nel 2007 a opera di Mamoru Hosoda (Wolf Children, The Boy and the Beast) e disegnata da Yoshiyuki Sadamoto (Neon Genesis Evangelion), La ragazza che saltava nel tempo è un romanzo per ragazzi giapponese pubblicato nel 2017 in italiano da Kappalab, casa editrice bolognese da anni impegnata nel portare in Italia la letteratura (nipponica e non solo) che ha ispirato i grandi film di animazione giapponesi. 

La storia narrata in La ragazza che saltava nel tempo occupa in realtà circa metà del volume: il libro comprende altri due racconti brevi di Tsutsui, La vera essenza degli incubi e Infinite dimensioni parallele, che mostrano la scioltezza con cui l'autore è in grado di muoversi tra storie di viaggi nel tempo, horror e weird. A chiudere il volume, il commento all'opera di Tsutsui di Shigehiro Eto.

In questa recensione verrà dato dai racconti lo spazio che giustamente meritano: verranno pertanto recensiti separatamente e ogni storia avrà la sua votazione. In generale la qualità del volume è buona, nonostante il linguaggio molto semplificato: senza dimenticare che questa è un'opera scritta nella fine degli anni Sessanta e pensata per dei ragazzi, soprattutto nei dialoghi risente molto delle strutture del manga. La lettura, in ogni caso, risulta molto scorrevole e il libro, complice la brevità delle storie, si legge davvero senza difficoltà.  

La ragazza che saltava nel tempo (3 stelle su 5)

Sono ventitré i capitoli di questa storia, la più lunga, che occupa circa metà del volume a cui, in effetti, dà il titolo. Protagonista è la giovane Kazuko che, a causa di un misterioso incidente mentre sta ultimando le pulizie di un'aula scolastica con due compagni, acquisisce la facoltà di viaggiare nel tempo e nello spazio. La sua abilità si dimostra utilissima nel momento in cui un terremoto scatena un incendio a casa di un amico e quando un camion rischia di investirla perché ha fatto tardi a scuola. Ma il suo nuovo potere turba Kazuko, che vorrebbe liberarsene. L'unico modo sembra tornare al momento del fatidico incidente al termine delle pulizie dell'aula scolastica, per scoprire chi era la misteriosa figura, che Kazuko ha solo intravisto, intenta a preparare un composto che profumava di lavanda. 

La vera essenza degli incubi (4 stelle su 5)

I sedici capitoli di La vera essenza degli incubi sono un'acuta riflessione sul modo in cui, soprattutto da giovani, viviamo le nostre paure, trasformando le frasi dei nostri genitori in autentici horror oppure reprimendo eventi traumatici e sentimenti complicati che tornano a tormentarci non appena abbassiamo la guardia. La giovane Masako ha paura delle maschere hannya (utilizzate nel teatro No per rappresentare dei demoni della vendetta femminili) e delle altezze (o meglio, dei corrimani). Il suo fratellino Yoshio vede una donna con delle forbici in mano di notte nel bagno, motivo per cui continua a bagnare il letto, e un uomo senza testa. I due fratelli riusciranno a capire il perché delle loro paure, momento di svolta per affrontarle. 

Infinite dimensioni parallele (3 stelle su 5)

Il racconto che chiude è il volume è il più corto, di soli otto capitoli. Ma otto capitoli sono sufficienti a raccontare della liceale Nobuko a cui tutto sommato la realtà piace tranne quelle due o tre cose che tutti noi cambieremmo: avere meno numeri per essere più bravi in matematica, per esempio, o avere un amico più mascolino in grado di difenderla dai bulli delle altre scuole, o avere un taglio di occhi più seducente. Un non meglio specificato errore nel Dies, che regola lo spazio e il tempo di tutte le dimensioni, causato dalla stessa Nobuko in un'altra sua versione, genererà una realtà alternativa, in cui tutti i desideri di Nobuko sembrano essersi avverati. Ma non sempre quando le cose vanno come vogliamo noi è per il meglio.