Un nuovo film per il premio Oscar Ben Kingsley e Colin Firth.

Saranno loro a vestire i panni di due dei protagonisti della vicenda narrata da Valerio Massimo Manfredi nel romanzo L'Ultima Legione e che vede il periodo a cavallo tra la fine dell’Impero romano e la nascita del regno di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

Alla regia il quasi esordiente, cinematograficamente parlando Doug Lefler, una robusta esperienza in campo fantasy grazie alle serie televisive Hercules e Xena, ma anche il regista della seconda unità di "Spider-Man" (Sam Raimi, 2002) e del trascurabile Dragonheart: A New Beginning.

La vicenda che dovremmo vedere sugli schermi non prima del 2006 (le riprese cominceranno l'8 agosto 2005 in Tunisia e Slovacchia), narra dei sopravvissuti all’incursione barbarica del campo dove è stanziata la Legio Nona Invicta,

Colin Firth
Colin Firth
leggendario baluardo della romanità a difesa dell’imperatore Romolo Augustolo, un ragazzo di tredici anni.

L’imperatore viene rapito e portato a Capri dal germanico Odoacre, la guarnigione decimata, fatta eccezione per un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca, formidabile guerriera.

La loro missione è liberare Romolo Augustolo, e i legionari superstiti, guidati dall’invincibile comandante Aureliano (Colin Firth) e dal misterioso precettore Meridius (Ben Kingsley), arriveranno fino in Britannia dove affronteranno la battaglia finale. Lo scontro sarà deciso da un'arma segreta e invincibile:

Ben Kingsley
Ben Kingsley
Ensis Caliburnus, la spada di Giulio Cesare ereditata dal piccolo Romolo, destinata a diventare famosa con il nome di Excalibur. Il misterioso Meridius vedrà infine realizzarsi il sogno di una profezia: "Verrà un giovane dal mare meridionale / con una spada portando pace e prosperità. / L'aquila e il dragone torneranno a volare / sulla grande terra di Britannia

L'aquila e il drago sono le insegne dell’ultima legione romana in terra britannica, ammainate dopo la partenza di Meridius Ambrosinus, ma che gli eroi riporteranno in auge gettando il seme di una nuova storia

La Rai ha acquistato per l'Italia i diritti del film, che può contare su un budget di 67 milioni di dollari

Un progetto che si inserisce nel solco tracciato dal Gladiatore e che può attingere da materiale letterario valido (e nostrano). Non resta che sperare bene, le premesse ci sono tutte.