Viaggio prima della destinazione. È il primo ideale dei Cavalieri Radiosi, ed è l’anima di Oathbringer. Ancora una volta Brandon Sanderson parte dalla notte in cui tutto è iniziato, quella in cui l’Assassino in Bianco ha ucciso Gavilar, re degli Alethi, dando origine al Patto di Vendetta e a una guerra che si protrae da sei anni.

Per due romanzi ci siamo interrogati con Dalinar, Jasnah e gli altri personaggi sul senso di quell’omicidio, compiuto in una notte che avrebbe dovuto suggellare la pace. Oathbringer fornisce questa e molte altre risposte. Il preludio di La via dei re, con la fine del Giuripatto e la Ritrattazione degli Araldi, vengono spiegati in una storia che riporta in scena i Nichiliferi e che scuote convinzioni profonde.

Oathbringer è dominato da due trame principali: il contenimento dei Parshendi, la cui trasformazione legata alla Tempesta Infinita ha sconvolto tutti gli equilibri preesistenti, e l’unificazione degli abitanti di Roshar sotto un’unica guida. In entrambi i casi lo scopo è evitare una nuova Desolazione, cosa non facile anche a causa della mancanza di informazioni certe su cui i personaggi possano basare le loro scelte.

A livello narrativo una sezione ambientata in Shadesmar rallenta il ritmo, disorienta. Il Reame Cognitivo stupisce per la sua stranezza ma l’eccessiva lunghezza di questa parte distoglie personaggi e lettore dal mondo fisico e da quelli che vengono percepiti come problemi più pressanti.

Per Kaladin e Shallan la rivelazione della loro natura di Radiosi non ha risolto tutti i problemi, e anzi li spinge a continui dubbi su loro stessi e sulle loro capacità in un percorso in cui i punti oscuri sono molti. Il loro cammino, e quello di persone normali come Navani, Adolin, Elhokar o i membri del Ponte Quattro, che in queste pagine trovano un loro spazio autonomo, è tutt’altro che lineare, animato da eventi incontrollabili che li privano di punti di riferimento stabili e da insidie che in alcuni casi si rivelano fatali.

Vita prima della morte. Forza prima della debolezza. Viaggio prima della destinazione. 

Parole importanti da pronunciare, e la forza delle parole era stata sottolineata fin dall’inizio da Gavilar, quando, con la sua ultima frase spezzata dalla morte, aveva chiesto al fratello di trovare le parole più importanti che un uomo può dire. Il viaggio più difficile, per Dalinar, si compie in questo romanzo. È a lui che sono dedicati i flashback, e se per due romanzi abbiamo ammirato la forza dello Spinanera, Oathbringer mostra come abbia fatto a nascere quel personaggio straordinario. La nascita, ma anche le sue crepe, i punti deboli, quelli che potrebbero farlo crollare, come tutti quanti potrebbero crollare.

Ci sono momenti in cui leggere questo romanzo è doloroso, in cui ci si domanda come sia possibile andare avanti e se davvero esista una forza capace di superare determinate debolezze.

Come sempre dopo lunghe pianificazioni Sanderson accelera improvvisamente nel finale, scrivendo l’ennesima conclusione spettacolare. Per arrivarci però si segue un percorso nel quale gli abissi sono più numerosi delle vette e la mancanza di certezze sul senso di ciò che i personaggi compiono, perché loro per primi non hanno una visione precisa a guidarli, rende il cammino più difficile. A una prima lettura Oathbringer è il meno esaltante fra tre volumi delle Cronache della Folgoluce fin qui pubblicati. La necessità di riorganizzare il mondo dopo il trastico cambio di prospettiva dato da Parole di luce ha modificato i rapporti fra i personaggi e la loro stessa posizione nel mondo. A sparire, in una storia che pone le basi per il futuro, sono episodi come lo scontro con l’Abissale che minaccia Elhokar in La via dei re o l’ultimo duello di Adolin in Parole di luce, scene funzionali alla trama e che forniscono momenti di pura adrenalina necessari per ravvivare la sezione centrale di un romanzo lungo.

In conclusione un romanzo più difficile dei precedenti, che richiede un maggiore impegno al lettore, ma che alla fine ripaga di tutti i dubbi ponendo allo stesso tempo ottime premesse per il futuro.