Dopo 50 anni di chiusura la Cripta di San Sepolcro riaprì al pubblico nel 2016 e, oggi, a due anni di distanza, l’affluenza di 70.000 visitatori e il contributo del Ministero dei Beni Culturali, hanno permesso l’avvio dei lavori di restauro. Ma l’idea fin dall’inizio del progetto (voluto da MilanoCard) è stata di inserire all’interno di questo luogo ancora da recuperare, un contenuto che lo valorizzasse, contribuendo a raccogliere quei fondi necessari per l’inizio dei lavori. Tra le varie mostre organizzate dopo quella di Bill Viola viene oggi presentato un documentario di Michelangelo Antonioni, lavoro praticamente sconosciuto dopo una fugace apparizione a Cannes nel 2004, che descrive l’incontro tra il regista e la statua del Mosè del Buonarroti. Il senso è di mostrare al visitatore che cosa significhi passare dal vedere semplicemente qualcosa in modo superficiale, al guardare soffermandosi doverosamente sulla bellezza e unicità dell’oggetto artistico. Se il tempo passa per tutti, anche per un genio com’era Antonioni, che nel cortometraggio mostra tutti i segni della vecchiaia, l’arte rimane, come il Mosè e, naturalmente, la Cripta di Milano. L’invito quindi degli organizzatori è che il pubblico possa imparare e applicare questo nuovo sguardo all’ambiente unico in cui si trova in quello stesso momento. Il percorso espositivo è inoltre arricchito da alcuni ritratti fotografici del Mosè realizzati da Aurelio Amendola.

Visitare la Cripta del Santo Sepolcro vorrà dire contribuire ai lavori del restauro appena cominciati, con la possibilità di vedere da vicino come la maestria degli esperti permetta la conservazione di un’opera d’arte.

Gli orari d’apertura sono tutti serali durante la settimana (a partire dalle 17), per consentire anche a chi lavora di poter accedere facilmente a questo luogo. Tra gli eventi collaterali invece tutti i week-end a partire dalle 22.00 ci saranno le visite notturne, mentre solo il sabato, sempre alla stessa ora, grazie all’aiuto di un regista i visitatori potranno girare un documentario sulla Cripta, sulla falsariga di quello che Antonioni fece per il suo amato Mosè.

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